La fine di un amore passionale raccontata da “Crazy Love” di Marracash e da Catullo

La fine di un amore è sempre un momento difficile da superare e l’accettazione di questo richiede tempo, pazienza e sofferenza. L’assenza di ciò che fino a prima occupava un posto di primo piano nella nostra vita non può immediatamente essere accolta.

“L’abbraccio” di Egon Schiele

Quando poi si tratta di un amore profondo, passionale e totalizzante come quello descritto da Marracash nella canzone “Crazy Love”, il distacco si riempie di amarezza, ricordi e sentimenti intensi. Lo stesso Catullo più di 2000 anni fa aveva cercato di dar voce al proprio tormento amoroso successivo al termine della sua travagliata relazione con l’amata Lesbia.

Con una freccia finisce l’amore sensuale cantato da Marracash

“Crazy Love” è un singolo estratto dal nuovo album di Marracash “Noi, loro e gli altri”, uscito lo scorso 19 novembre 2021 dopo un lungo periodo di silenzio dell’artista. È la quinta traccia del disco e narra di un amore dalla forza travolgente ed estremamente sensuale. La vigorosa carica passionale traspare, oltre che dal ritmo frenetico e coinvolgente del brano, anche dai termini usati per descrivere l’amante (“Nefertiti”, “sinuosa”, “felina”). Si tratta tuttavia di un rapporto ormai finito che “come una vertigine lontana” chiama ancora l’io protagonista del brano che coincide con il cantante stesso. Il pezzo è infatti dedicato al termine della bellissima relazione con la cantante Elodie presente all’interno dello stesso video musicale. Questo si apre con l’immagine di lei e Marracash che si tengono in un instabile equilibrio grazie ad un arco teso e puntato contro di lui, richiamo inverso alla performance “Rest Energy” di Marina Abramović e Ulay, e si chiude emblematicamente con la stessa immagine. L’unica differenza è che negli ultimi secondi Elodie lascia andare la presa, scagliando così la freccia fatale per il cantante e per la stessa storia della coppia.

(Crazy love) Lei per me, io per lei
(Crazy love) Ti direi, ti darei, ehi
(Crazy love) Dove sei? Dove sei?
Come una vertigine lontana mi chiama
(Crazy love) Sai che ne ho bisogno stasera
(Crazy love) Brucio mentre sopporto l’attesa
Dove sei? Dove sei?
Calamita e un po’ calamità (Crazy love)

“Catullo da Lesbia” di Lawrence Alma-Tadema

L’eros nei versi di Catullo dedicati a Lesbia

La stessa impetuosa voluttà anima i versi del poeta latino Gaio Valerio Catullo (84 a.C-54 a.C.). Appartenente al circolo dei neòteroi, aveva reso l’otium letterario il suo ideale di vita nella Roma già inquieta e gravida della futura guerra civile. L’amore è il centro della sua poesia e il Liber, da lui realizzato, è celebre proprio per la superba bellezza e raffinatezza dei componimenti amorosi.

Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci,
e le dicerie dei vecchi severi
consideriamole tutte di valore pari a un soldo.

Così scrive nel carmen V, rivolgendosi alla sua amata Lesbia, nella realtà la donna probabilmente si chiamava Clodia ed era una ricca patrizia romana. Nelle sue poesie si sprigiona una carica erotica determinata dal totale assoggettamento del poeta alla sua donna che, come nella canzone sopraccitata, ‘sa come tenere alta la sfida’. Perdersi fra mille, cento e ancora mille baci, è a questo che Catullo esorta la sua lei e a non preoccuparsi di ciò che hanno da dire i moralisti bacchettoni. Potrebbe essere suggestivo pensare che questi ultimi siano gli stessi che con una differenza di migliaia di anni dicono a Marracash che “chi si immerge in un sogno ci annega” e ai quali egli non dà retta per ‘vivere e amare’.

Nel carme VIII il poeta descrive la malinconica fine della relazione

Disperato Catullo, falla finita con le tue follie;
ciò che vedi perduto, come perduto consideralo.
Brillarono un tempo per te giornate radiose,
quando sovente venivi agli incontri che la ragazza fissava,
quella che abbiamo amata come nessun’altra ameremo.
Là si svolgevano giochi gioiosi d’amore senza mai fine,
che tu pretendevi, ne lei rifiutava

L’amarezza e la tristezza conseguenti la rottura con l’altra persona pervadono sia il brano di Marracash che il carme VIII di Catullo. Entrambi constatano un dato di fatto, la definitiva dissoluzione di un legame e ripercorrono le tappe di un amore ‘pazzo’. Tuttavia mentre per il cantante è una presa di coscienza pacifica, seppur complessa, nel poeta è invece presente una forte vena di frustrazione. Le situazioni differiscono: da una parte un amore giunto al suo capolinea che vede gli amanti lasciarsi nel rispetto reciproco, dall’altra un trasporto che getta l’animo nella disperazione per la crudeltà di Clodia. Catullo, che odia e ama la sua Lesbia, fatica ad ammettere la situazione e si sfoga maledicendola. Egli infatti era a lungo stato straziato dai capricciosi e frequenti tradimenti di lei e ora cerca un briciolo di dignità per allontanarsi da colei che lo ha dilaniato così.

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