In Italia arriva il festival che incentiva l’educazione sessuale nelle scuole. Vediamo come questa sia fondamentale per uno sviluppo sano.
Dal 17 al 19 febbraio a Roma arriva “Saperlo Prima”, festival dedicato all’educazione sessuale, estremamente importante, e che, ad oggi non fa ancora parte del programma scolastico italiano, nonostante una carenza di queste conoscenze possa peggiorare la vita dei nostri figli.
Italia, non esattamente una situazione idilliaca
L’educazione sessuale consiste nel fornire informazioni sullo sviluppo corporeo, sul sesso, sulla sessualità e sulle relazioni, insieme allo sviluppo di competenze per aiutare i giovani a comunicare e a prendere decisioni informate sul sesso e sulla propria salute sessuale. Questa dovrebbe includere informazioni su pubertà e riproduzione, astinenza, contraccezione e preservativi, relazioni, prevenzione della violenza sessuale, immagine corporea, identità di genere e orientamento sessuale.
In Europa, dati alla mano, l’Italia non è esattamente il paese più avanzato da questo punto di vista, infatti è uno delle poche nazioni (con noi ci sono Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania) che non presenta un programma curricolare in merito. La maggior parte degli studenti (8 su 10) ad oggi cerca informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet; e se pensiamo che la maggior parte di essi (94%) crede che sia la scuola a dover garantire questo genere di educazione (non tenendo praticamente conto della famiglia), capiamo che le conoscenze tra i ragazzi e le ragazze italiani sul tema siano, se non a volte errate, non complete o debbano essere sviluppate.
In un mondo in continuo cambiamento come il nostro, dove le informazioni arrivano ai più giovani da ogni dove, con una società più aperta (accettazione di diversi orientamenti sessuali), e con anche cambiamenti biologici (l’età del menarca si sta abbassando), è necessario intervenire su questo piano.
Un’educazione olistica
Un programma che è risultato essere efficace è il Comprehensive sex education (CSE), adottato dal governo statunitense come programma curricolare obbligatorio nelle scuole. Questo non si presenta come la stereotipica lezione davanti ad un gruppo di adolescenti annoiati, ma si tratta di un percorso testato e basato su un approccio olistico nei confronti dello sviluppo biologico, psicologico e sociale.
Il CSE è composto principalmente da 7 elementi essenziali:
Il gender: la differenza tra sesso e genere, capire il concetto di mascolinità e femminilità, i cambiamenti a livello sociale che si stanno svolgendo, stereotipi e diseguaglianze basati su questo.
La salute riproduttiva e sessuale e l’HIV: evidenziare l’importanza dell’uso del preservativo e dei metodi contraccettivi, dare informazioni sulla gravidanza e sulle possibili opzioni successive, come aborto legale e sicuro, far comprendere malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS e le possibili terapie corrispondenti.
Diritti sessuali e cittadinanza sessuale: capire i propri diritti concernenti la sessualità, barriere sociali, culturali ed etiche legati a questi, la dinamicità e la diversità cultura e sessualità, diritto di esprimere la propria sessualità secondo la propria scelta.
Piacere: comprendere che il sesso deve essere piacevole e consensuale, capendo che questo non rappresenta soltanto un semplice rapporto sessuale, masturbazione, prima esperienza, rimuovere lo stigma associato al sesso.
Violenza: approfondire i diversi tipi che possono presentarsi in una relazione, capire come agire in tal caso, difesa personale, essere consapevoli del limite, non soltanto legale, che non deve essere oltrepassato, incoraggiare a chiedere aiuto esterno.
Diversità: riconoscere la diversità (fede, cultura, etnia, condizione socioeconomica, abilità/disabilità, HIV e orientamento sessuale), accettarla e basarsi sulla tolleranza.
Relazioni: riconoscere i diversi tipi di relazioni, essere in grado mi mantenere queste ultime e svilupparle, in modo da costruire rapporti sani.
L’importanza della famiglia
Anche se spesso si discute di educazione sessuale riferendosi alla scuola, non è da escludere il ruolo che la famiglia può avere in questo ambito. A patto che i genitori siano realmente ben informati sugli argomenti che verranno poi discussi, un’educazione sessuale tramite il rapporto genitori-figli presenta soprattutto due vantaggi:
- per prima cosa, il genitore è una figura non indifferente per i ragazzi, e questo contribuisce comunque a prestare più attenzione a ciò che dice;
- in secondo luogo, si può in questo modo creare un percorso “su misura” per il figlio, che segua i suoi bisogni ed il suo sviluppo, al contrario del CSE che, nolente o dolente, si concentra su gruppi di studenti, e quindi non sempre riesce a guardare i singoli individui.
Degli studi hanno comparato le attitudini degli adolescenti riguardo la sessualità negli Stati Uniti e in Olanda. Visto che in Olanda il sesso per gli adolescenti viene normalizzato, quindi i genitori sono inclini a parlarne i modo tranquillo, i giovani si dimostrano essere meno inclini a comportamenti sessuali rischiosi; mentre in America, soprattutto tra le famiglie della classe medio-bassa o che fanno parte di minoranze, spesso tutto questo viene drammatizzato, portando a risultati opposti.
Questo avviene però spesso soprattutto perché in genitori non dispongono di un supporto per risolvere i loro stessi problemi e traumi psicologici, ma anche perché spesso l’educazione dei ragazzi viene condivisa con i nonni, e questo salto generazionale il più delle volte non rappresenta un’apertura. I genitori tendenzialmente non sono chiusi, restii al cambiamento, e corsi su come parlare al proprio figlio riguardo l’educazione sessuale si rivelano utili. È lampante perciò come non sia necessario lavorare solo sulle conoscenze dei nostri figli, ma anche sulle persone con cui essi vivono.