Intelligenza artificiale per monitorare le eruzioni vulcaniche: che metodi usiamo attualmente?

Le eruzioni vulcaniche sono uno dei fenomeni più pericolosi e distruttivi che possiamo incontrare in natura. Proprio per questo motivo i vulcani sono oggetto di monitoraggi costanti, i quali potranno vedere una grossa novità. Di recente infatti due gruppi di ricercatori britannici hanno sviluppato degli algoritmi per individuare i segnali che fanno presagire un’eruzione imminente. Ciò permetterà di prevedere questi eventi con più precisione di quanto non avvenga oggi.

In Sicilia sono presenti molti vulcani attivi, ad esempio Stromboli

Dettagli della scoperta

Gli algoritmi trovati sono due. Il primo di questi rileva i dati dai satelliti europei del programma Copernicus, lanciato dalla Commissione Europea e dall’Esa. Ciò permetterebbe di avere, in un paio di anni, una rete di monitoraggio delle eruzioni a livello globale. L’algoritmo è in grado di riconoscere le deformazioni del suolo, le quali stanno alla base di questi fenomeni: è molto raro infatti che un’eruzione non porti deformazione. Il secondo algoritmo invece è opera del Comet, ovvero il Centro per l’osservazione di terremoti e vulcani. In questo caso l’intelligenza artificiale si ispira alle reti neurali, in modo tale da creare delle categorie per analizzare le immagini. Così facendo la procedura risulterà molto ordinata.

L’attività eruttiva dell’Etna non è da trascurare

Monitorare le eruzioni oggi

Allo stato attuale il monitoraggio dei vulcani avviene grazie a reti strumentali per misurare tre parametri diversi: sismici, geodetici e geochimici. Viene da chiedersi: perché proprio questi tre? Perché sono molto connessi tra loro. L’attività sismica è influenzata dai movimenti della crosta terrestre, e la composizione chimica del suolo ha effetto sul tipo di eruzione del vulcano in questione. La trasmissione dei dati all’osservatorio è immediata e le analisi automatiche avvengono in tempo reale, e le informazioni restituite dagli elaboratori vengono passate alla Protezione civile in casi estremi. 

In Italia il vulcano monitorato più strettamente è il Vesuvio

La situazione dei vulcani italiani

L’Italia ha diversi vulcani attivi, tra cui spiccano l’Etna e il Vesuvio. L’Etna non preoccupa più di tanto poiché le sue eruzioni sono a carattere effusivo e le zone più vicine al cratere sono disabitate, mentre il Vesuvio è un pericolo incombente. Si tratta infatti di un vulcano dalle eruzioni di carattere esplosivo situato in una zona dalla densità abitativa molto elevata. Proprio per questi motivi i vulcanologi marcano stretto il simbolo di Napoli, dato che un’eruzione futura avrebbe conseguenze catastrofiche. Ecco perché nella zona più sensibile esiste un piano di evacuazione da attuare in caso di grave emergenza. In tutto questo, quindi, è bene tenere un orecchio sotto terra.

Matteo Trombi

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