Il “palazzo della memoria”: Andrea Muzii spiega come fare della mente un archivio di informazioni

Il campione mondiale di memoria Andrea Muzii svela come immagazzinare nella propria mente il più grande numero di informazioni possibili.


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Percorrendo un lontano viaggio dall’antica Grecia sino alla contemporaneità, andremo a scoprire la tecnica mnemonica – forse più efficace – del “palazzo della memoria”.

Alle radici dell’arte del ricordare

Sono numerosi i personaggi storici noti tra le altre cose per la loro straordinaria capacità mnemonica. Basti pensare a Pico della Mirandola, filosofo e umanista, che aveva imparato a memoria l’intera Divina Commedia, sapendo addirittura recitarla al contrario. Ma fra i primi “artisti della mente”, se non il primo in assoluto, troviamo Simonide di Ceo, poeta lirico greco, nato negli ultimi decenni del secolo VI a.C. Vissuto parte della sua vita ad Atene, prima per volontà del tiranno Ipparco, poi in occasione delle guerre persiane, Simonide soggiornò per un periodo anche presso la corte degli Scopadi in Tessaglia. E proprio a questo soggiorno risale uno degli aneddoti che più caratterizza la sua figura tramandatoci da Cicerone. Pare che fosse fortunatamente sfuggito al crollo del palazzo in cui stava banchettando con altri commensali. Fu l’unico a riconoscere i cadaveri, i cui volti erano stati sfigurati. Facendosi infatti aiutare dalla sua eccellente memoria, ricordò dove ognuno dei partecipanti a banchetto fosse seduto.

Il campione mondiale di memoria

Alla base della sue capacità mnemoniche vi è la cosiddetta tecnica del “palazzo della memoria”, di cui Simonide sembra essere stato proprio l’inventore. Tecnica questa che è tra le principali utilizzate dai più grandi odierni campioni di memoria, tra cui primo fra tutti è Andrea Muzii. Talentuoso ragazzo appena ventunenne (sebbene abbia più volte affermato che il segreto del suo successo sia l’allenamento), ha cominciato a studiare le tecniche di memoria a 17 anni. Proprio lo scorso dicembre ha vinto il campionato mondiale di memoria tenutosi in Cina, sfidando altri 150 concorrenti e riuscendo a memorizzare ben 572 numeri in cinque minuti e 1829 carte di poker in un’ora.

Come funziona il “palazzo della memoria”?

Si tratta di una tecnica che tutti e subito possiamo apprendere. La difficoltà sta solo nel perfezionarla al punto da poter rendere la nostra mente un vero e proprio archivio di informazioni, come se al suo interno vi fossero delle cartelle di un computer che possiamo aprire a nostro piacimento. Alla base di tutto questo ci sono le immagini, ovvero qualcosa che la nostra mente ricorda con molta più facilità. L’uomo primitivo infatti sviluppò capacità mnemoniche legate principalmente al riconoscimento dei luoghi e non certo mirate a immagazzinare concetti astratti. Il segreto di tutto sta nel “trasformare le informazioni che in genere sono astratte – per esempio i numeri o un testo – in immagini e creare delle associazioni, perché è ciò che ci rimane impresso meglio”, come ha affermato lo stesso Andrea Muzii nel podcast “Muschio Selvaggio” diretto da Fedez e Luis Sal.  A questo punto, le immagini a cui abbiamo associato i concetti da ricordare vanno disposte “lungo un percorso ordinato – quindi una sequenza di punti che conosciamo molto bene”. Questi punti sono detti “loci” e possono essere ad esempio delle parti della nostra casa (una stanza, un mobile, un tavolo…), o di un’altra qualsiasi casa che ricordiamo. È proprio in questi punti dunque che vanno disposte le nostre immagini, corrispondenti a precise informazioni. Non ci resterà altro da fare ora quindi che ripercorrere nella mente il percorso che ci siamo creati, tramutando immagini in informazioni. Sommando tra loro più “case” o luoghi, ecco che abbiamo costruito il nostro “palazzo della memoria”.

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