La commissione svedese per il premio Nobel, ha premiato Paul Romer e William Nordhause con il Nobel per l’economia. Il comitato li ha premiati rispettivamente per i loro modelli che introducono nell’analisi macroeconomica lo sviluppo tecnologico e le dinamiche ambientali. Secondo alcuni economisti, però, i loro lavori sono portatori di un tipo di visione economica dannosa e superata.
I vincitori del Nobel per l’economia
Paul Romer, di 63 anni, ha vinto il Nobel per il suo lavoro “integrare le innovazioni tecnologiche nel lungo termine nell’analisi macroeconomica”. Nordhouse, per l’integrazione del cambiamento climatico. Lo studio di Nordhause osserva come le politiche economiche possano influire sull’emissione di CO2, come queste cambiano il clima, e come questi cambiamenti influenzino a loro volta l’economia. Nordhause è stato un pioniere dell’economia ambientale fin dagli anni ’70, proponendo una tassa sulla produzione di CO2, introdotta di recente nel piano europeo per l’ambiente.
“È completamente possibile per gli uomini ridurre le emissioni di carbonio. Ci sarà un prezzo da pagare, ma una volta provato capiremo che non era così difficile come pensavamo”
Paul Romer
Gli economisti ambientali applicano gli strumenti dell’economia classica alle politiche ambientaliste. Con questo metodo si possono conciliare politiche economiche positive per l’ambiente. Tuttavia, gli economisti dell’ecologia sono preoccupati per il metro di giudizio utilizzato per descrivere l’efficacia di una politica. Infatti, basandosi sull’economia classica, l’efficacia di una misura economica è misurata con la crescita economica che ottiene. Questo metro di giudizio potrebbe favorire la scelta di politiche più a breve termine, avendo fiducia nella possibilità di riparare i danni ambientali provocati più avanti.
Un lavoro sull’ambiente che penalizza le politiche per l’ambiente
L’approccio di Nordhause, secondo Julia Steinberger, è stato utilizzato dai governi di tutto il mondo per sacrificare le azioni politiche a favore dell’ambiente, a favore della crescita. “La sua analisi è stata utilizzata per rimandare, rimandare, rimandare”, dichiara. John Barrett, economista all’università di Leeds, si pronuncia anche sull’efficacia della tassa sulla CO2, applicata in Europa. La considera un fallimento: “credo che sia giusto che la maggior parte delle persone pensi che sia un disastro”. Secondo lui, una politica del genere dovrebbe essere applicata in un contesto di politiche più complesso, e non a sé stante. “Sarebbe folle dire ‘non hai bisogno di altro’”