Le parole che non ti aspetti dal vocabolario di greco. Le più pungenti e offensive.
Le parole che usiamo tutti i giorni derivano dal latino e dal greco. Più precisamente quando l’impero romano si espanse in Oriente e incontrò la civiltà greca, aveva capito che si trovava di fronte a un popolo estremamente colto e sviluppato, perciò ne prese il meglio anche dal punto di vista linguistico. Ancora oggi nel nostro italiano usiamo parole di chiara origine greca: biblioteca che deriva da βιβλίον biblìon cioè “libro” e θήκη thèke cioè “scrigno”; cometa che deriva da κομήτης komètes che vuol dire “chiomato”, “dotato di chioma”, infatti le scie delle stelle comete sembrano un manto di capelli dorati; cacofonia, l’accostamento di due o più suoni sgradevoli, deriva da κακός kakòs cioè “cattivo” e φωνή fonè cioè “suono”. Per non parlare di tutti i termini medici: patologia, epatite, emicrania, tessuto ematico, nefrologia, gastrite, dermatologia, arto, e moltissimi altri. Tutte le parole che iniziano con gli affissi meta- , demo- , filo- , ipo- , a- , epi-, e molti altri, sono tutte parole greche. Anche nei nostri modi di dire è presente un chiaro riferimento alla cultura o alla mitologia greca, come testimonianza di un patrimonio culturale che ci portiamo nel sangue: è un cavallo di Troia, per dire che qualcosa rappresenta un inganno, un modo per imbrogliare; pende sul capo una spada di Damocle per indicare un pericolo incombente, quasi inevitabile; vaso di Pandora, espressione che viene utilizzata per indicare ciò che viene scoperto e tirato fuori dopo essere stato rinchiuso per troppo tempo; il pomo della discordia cioè la causa, l’oggetto, di una lite; e molti altri.
Quelle qui proposte invece, sono parole che noi non usiamo, ma che sono presenti in tutti i vocabolari che uno studente di un liceo classico qualsiasi ha incontrato almeno una volta nella vita. Abbandoniamo questa aurea di solennità e immortalità creata dalla lingua greca per addentrarci in un sentiero sicuramente meno prestigioso ma molto, molto divertente. I greci avevano molta fantasia quando si dovevano cercare le parole per descrivere un particolare stato d’animo o situazione e come in tutte le lingue non mancano i modi per offendere, infierire, prendere in giro, essere volgari, spiritosi e veramente pungenti.
Ecco alcune parole davvero esilaranti in greco antico:
βαρύμαστος (barùmastos)
Dalle tette pesanti.
βοιωτός (boiotòs)
Beota.
Questa, in realtà, è una parola che usiamo oggi. Noi per beota intendiamo “stupido”, in quanto i greci credevano che gli abitanti della Beozia fossero molto poco intelligenti e quindi stolti.
βολβιτόομαι (bolbitòomai)
Puzzare di merda bovina.
γραοσόβης (graosòbes)
Amante di vecchie.
δουλομίκτης (dulomìktes)
Trombaschiavi.
εγγορτùνοομαι (engortùnoomai)
εξεχέγλουτος (exekèglutos)
κρομμυοξυρεγμία (krommuoxuregmìa)
Rutto al sapore di cipolle e aceto.
κυνοικòιτης (kunoikòites)
Che fotte i cani.
μεσηγυδορποχέστης (mesegudorpokèstes)
Che defeca a metà del pasto.
ξυλοκύμβη (xulokùmbe)
Donna con la grazia di un barcone.
ὄνθος (òntos)
Merda.
προστιλάω (prostilào)
Schizzare merda.
Προστιλάεις τωφθαλμώ μου (prostilàeis toftalmò mu): Schizzi merda sui miei occhi. Aristofane.
πρωκτοπεντετηρίς (proktopenteterìs)
Festa anale straordinaria (ricorrente ogni cinque anni).
πρωκτοτηρέω (proktoterèo)
Fare l’ispettore dei deretani.
ῥαφανιδόω (rafanidòo)
Infilarsi un ravanello nell’ano.
Questa non era una sadica o perversa pratica sessuale, bensì una punizione inferta agli uomini adulteri.
σκοτοβινιάω (skotobiniào)
Non vederci più dalla voglia di scopare.
σύμβακχος (sùmbakkos)
Compagno di orge.
σχινοκέφαλον (skinokèfalon)
Testa di cipolla.
(inutile ricordare che uno dei modi di dire più famosi in Campania è “a capa è na sfoglia e cipolla”).
τοτοτοτοτοτοτοτοτοτίγξ (totototototototototingx)
Totototototototototix di uccelli.
τραγομάσχαλος (tragomàskalos)
Dalle ascelle che puzzano di caprone.
φιλογαλλοβραχειονοτύμπανος (filogallobrakeionotùmpanos)
Amante del tamburo battuto dal braccio dei galli.
χοιρόθλιψ (koiròthlips)
Sbattitore di fica.