«La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti.»
(Sigmund Freud)
La creatività funziona in modo misterioso e spesso paradossale. Il pensiero creativo è una caratteristica stabile, in grado di definire la forma di alcune personalità, ma può cambiare a seconda della situazione e del contesto. A volte l’ispirazione e le idee sopraggiungono immediatamente e si ha una sorta di illuminazione improvvisa: l’insight.
La creatività può essere definita come la capacità cognitiva di inventare, ovvero scegliere di costruire combinazioni unicamente utili associando stimoli molto lontani tra loro.
Ma come si definisce una personalità creativa? Secondo il parere degli scienziati, la creatività non si spiega a partire dalla divisione del cervello in emisfero destro e emisfero sinistro: al contrario, si tratta di un aspetto in cui entrano in gioco numerosi processi cognitivi. Al giorno d’oggi non si dispone di una definizione univoca che spieghi come funziona una mente creativa. Le ricerche suggeriscono che la creatività deriva dalla congiunzione di varie caratteristiche, comportamenti e influenze sociali presenti all’interno di una stessa persona.
In modo particolare, lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi condusse un’analisi nel 1996 al fine di comprendere come lavora il soggetto creativo analizzando la vita e l’attività di 91 individui definiti eccezionali.
Ne derivò che, a suo giudizio, nel soggetto creativo si possono individuare 10 tratti paradossali che lo definiscono:
- dispone di una grande energia fisica che sembra contrastare con la quiete che spesso tali soggetti esibiscono;
- è contemporaneamente furbo e ingenuo, ovvero capace di grande apertura mentale e di altrettanta grande immaturità;
- è paradossalmente scherzoso e disciplinato, come se in qualche modo la sua giocosità fosse alimentata e smorzata dalla tenacia, dalla perseveranza e dalla pazienza;
- alterna la fantasia ad un radicale senso di realtà: come un albero ben radicato al terreno non si preclude la possibilità di innalzarsi verso l’alto, sfiorando l’infinità del cielo che lo accoglie;
- presenta simultaneamente tratti di introversione ed estroversione, manifestazione di una necessità volta a mantenere un bilanciamento sottile tra socialità e solitudine;
- esibisce modestia e orgoglio consapevole di stare sulle spalle dei giganti e di aver raggiunto, rispetto agli altri, grandi obiettivi;
- si distingue per la paradossale compresenza di caratteristiche psicologiche androgine, cioè essere capace di attivare comportamenti, sentimenti ed atteggiamenti caratteristici del repertorio tipico dei due generi;
- manifesta atteggiamenti ribelli e conservatori, affermandosi come un idealista e allo stesso tempo legato all’abitudine e alla tradizione;
- è appassionato e obiettivo al contempo, avendo in tal modo la giusta spinta per intraprendere un’attività e la perseveranza nel realizzarla;
- si tuffa in abissi di tristezza, ma è capace di abbandonarsi del tutto alla gioia come effetto dell’apertura e della sensibilità.
Le dieci dimensioni dialettiche della persona creativa esposte sopra sono quelle che l’autore considera le più caratteristiche, ma questo numero è evidentemente relativo e se ne possono trovare altre. Ciò che è importante ritenere è che le persone creative non si distinguono dalle altre per dei tratti unici, bensì per la loro capacità di usare una gamma estesa di aspetti della personalità, anche se in apparenza essi sembrano contraddittori.
Csikszentmihalyi sottolinea come la compresenza di tratti opposti non significa che la persone creativa li manifesta scegliendo la via di mezzo, cioè un compromesso tra i due estremi. Piuttosto, la persona creativa si dimostra capace di muoversi da un estremo all’altro a seconda delle esigenze della situazione in cui si trova coinvolta. Gli estremi sono vissuti entrambi con grande intensità e senza conflitto interiore. Così il processo creativo tende a diventare ciò che alcuni intervistati hanno definito come una alternanza yin-yang tra questi due estremi.