”Gli scimpanzé parlano” racconta un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports.
Una semplificazione, di certo, che non vuole suggerire l’idea che questi primati siano in grado di articolare parole proprio come gli umani: ma in che modo ne sono capaci?
Gli scimpanzé parlano?
La comunicazione degli scimpanzé rappresenta un esempio affascinante di complessità cognitiva nel regno animale, pur non essendo paragonabile al linguaggio umano. Gli scimpanzé utilizzano un sistema di vocalizzazioni, gesti e espressioni facciali che, pur non raggiungendo la complessità sintattica e semantica del linguaggio parlato umano, permette loro di trasmettere un’ampia gamma di informazioni all’interno delle loro comunità sociali. Studi recenti hanno dimostrato che i gesti utilizzati dagli scimpanzé sono dotati di significati specifici e condivisi, evidenziando un livello di intenzionalità nella comunicazione. Inoltre, esperimenti con scimpanzé addestrati hanno rivelato la loro capacità di comprendere simboli e di utilizzare linguaggi dei segni, dimostrando che possiedono le basi cognitive necessarie per una forma primitiva di linguaggio. Queste scoperte suggeriscono che, sebbene non parlino nel senso umano del termine, gli scimpanzé possiedono un sistema comunicativo complesso che riflette una significativa capacità cognitiva e rappresenta un importante punto di confronto nell’evoluzione del linguaggio.
Noam Chomsky e la teoria del linguaggio
La teoria del linguaggio proposta da Noam Chomsky rappresenta una svolta fondamentale nella linguistica moderna, sostenendo che il linguaggio umano sia una capacità innata, derivante da una “grammatica universale” (GU) condivisa da tutte le lingue del mondo. Secondo Chomsky, questa grammatica è una struttura mentale innata, profondamente radicata nel nostro patrimonio genetico, che consente agli esseri umani di acquisire e utilizzare il linguaggio con notevole facilità fin dalla prima infanzia. Questo approccio nativista si distingue nettamente dalle teorie che vedono il linguaggio come un’abilità appresa esclusivamente attraverso l’interazione sociale. Per quanto riguarda i primati non umani, come gli scimpanzé, Chomsky rimane scettico sulla possibilità che essi possano possedere un linguaggio paragonabile a quello umano. Pur riconoscendo la complessità dei loro sistemi comunicativi, Chomsky sostiene che tali forme di comunicazione mancano delle caratteristiche distintive del linguaggio umano, come la ricorsività e la struttura grammaticale complessa. Secondo Chomsky, il linguaggio umano non è semplicemente un’evoluzione più avanzata di forme comunicative animali, ma una capacità qualitativamente unica e specifica della nostra specie, emersa attraverso meccanismi evolutivi distinti. Questa prospettiva enfatizza la singolarità del linguaggio umano come una delle caratteristiche che più profondamente definiscono l’essenza dell’umanità.
Le svolte successive: gli esperimenti
Nim Chimpsky è stato il protagonista di uno degli esperimenti più significativi e controversi nel campo della linguistica e della psicologia comparata, progettato per esplorare la capacità dei primati di acquisire un linguaggio umano. Sotto la direzione dello psicologo Herbert S. Terrace negli anni ’70, Nim, uno scimpanzé, venne allevato in un ambiente umano e addestrato a utilizzare il linguaggio dei segni americano (ASL) con l’obiettivo di valutare se un primate potesse sviluppare un linguaggio strutturato in modo simile a quello degli esseri umani. Nonostante Nim fosse in grado di apprendere numerosi segni e utilizzarli per comunicare in modo rudimentale, Terrace concluse che Nim non aveva realmente acquisito un linguaggio, ma piuttosto reagiva ai segnali e agli stimoli dei suoi istruttori senza comprendere la grammatica o creare frasi originali. Questo risultato supportò la teoria di Noam Chomsky, che sostiene che il linguaggio umano è una capacità innata e qualitativamente unica, non replicabile in altre specie. L’esperimento di Nim Chimpsky ha così evidenziato non solo le limitazioni dei primati nell’apprendimento del linguaggio umano, ma ha anche sollevato questioni etiche e filosofiche fondamentali sulla natura del linguaggio e la distinzione tra comunicazione animale e linguaggio umano.