Il Covid-19 impone ad insegnanti e alunni di lavorare da casa ma i genitori hanno reagito ai troppi compiti assegnati
L’attuale crisi sanitaria ha costretto alunni e insegnanti a lavorare da casa ma per via del troppo lavoro assegnato agli studenti, i genitori hanno sollevato alcune proteste: i docenti tendono a dare troppa importanza ai contenuti e poca ai ragazzi
Didattica a casa
Il Corona-virus ha scombussolato le nostre abitudini e tutti quei sistemi finora consolidati nella nostra società, ma noi esseri umani non ci arrendiamo e ci adattiamo alle situazioni che ci ritroviamo ad affrontare grazie al più grande mezzo che la natura ci abbia donato: l’intelletto. Uno dei sistemi fondamentali per lo sviluppo umano messo a dura prova è quello scolastico che, come avremo sicuramente saputo da tutti gli organi di informazione, si è spostato dai banchi di scuola ai monitor delle proprie abitazioni. Ricordiamo che lo studio è un diritto per tutti e nulla dovrebbe ostacolarlo, infatti il governo sta provvedendo, laddove ci sono crisi di tipo economico, a venire incontro ai ragazzi. Una delle questioni che però si è sollevata, grazie alle proteste di alcuni genitori, è il metodo di insegnamento che alcuni insegnanti tendono a adottare, il quale si concentra principalmente sui contenuti e poco sui ragazzi e le loro potenzialità, infatti la mole di compiti che questi affidano agli alunni è in questi casi sproporzionata. Per comprendere quali sono i metodi d’insegnamento migliori da utilizzare possiamo prendere esempio dai padri della nostra cultura: i greci.
L’Iliade e l’Odissea
Per cominciare a parlare della formazione dei giovani nell’antica Grecia prendiamo spunto dalle due testimonianze della cultura greca più importanti che sono arrivate fino a noi oggi: l’Iliade e l’Odissea. In entrambi i testi omerici possiamo riscontrare la presenza dell’ideale dell’uomo perfetto, un uomo le cui caratteristiche di “perfezione” vengono raggiunte grazie agli insegnamenti dei saggi educatori greci. Le virtù a cui i giovani (solo i più benestanti) tendevano, erano sia quelle del guerriero, quindi forza e coraggio, sia quelle della saggezza, quindi onore, moralità, rispetto, prudenza, saper chiedere consiglio agli esperti e un’ottima capacità oratoria. Tutti quei grandi uomini che raggiunsero questo obbiettivo di perfezione venivano definiti con gli aggettivi, sostantivati, “kalos kai agathos” (καλὸς καὶ ἀγαθός), che significa “bello e buono”. Questo dimostra come la formazione dei giovani non si basasse esclusivamente sull’apprendere dei contenuti, ma sull’elevazione di quelle che sono le più importanti caratteristiche dell’essere umani.
Socrate e l’educazione
A dare una mano agli insegnanti potrebbero essere le parole del grande maestro e filosofo Socrate. Socrate elaborò tre particolari principi a cui fare capo per diventare saggi:
- Il sapere di non sapere: è fondamentale prendere consapevolezza di avere un bagaglio culturale pieno di mancanze affinché si possa trascorrere il proprio tempo a colmarle. Se sia insegnanti che alunni comprendessero ciò, si potrebbe attivare un processo di crescita insieme, tramite il dialogo, al fine di raggiungere uno scopo più importante.
- Conosci te stesso: con queste parole Socrate invita tutti a conoscere i propri punti forti e deboli al fine di perseguire un miglioramento verso ciò che è giusto e verso se stessi. Oggi gli insegnanti dovrebbero aiutare gli alunni a conoscersi per quello che sono, per migliorare così la loro esistenza oltre che fornire loro dati e informazioni.
- Investigando e ricercando: Socrate crede che gli uomini dovrebbero passare la loro vita tendendo all’irraggiungibile conoscenza.
La scuola oggi
Facendo un confronto tra le idee socratiche sull’insegnamento e la scuola oggi, si denota come c’è stato uno spostamento della concentrazione degli insegnanti dal miglioramento personale dell’alunno alla semplice condivisione delle informazioni scritte nei testi scolastici. I giovani che oggi educhiamo nelle scuole, o in questo caso a casa, saranno gli stessi che renderanno il futuro della nostra società migliore, ma per far questo bisogna accompagnarli nella crescita personale esaltando le loro capacità e passioni e non sostituirle con informazioni standardizzate. C’è la necessità di insegnare ad amare la conoscenza prima di riempire le loro menti di nozioni.