È il 1 Maggio 1941 e nelle sale cinematografiche americane esce “Quarto Potere”, film co-sceneggiato e co-prodotto da Orson Welles.
Quarto Potere è il primo lungometraggio di Orson Welles, ispirato alla biografia di uno dei magnati dell’editoria statunitense: William Randolph Hearst.
Trama
Come già specificato, il film si ispira alla biografia di William Randolph Hearts, il quale compare, però, nel film come Charles Foster Kane, interpretato dallo stesso Orson Welles. Charles è incapace di amare e ciò lo porta a creare un vuoto intorno a sé, dato che non riesce a relazionarsi se non alle sue condizioni. Vive isolato nella sua gigantesca casa a Xanadu e lì morirà solo e dimenticato da tutti.
L’espediente dei flashback
La vita del protagonista viene raccontata tramite un espediente: i flashback. Il termine inglese indica l’analessi o la retrospezione, dunque il volgersi indietro verso un fatto o un avvenimento. È un mezzo – se così possiamo definirlo – spesso usato in letteratura per raccontare qualcosa che è successa prima, senza creare brusche variazioni nella narrazione e senza causare spezzature alla trama. Orson Welles mostra, infatti, pezzi della vita di Charles come fossero parti di un puzzle, lasciando lo spettatore in balia di questi frammenti, i quali dovrebbero condurlo a ricostruire non solo la vita di Kane, ma anche la sua più vera essenza.
L’interpretazione finale
Il comportamento di Kane non era frutto di una propria scelta, né di una condotta organizzata. Per lo spettatore è davvero molto complicato cercare di ricomporre i pezzi, ma quello che più mette in difficoltà è la ricerca di un perché: perché Kane ha deciso di allontanare ogni tipo di relazione? Perché ha preferito morire da solo piuttosto che condividere la sua vita con qualcuno? Si tratta di quesiti leciti.
Il punto di rottura si ritrova nell’abbandono da parte dei genitori. La madre voleva che crescesse sotto l’ala di un uomo d’affari, così da avere qualcuno che potesse amministrarne l’eredità. Ancora, questo evento lo porterà ad avere un’idea sbagliata dell’amore, visto più come possesso e controllo.
Le recensioni
Quarto Potere non è ritenuto uno dei film più importanti del cinema americano per caso. Una recensione fatta da Luis Borges – nello stesso anno in cui uscì il film – lo definisce un “giallo metafisico”. L’etichetta usata dallo scrittore argentino è più che calibrata: è un film basato sull’indagine psicologica dell’io, della personalità di un uomo, ricostruita tramite frammenti e le parole di chi gli stava attorno.
La storia degli incassi e della distribuzione di Quarto Potere è in realtà molto curiosa: dopo un insuccesso totale, dato dalla inaccoglienza da parte del pubblico, sarà ridistribuito in Europa dopo la guerra – con scarsi risultati – e poi in America, in occasione del 50esimo anniversario. Il 1 Maggio del 1991, infatti, il film ritorna in circolazione, per diventare uno dei successi maggiori in assoluto.