Ecco come le rivisitazioni delle fiabe hanno ridato voce al punto di vista femminile

Angela Carter, nella sua antologia di racconti brevi, propone una chiave di lettura differente della tanto popolare fiaba per bambini Barba Blu.

La famosa fiaba Barba Blu, narra come una giovane ragazza venga punita dal marito con la morte per la sua curiosità, non tenendo presente del reale nocciolo della questione: le precedenti mogli uccise dall’uomo, il fatto che per questi omicidi non sia mai stato punito e come ognuna di queste ragazze doveva vivere da sottomessa, senza potersi fare giustizia e senza poter vivere in maniera dignitosa e serena.

BARBA BLU

È una fiaba scritta da Charles Perrault, la cui trama è caratteristica delle fiabe: l’inizio è tranquillo, mentre lo svolgimento vede la protagonista femminile in difficoltà che sarà aiutata dai suoi fratelli e da sua sorella Anna per poi giungere a un finale lieto e ristabilire l’equilibrio iniziale. Barba Blu è un uomo molto ricco che in passato si è sposato più volte, perché ognuna delle sue mogli era misteriosamente scomparsa. Barba Blu si sposa nuovamente con una giovane fanciulla, di cui non viene specificato il nome, e vanno a vivere insieme nel suo castello. Per motivi di affari, Barba Blu è costretto ad abbandonare il castello e consegna alla moglie un mazzo di chiavi con cui poter aprire ogni porta del castello. Le indica però una porta che non deve essere assolutamente aperta, perché è proibito. La fanciulla, dopo la partenza del marito, presa da forte curiosità, decide di aprire quella porta e una volta entrata nella stanza, trova i cadaveri delle precedenti mogli. Presa dallo spavento, la giovane fa cadere a terra il mazzo di chiavi in una pozza di sangue; cerca di pulirlo, ma quel mazzo è stregato e la macchia di sangue non si può togliere. Quando il marito torna al castello, preso dalla collera decide che anche la sua giovane moglie farà la stessa fine delle altre ragazze. La sorella Anna, che nel frattempo viveva con loro nel castello, decide di aiutare la sorella e corre sul punto più alto della torre per attirare l’attenzione dei fratelli. Questi arrivano appena in tempo per salvare la sorella dall’orribile esecuzione e uccidere Barba Blu. La giovane si ritrova vedova, ma è legittima erede delle ricchezze del marito defunto, che deciderà di impiegare per un futuro migliore, sia per la sua famiglia che per sé stessa.

LA CAMERA DI SANGUE

La camera di sangue, è un racconto breve scritto da Angela Carter e può dirsi una rivisitazione della fiaba Barba Blu. Le vicende sono molto simili, ma chiaramente presentano delle differenze. Partiamo dal fatto che la protagonista femminile ha un nome proprio Justine, mentre Barba Blu è chiamato con il titolo nobiliare Marchese. Fin da subito viene chiarito come la giovane non sia innamorata dell’uomo, ma si tratta di un matrimonio combinato: la madre voleva che la figlia si sposasse con un uomo che le garantisse una vita prosperosa a livello materiale. Arrivati nel castello, Justine capisce che una delle passioni del Marchese è la pornografia, soprattutto quando di mezzo sono presenti ragazze giovani.

“I suoi occhi scuri e immobili come quegli che gli antichi egizi dipingevano erano fissi su di me. Sentivo una certa tenzione nel profondo del mio stomaco nell’essere guardata in questo modo, in quel silenzio. Un fiammifero venne sfregato, stava accendendo un Romeo e Giulietta grosso quanto il braccio di un neonato”

In queste righe viene enfatizzata la figura maschile, il Marchese è l’emblema patriarcale, paragonato a quella di un signore feudale: uomo ricco che può comprare anche le mogli, dunque la propria ricchezza come mezzo di scambio per poter ottenere la possibilità di dominio. Lo svolgimento dei fatti è poi simile alla fiaba originale: la ragazza apre la porta che non doveva aprire, il marito la vuole uccidere per aver disobbedito, ma alla fine riesce a salvarsi. A salvare la ragazza sarà la madre, che arriva appena in tempo per salvare la figlia.

UN NUOVO PUNTO DI VISTA

Quando questi racconti vennero pubblicati per la prima volta, non furono ben visti, soprattutto all’interno delle università, che dovettero far fronte all’ostilità di un copioso numero di studenti che si indignarono quando riconobbero la parte oscura delle storielle narrate durante la loro infanzia, ricche di sessualità e violenza, quasi come se non volessero accettarlo. Come dice Angela Carter riguardo i suoi racconti:

“My intention was not do ‘versions’ or, as the American edition of the book said, horribly ‘adult’ fairy tales, but to extract the latent content from the traditional stories and to use it as the beginnings of new stories”

“La mia intenzione non era quella di fare versione di fiabe per adulti, ma estrarre il contenuto latente dalle storie tradizionali e di usarlo come inizio di nuove storie”

I was taking the latent content of those traditional stories and using that; and the latent content is violently sexual. It seemed to me, after reading these writers a lot, that they were writing about ideas, and that was basically what I was trying to do. I really do believe that a fiction absolutely self-conscious of itself as a different form of human experience than reality can help to transform reality itself”

Ho soltanto preso il contenuto latente delle storie tradizionali e l’ho usato e in questo caso il contenuto latente era violenza sessuale. Mi è sembrato, dopo aver letto molto riguardo questo scrittori, che stavano scrivendo di idee e questo era quello che fondamentalmente stavo cercando di fare. Credo davvero che una finzione assolutamente cosciente come forma diversa di esperienza umana rispetto alla realtà possa aiutare a trasformare la realtà stessa”

Ma perché è così fastidioso? Semplicemente perché abbiamo un punto di vista femminile. Inoltre, si parla della sessualità dal punto di vista di una donna eterosessuale, che per quel periodo, 1979, era piuttosto inusuale. È bene ricordare però che quello è stato l’anno in cui Penelope Fitzgerald con ‘Offshore’ vinse il Booker Prize, Penelope Lively con ‘Treasures of Time’ vinse il Nation Book Award e Margaret Thatcher all’età di 53 anni fu la prima donna britannica ad essere eletta Primo Ministro.

AFFETTI FAMIGLIARI

In ‘La camera di sangue’ madre e figlia sono molto legate tra loro, tanto da far pensare alla sorellanza, unione di donne che si oppongono ai soprusi maschili; la madre aiuta la figlia nonostante sia stata lei stessa a volere quel matrimonio, rendendosi immediatamente conto dell’errore commesso. Anche la fiaba ‘Barba Blu’ mostra l’unione tra fratelli e sorelle: Anna non esita un attimo per aiutare la sorella in difficoltà e nemmeno i fratelli nel momento in cui irrompono nel castello per uccidere quel mostro. Anche se il rapporto tra fratelli e sorelle non era il focus della fiaba, con varie letture e adattamenti, ci si è resi conto che effettivamente non bisogna insegnare alle donne a non essere curiose per non fare arrabbiare il marito, come il contesto della camera aperta e del mazzo di chiavi pieno di sangue, ma forse bisogna educare i bambini a mantenere i rapporti con i loro fratelli o sorelle, perché sono loro le persone di cui potranno sempre fidarsi. Notiamo che tantissimi cartoni hanno deciso di dare queste visioni, per esempio i cartoni Disney e Disney Pixar: ‘Lilo e Stitch’, con la loro parola Ohana

“Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato”

In ‘Ribelle the brave’ la ragazza rifiuta di sposarsi perché non si sente pronta: anche se è la sorella maggiore si sente ancora piccola e farà di tutto per rimanere nel suo castello con la sua famiglia, che ovviamente capirà l’errore di farla sposare così presto. Il legame tra sorelle è presente anche nel film ‘Frozen’: Anna si sacrifica per sua sorella Elsa, viene trasformata in una statua di ghiaccio. Come ogni film della Disney, per spezzare una maledizione serve il vero amore, e in questo caso l’amore vero che ha spezzato l’incantesimo è stato il legame che unisce le due sorelle.

 

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