Con più di un milione di copie vendute in home video, Dirty Dancing è un film che non è mai stato abbandonato, dopo quasi 31 anni dalla sua nascita continua a passare di generazione in generazione raccontando la storia di Baby e Johnny.
Un successo inaspettato
Dirty Dancing è un film uscito nel 1987, che ancora non ci stanca. Ambientato negli anni ’60 racconta la storia d’amore della diciassettenne Baby che si reca in vacanza con i suoi genitori nel villaggio turistico in cui lavora, come maestro di ballo, Jhonny. Per una serie di imprevisti sono costretti a ballare insieme e tra il ritmo del mambo, nascondigli segreti e qualche sfortuna, i due protagonisti si innamorano, rendendo “(I’ve Had) The Time Of My Life” la canzone che ogni adolescente sogna di ballare con il proprio ragazzo. Un film che verrà citato e ripreso nel mondo della cinematografia più volte, la presa di Jhonny diventa un simbolo del film ed un topos continuamente ripreso.
Anche nel film Crazy, Stupid, Love Ryan Gosling sostiene che per rimorchiare le ragazze bisogna parlare di Dirty Dancing, parlare della mossa e poi saperla fare.
Il successo che il film ottenne fu inaspettato: un film che doveva essere un flop, continua ad emozionare sempre più generazioni, le vendite raggiungono cifre da capogiro, con ben più di un milione di copie vendute, 200 milioni di dollari di guadagno ed infine l’Oscar per la migli
or canzone. Anche la stampa ne parlò bene, certo nessuno sosteneva che sarebbe stato un film che 30 anni dopo avrebbe continuato ad essere sulla bocca di tutti, ma è stato spesso definito come un film di musica,sì, ma con vari temi e spunti di riflessione. Interessante fu il commento di Freedman per il New York Times, per cui secondo lui il film era una ricca espressione degli anni ’60, che li descriveva con un sincero ideale di speranza e non solo come una moda passeggiera. È infondo gli anni Sessanta furono proprio quello.
Tra nostalgia e fascino per gli anni ’60
Dirty Dancing non è l’unica manifestazione di ricordo nostalgico dei famosi anni ’60. American Graffiti ad esempio, è un omaggio ai giovani di quegli anni. Anni del boom economico, della continua novità, gli anni ’60 hanno portato un modo diverso di assaporare la vita: spensieratezza era la parola d’ordine. I giovani credevano nel futuro e che potevano conquistarselo. Questi furono gli anni rivoluzionari, che tentando di spezzare i rapporti di potere tra sessi e generazioni, anni di contestazione generale che trova spazio nella e musica e nella moda .Gli ani ’60 vedono il cambiamento di una società che è in mano ai giovani, più libertina, trasgressiva, ma che inizia a parlare di parità, aborto, divorzio o contraccezione. Si inizia ad uscire dai soliti schemi, lasciandosi dietro anche qualche errore. Ancora oggi i mitici anni ’60 hanno una caratteristica che ci attira, sarà lo spirito di ribellione o l’aria di felicità che vediamo sempre in quelle vecchie foto; fatto sta che ne rimaniamo affascinati, tanto da dedicarvi film, musical, mostre, programmi televisivi: per chi c’era rappresentano il modo per scacciare la nostalgia e per chi non c’era il modoper sentirli un po’ più vicini.