Premio Nobel per la letteratura nel 1996, Wislawa Szymborska è considerata una delle poetesse più emblematiche del secolo.
Si dice che l’unico modo per comprendere la poetica di Wislawa Szymborska sia leggerne il più possibile, addentrandosi nel suo delicato mondo di parole semplici, che però celano una profondità senza eguali.
Dopo il Premio Nobel per la letteratura nel 1996, la Szymborska si dichiarò stupita di ricevere un riconoscimento tanto prestigioso quanto inaspettato.
Malgrado all’epoca la poetessa polacca fosse quasi sconosciuta in Italia, ad oggi è invece una delle più apprezzate, grazie al suo linguaggio originale e alla sua sottile ironia, che hanno di certo contribuito al raggiungimento della sua fama. La sua poetica nasconde aspetti molto sofferti e dolorosi, caratterizzandosi come un tenue riflesso di quella che è la fragile società polacca del Novecento.
Ecco, di seguito, cinque curiosità sulla vita e la produzione di Wislawa Szymborska, malgrado sulla sua vita si sappia ben poco:
1) Sfuggì alle deportazioni naziste
Nel momento in cui la Seconda Guerra Mondiale ebbe inizio, l’autrice studiava al liceo di Cracovia e riuscì a completare il suo percorso di studi, malgrado avesse dovuto farlo di nascosto. Nel 1943 iniziò a lavorare presso le ferrovie e, proprio grazie a questo impiego, riuscì ad evitare di essere deportata in Germania per i lavori forzati. Proprio in quegli anni, inoltre, iniziò a scrivere i suoi primi racconti e qualche poesia, oltre ad interessarsi alle arti figurative.
2) Ha scritto una poesia su una cipolla
Una delle poesie più discusse della Szymborska è certamente “La cipolla”, un geniale componimento che gioca su una serie di parole (perlopiù frutto d’invenzione) appartenenti alla stessa sfera semantica, per poi chiudersi con dei versi sferzanti ed incisivi: “La cipolla, d’accordo: / il più bel ventre del mondo. / A propria lode di aureole / da sé si avvolge in tondo. / In noi – grasso, nervi, vene, / muchi e secrezione. / E a noi resta negata / l’idiozia della perfezione.”
3) Viene omaggiata da Ozpetek nel film Cuore Sacro
Malgrado la poetessa fosse pressoché sconosciuta in Italia negli anni ’90, è frequente trovare riferimenti alla sua poetica in ogni settore artistico e culturale, dalla musica al cinema, passando per la pubblicità. Uno dei riferimenti più evidenti è in una scena del Cuore sacro di Ferzan Ozpetek ove è possibile scorgere un libro della Szymborska scivolare dalla borsa di uno dei personaggi. Un omaggio molto interessante, da parte del regista turco che non ha mai celato la sua grande stima per la poetessa.
4) Il rapporto con il socialismo
Nel 1949 la poetessa concluse la sua prima silloge poetica che però non le fu mai pubblicata poiché pareva non possedesse i requisiti socialisti richiesti all’epoca. Per questo motivo, come molti intellettuali polacchi la poetessa decise di sostenere il socialismo, al punto da pubblicare, più tardi, una raccolta con titoli che richiamassero il nome di Lenin o le idee del partito. Anni più tardi, ella definì questa sua fase un “peccato di gioventù”.
5) Le “letture facoltative”
Dopo essersi allontanata dal partito comunista, la poetessa si dedicò a numerose collaborazioni con riviste e pubblicazioni di vario tipo, che abbracciavano i settori più disparati (non solo letteratura, ma anche botanica, economia, cosmesi). La Szymborska decise poi di raccogliere tutti questi spunti, nel 1972, sotto il nome di Letture facoltative.