Misteri ed incubi, mostri ed inganni, in un modo o nell’altro l’essere umano sembra essere involontariamente attratto dal macabro e dall’oscuro. Scopriamo insieme il perché.
Dalla pittura alla scultura, dal teatro al cinema, l’arte in tutte le sue possibili forme si avvicina e trova la sua espressione nelle forme più oscure ed inquietanti che la mente umana è capace di concepire. Nella letteratura, in maniera particolare, sono innumerevoli gli autori che hanno deciso, nei secoli, di dare voce, attraverso le loro penne, alle paure più profonde e celate dell’animo umano, dando vita a mostri ed incubi una volta confinati nel sonno.
Un viaggio nel macabro e nell’inquietante che ha dato vita ad un intero genere letterario: il romanzo gotico. La letteratura gotica comincia la sua scalata al cuore e nelle anime dei lettori in Inghilterra nella seconda metà nel Settecento. Nello specifico, il primo autore ad aver scritto un vero e proprio romanzo gotico fu Horace Walpole con ”Il castello di Otranto”.
Sono poi moltissimi gli autori che scelgono di avventurarsi nella stesura di storie di stampo gotico e terrificante, come non citare, per esempio Mary Shelley e il suo ”Frankenstein”.
Voglio però concentrarmi su di un altro autore in particolare, un personaggio che segna in maniera irreversibile il destino di genere già mediamente sviluppato ed evoluto, poichè ci troviamo a metà del diciannovesimo secolo: Edgar Allan Poe.
Edgar Allan Poe
“E’ caratteristico della perversità dell’umana natura respingere ciò che è ovvio e a portata di mano per ciò che è remoto ed equivoco.”
Una vita irrequieta, sfortunata e turbolenta alimenta la poetica dello scrittore americano Edgar Allan Poe. Un’esistenza breve, segnata dalla sofferenza e dai problemi sociali ed economici. Edgar Allan Poe muore a soli 40 anni tra solitudine e turbamenti che anche l’uomo con l’animo più forte avrebbe faticato a sopportare. Una serie di sventure che senza ombra di dubbio hanno condizionato la scrittura di un personaggio ormai leggendario.
Tralasciandone l’inquietante biografia, ciò che rimane di un uomo rimasto completamente solo anche sulla tomba, sono le sue opere. Voglio soffermarmi in maniera particolare sui racconti di Edgar Allan Poe, una raccolta che nel corso del tempo, e nelle diverse edizioni, ha assunto una serie di titoli differenti: Racconti dell’incubo, Racconti fantastici, Racconti del mistero e ancora Racconti del terrore.
Quindici racconti, l’uno diverso dall’altro, con diversi personaggi, scenari differenti, finali inaspettati, eppure tutti accomunati dalle medesime caratteristiche: la suspence, l’inatteso, l’orrido ed il macabro. Storie che ruotano e coinvolgono la sfera del soprannaturale, svelando ed attraversando angoli della nostra mente solitamente nascosti, l’abisso di paura e morte che risiede soltanto nell’incubo.
Un letterato, Edgar Allan Poe, che riesce a creare storie spaventosamente meravigliose, costruendo mondi nelle ombre, universi di tenebra. Riesce in questo modo ad infondere un fascino eterno dell’orrido delle sue storie, un fascino che sicuramente non lascerà indifferenti i posteri. La figura di un autore che ancora oggi sorprende ed entusiasma, influenzando ed ispirando la nostra contemporaneità, come dimostra la serie tv ”Mercoledì”.
“Mercoledì” di Tim Burton
Senza dubbio la serie televisiva più discussa ed acclamata del momento, ”Mercoledì” ideata dal genio di Tim Burton e rilasciata sulla piattaforma Netflix soltanto da pochi giorni, ha immediatamente captato l’attenzione e l’entusiasmo degli spettatori, tanto da far parlare già adesso di una possibile, e molto probabile, seconda stagione.
Le vicende raccontate ruotano attorno alla protagonista, la sola ed unica Mercoledì Addams, personaggio già notissimo, interpretato, in questo caso, dalla meravigliosa Jenna Ortega. Partendo dal principio di questa prima stagione vediamo Mercoledì cominciare il suo percorso come studentessa alla Nevermore Academy, una scuola per ”reietti”, così come vengono definiti nella serie stessa: personaggi considerati diversi ed alienati, allontanati dalla società poiché incapaci di seguirne le convenzioni.
Mercoledì dovrà affrontare una serie di sfide: imparare a padroneggiare le sue abilità psichiche, opporti ad un mostro assassino che minaccia la città e gli studenti, affrontare i misteri che si celano dietro un delitto che 25 anni prima ha coinvolto la sua famiglia, accettare il fatto di avere degli amici e, soprattutto, e questa è la più difficile, ritrovarsi all’interno di un triangolo amoroso. Insomma, i classici problemi che affliggono una qualsiasi ragazzina di sedici anni.
“Mi comporto come se non mi importasse se la gente mi detesta. In fondo, segretamente mi diverto”
Ma d’altronde cosa potevamo aspettarci dalla Nevermore Academy, descritta come l’alma mater nel nostro amatissimo Edgar Allan Poe, che la stessa Mercoledì definisce come uno dei suoi scrittori preferiti. All’interno della serie, infatti, i riferimenti al poeta maledetto sono moltissimi: dalla statua di Poe, affiancato dall’iconico corvo, che conduce alla biblioteca segreta, alla traversata in canoa a squadre, nella quale ogni team prende il nome di uno dei racconti più importanti dell’autore.
Tante le cose da dire su questa serie che rappresenta, secondo il mio modesto parere, un piccolo capolavoro. Piccoli dettagli di estrema importanza ma che molto spesso vengono trascurati, come per esempio una frase detta da Mercoledì nella versione originale della serie tv, cioè quella inglese, poi erroneamente tradotta nel doppiaggio italiano.
“It’s the native tongue of Machiavelli”
Uno dei piccoli dettagli e curiosità a cui mi riferivo e che rendono questa serie unica nel suo genere, risiede una grandissima differenza tra la versione originare e quella doppiata in italiano. Nella versione in lingua italiana, infatti, è stato rimosso un omaggio, un riferimento geniale ed azzeccatissimo, che invece era presente nella serie in lingua originale, cioè in inglese.
Ci troviamo più o meno a metà dell’episodio pilota, durante il primo incontro tra Mercoledì e Tyler al bar di Jericho in cui il ragazzo, che diventerà presto uno dei personaggi principali della serie stessa, lavora. A questo punto Tyler non riesce a risolvere un problema della macchina del caffè non funzionante ed evidentemente compromessa. Il giovane barista sembra proprio non riuscire a trovare una soluzione, almeno fino a quando non interviene la nostra oscura eroina. I due danno inizio ad un breve dialogo, uno scambio di poche battute che cambiano abissalmente tra lingua originale e il doppiaggio italiano.
Se da una parte, infatti, chi ha visto la serie in lingua italiana, come la sottoscritta, ha sentito pronunciare queste battute:
“Questa bestia umorale ha una mente tutta sua e queste istruzioni non aiutano, sono un mistero. Aspetta tu ci capisci qualcosa?”
“Ma certo, io sono un’esperta di misteri“
Rimarrà molto sorpreso, sensazione provata sulla mia pelle, nello scoprire che questa stessa conversazione, in lingua originale, nasconde un riferimento fondamentale alla cultura della nostra amatissima Mercoledì:
“Questa è una bestia capricciosa dotata di vita propria e le istruzioni in italiano non aiutano“
“Mi serve un cacciavite piccola e una brugola da 4mm“
“Aspetta, tu parli italiano?”
“Ma certo è la lingua di Machiavelli”
Ovviamente non sappiamo quali siano stati i motivi che hanno portato alla decisione di cambiare questa battuta, tuttavia viene a mancare in questo caso un particolare, un inatteso e geniale riferimento a Niccolò Machiavelli, un piccolo dettaglio che riesce a mostraci in maniera singolare ed emblematica l’interessante formazione della nostra protagonista, oltre che omaggiare uno dei pensatori e letterati più importanti della cultura italiana.