Il caso del Boeing 737: il fly-by-wire e la fisica del volo

Il rapporto annuale 2018 dell’Oms afferma che ogni anno avvengono 1,35 milioni di decessi dovuti a sinistro stradale, il che rende l’incidente automobilistico la prima causa di morte per chi ha un’età compresa tra i 5 ed i 29 anni. Al contrario, l’aeroplano l’anno scorso ha causato 556 morti, aggiudicandosi la medaglia d’oro per la sicurezza. Eppure, recentemente, due tragici incidenti aerei ci farebbero pensare il contrario. Il primo ha visto precipitare in acque indonesiane un aereo Lion Air con la morte di 189 persone. A cinque mesi di distanza da quel 29 ottobre 2018, domenica 10 marzo 2019 un altro velivolo è caduto in Etiopia provocando 157 deceduti, di cui otto italiani attivamente impegnati in progetti umanitari.

Risultati immagini per boeing 737 max 8
Boeing 737 Max 8 della compagnia etiope colpita dall’incidente lo scorso 10 marzo.

Boeing 737 Max 8

Ciò che accomuna i due disastri non è solo il fatto che gli aerei sono precipitati poco dopo il decollo (rispettivamente dopo 12 e 6 minuti) e non è solo che i piloti di entrambi hanno comunicato problemi nel governare l’aereo perché la similitudine maggiore è il modello di aereo impiegato: Boeing 737 Max 8, per di più nuovo di zecca.  Si tratta di un’evoluzione del precedente modello 737 da cui differisce per una maggiore potenza dei motori associata ad un minor consumo di carburante. Recentissimo, il Boeing 737 Max 8 viene prodotto negli Stati Uniti e l’anno scorso ne sono già stati consegnati 750 esemplari.

Risultati immagini per etiopia
60 Km da Addis Abeba nel luogo dei resti dell’aeroplano.

Non ci sono certezze, almeno per ora, sul fatto che i due gravissimi incidenti siano dovuti a difetti del nuovo modello impiegato. E’ comunque noto che, il volo precedente a quello del disastro del 29 ottobre è stato soggetto ad un problema del “trim down“. Si tratta di un software che fa in modo di abbassare il muso dell’aereo nel caso in cui l’angolo di attacco, cioè l’inclinazione dell’aereo in volo, aumenti troppo. In quel caso, il trim down impartiva ai comandi automatici di abbassare il muso dell’aereo in modo anomalo, il che ha causato l’intervento dell’equipaggio.  disconnettendo il pilota automatico come previsto in certe situazioni, ha proseguito a comandare manualmente. Successivamente è stata effettuata una revisione del velivolo che però, evidentemente, non ha risolto niente visto che la sua successiva corsa si è conclusa precipitando.

Risultati immagini per schema di come vola un aereo
Uno schema delle forse agenti su di un velivolo.

 

Come vola un aereo

Essendo l’aereo immerso in un fluido, l’aria, esso subisce da fermo la sua pressione su tutte le direzioni. Quando però l’aereo si muove, o è in volo, la forma dell’ala, che è sopra curva e sotto piatta, fa si che l’aria che scorre su di essa si distribuisca asimmetricamente. La più grande quantità di aria che fluisce al di sopra dell’ala riduce la pressione al di sopra di essa e la fa aumentare al di sotto dove si genera una forza di risucchio verso l’alto chiamata portata. Essa sorregge l’aereo durante il volo; è il motore che ha il compito di gettare aria sulle ali in modo tale da generare la portanza. Da tempo è stato introdotto un sistema di guida automatico, come prima accennavamo, detto fly-by-wire che mantiene l’assetto e la rotta in ogni momento grazie ai dati che ricava. In questi due tragici casi tuttavia, questo sistema che dovrebbe minimizzare gli errori umani, sembra aver drammaticamente rovesciato le aspettative o per una cattiva lettura delle informazioni inviate dall’aereo o per una sbagliata interpretazione degli stessi. Mentre la Boeing dichiara le sue condoglianze ai famigliari delle vittime ed invia i propri tecnici sul luogo dell’incidente, molte compagnie aeree scelgono di tenere a terra i propri esemplari fino ad una più certa analisi sulla sicurezza del modello.

Camilla Viola

 

 

 

2 commenti su “Il caso del Boeing 737: il fly-by-wire e la fisica del volo”

  1. Articolo pieno di errori teorici… innanzitutto le ali di un aeroplano non sono sopra curve e sotto piatte, sono curve da entrambe le parti ma in modo asimmetrico. Poi la forza che si genera che dà la “spinta verso l’alto” non si chiama portata, bensí portanza. Ancora, il sistema fly by wire non è il pilota automatico come sembra evincere dall’articolo, ma semplicemente il sistema (progettato da Airbus e poi adottato anche da altri costruttori) che permette a un aeroplano di essere controllato non tramite un sistema meccanico, ma tramite un sistema elettronico (fly by wire – volare per mezzi di cavi)… per chiarire, se il pilota muove la cloche, il timone non viene azionato da un comando meccanico direttamente collegato alla cloche del pilota ma viene dato un impulso elettronico che a sua volta è trasmesso al timone.
    E prima di dire che potrei essere una persona qualunque a scrivere commenti a caso, ho una laurea in ingegneria aerospaziale. Magari prima di pubblicare gli articoli una controllatina in più non farebbe male.

    Rispondi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.