Assassinato dopo trentatré giorni: le ipotesi sulla controversa morte di Papa Luciani

Il mistero dietro la morte di Giovanni Paolo I.

Tutto il mondo è scosso da una notizia inaspettata: Giovanni Paolo I è morto, dopo soli 33 giorni di pontificato. Sorgono subito molte ipotesi: l’inglese David Yallop teorizza un omicidio architettato da alcuni cardinali, altri sostengono che fosse già malato da tempo. Ma quale sarà la verità? Scopriamolo ripercorrendo le ultime ore del “Pap
a del Sorriso”.

L’elezione a Pontefice

Morto Papa Paolo VI, i cardinali si dovettero riunire per eleggere un successore al Soglio Pontificio. La scelta alla fine del Conclave ricadde su Albino Luciani, 65enne patriarca di Venezia, eletto con il nome di Giovanni Paolo I.  Luciani chiese sempre di non essere preso in considerazione durante l’assemblea, sostenendo anche il bisogno di avere un Papa straniero (come sarà il successore); tuttavia l’arcivescovo di Firenze propose il suo nome ai cardinali elettori.  Il Conclave fu rapidissimo e si concluse dopo sole quattro votazioni, avvenute nella stessa giornata: alle 19:18 del 26 agosto 1978 si aprirono le vetrate della loggia centrale delle Basilica di San Pietro per annunciare al popolo il nuovo Pontefice, solo ventisei ore dalla chiusura delle porte del Conclave.  Luciani fu eletto 263º successore di Pietro con una grandissima maggioranza, 101 voti tra i 111 cardinali. Lo stupore della folla in piazza fu grandissimo, poiché la fumata, probabilmente per un errore del cardinale fochista, fu inizialmente grigio chiara per poi diventare nera . La situazione di incertezza si protrasse fino all’annuncio della Radio Vaticana e alla contemporanea apertura della loggia. Appena eletto avrebbe voluto parlare alla folla, ma il cerimoniere glielo impedì, obiettando che non era nella tradizione (cosa che invece fece Giovanni Paolo II cinquanta giorni dopo).

Si disse che Luciani fu eletto più per “ciò che non era” che per “ciò che era”: non era un conoscitore della Curia e non era un intellettuale potenzialmente capace di mettere in difficoltà i cardinali; non era nemmeno uno straniero, ciò che per i cardinali italiani avrebbe potuto costituire una sicurezza. Luciani fu il primo pontefice ad abbandonare il tradizionale pluralis maiestatis nei suoi discorsi, rivolgendosi in prima persona singolare ai fedeli, anche se molto spesso L’Osservatore romano rimaneva fedele alla tradizione, sostituendo “Io” con “noi”.

Il suo ministero iniziò formalmente il 3 settembre con una messa solenne celebrata nella piazza davanti alla basilica Vaticana, dove non gli venne posta sul capo la tiara, ma ì gli venne imposto sulle spalle soltanto il pallio, e ricevette il saluto, uno per uno, dei centoquattro cardinali, che gli rinnovarono l’obbedienza. Dopo la secolare tradizione dell’incoronazione papale, Giovanni Paolo I optò per una cerimonia semplice e sobria; questo cambiamento verrà imitato dai suoi successori. Parlò di sé in termini umani e non ebbe remore nell’ammettere la timidezza del suo carattere, ricordando pubblicamente il momento in cui, ancora patriarca di Venezia, Paolo VI gli aveva messo sulle spalle la stola papale facendolo diventare “rosso per la vergogna”.

La morte

Nell’ultimo giorno di vita, Giovanni Paolo I svolse le consuete attività di studio e lavoro, decretò alcune nomine e tenne varie udienze, tra le quali quella delle 18:30 con il segretario di Stato cardinale Jean-Marie Villot. Quella sera il pontefice cenò con i segretari Diego Lorenzi e John Magee, e intorno alle 21 sentì al telefono l’arcivescovo di Milano Giovanni Colombo e poi, alle 21:30, il proprio medico personale.

Morì a un’ora imprecisata della notte, presumibilmente tra le 23 del 28 settembre e le 5 del 29, dopo soli 33 giorni di pontificato. La notizia, trapelata nelle prime ore del mattino e confermata in un colloquio telefonico da un cardinale già alle 7, cominciò a diffondersi entro un’ora e fu data ufficialmente dall’Osservatore Romano nell’edizione straordinaria listata a lutto delle 11 del 29 settembre. Il comunicato riportava:  “Questa mattina, 29 settembre 1978, verso le 5.30, il segretario privato del Papa, non avendo trovato il Santo Padre nella Cappella del suo appartamento privato, come di solito, lo ha cercato nella sua camera e lo ha trovato morto nel letto, con la luce accesa, come persona intenta alla lettura. Il medico, dr. Renato Buzzonetti, immediatamente accorso, ne ha constatato il decesso, avvenuto presumibilmente verso le 23 di ieri, per infarto miocardico acuto“. In verità il corpo venne ritrovato non dal segretario, ma da due suore che lavoravano nell’appartamento papale, ma si decise di dare l’annuncio in questo modo per evitare malizie.

Mentre l’entourage papale si raccoglieva al capezzale del pontefice defunto, la salma veniva rivestita dei paramenti del lutto ed esposta nella Cappella Clementina a ricevere l’omaggio di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica Italiana. In seguito alla diffusione della notizia prese avvio un vasto afflusso di fedeli, ammessi a visitare la salma a partire dalle ore 12 fino al momento del funerale. Il 30 settembre la salma fu traslata in San Pietro e, lo stesso giorno, il collegio cardinalizio fissò le esequie per il giorno 4 ottobre. Il funerale vide circa centomila presenti, tra cui centodue rappresentanze di Stati del mondo, dieci di organizzazioni internazionali, diciassette acattoliche e tre ebraiche. Concluso il rito, la salma fu tumulata nelle Grotte Vaticane di fronte alla tomba di Marcello II, un Papa a sua volta noto per la brevissima durata del pontificato (22 giorni nel 1555). Un paragone era anche corso con Leone XI, papa per 26 giorni nel 1605, il cui epitaffio Magis ostentus quam datus («Più mostrato che dato») fu citato per Giovanni Paolo I.

Le teorie

Benchè da piccolo avesse sofferto di diverse malattie, le testimonianze sullo stato di salute di Giovanni Paolo I negli ultimi anni di vita sono contraddittorie.  Tra coloro che sostengono la cagionevolezza della salute di Luciani, padre Francesco Farusi dichiara di possedere informazioni su un episodio di tubercolosi e su «una forma d’infarto al cuore», mentre nelle memorie del cardinale Jacques-Paul Martin si esprimono perplessità per la scelta di Luciani da parte di un conclave che avrebbe dovuto conoscere le precarie condizioni fisiche del candidato. Secondo il biografo Marco Roncalli, varie persone e un organo di stampa, il Gazzettino di Venezia, testimoniano l’esistenza di indizi preoccupanti nell’imminenza del conclave, con sospetti incentrati sull’embolia, su un dolore al petto, su un gonfiore alle caviglie. Sul fronte opposto, il gesuita Jesús López Sáez ritiene che il papa fosse del tutto sano o che le voci sulla sua infermità fossero molto esagerate; López cita in proposito il medico di Luciani e il fratello del pontefice Edoardo Luciani: il primo, che visitò il papa tre volte nel corso del breve pontificato, sostenne di averlo trovato molto bene e ribadì che all’epoca era in buona salute; il secondo invece disse che il Papa “aveva un fisico di ferro”.

A fare scalpore però, fu soprattutto la teoria sviluppata dal giornalista investigativo britannico David Yallop, il quale sei anni dopo scrisse un saggio, In nome di Dio, in cui ipotizza un omicidio a sfondo politico ad opera di alcuni cardinali che si opponevano agli interventi di riforma programmati da papa Luciani, in particolare a quella dell’Istituto per le opere di religione (IOR), allora gestito da Paul Marcinkus. Le dichiarazioni di Vincenzo Calcara, pentito di Cosa nostra, hanno successivamente alimentato questa tesi, benché prive ad oggi di riscontri oggettivi. La prematura e sconcertante scomparsa del papa appena eletto fece sì che nei giorni del lutto alcuni media privati avanzassero sospetti sulle reali cause del decesso, o anche solo li riportassero per respingerli. Aperte richieste di esecuzione di un’autopsia pervennero da più parti, ma il collegio cardinalizio non diede seguito ad esse; questo perché è prassi che l’accertamento della morte venga affidato solo alla conferma da parte del Camerlengo. Inoltre l’autopsia non poteva essere fatta in quanto il corpo era già stato imbalsamato, per molti in modo frettoloso e sospetto, alimentando ancora di più le ipotesi di complotto.

 

In generale gli ambienti cattolici respingono da sempre le ipotesi d’assassinio e neppure gli storici prendono generalmente in considerazione l’ipotesi. In conclusione la causa della morte di papa Luciani rimane un mistero: ufficialmente, è identificata in una patologia cardiovascolare, ma non sappiamo se sia la verità, anche perchè non abbiamo piena chiarezza sulle circostanze del decesso.

 

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