La mitologia, si sa, è affascinante ed enigmatica: racconta le avventure di giganti, dee e dei, i quali si sfidano in mondi fantastici e lontani nel tempo.
Ma cosa sappiamo della mitologia norrena? Recentemente la cultura pop si è incentrata abbondantemente su di essa, a cominciare dai fumetti e film Marvel che raccontano le avventure di Thor e Loki, sino ad arrivare al libro “I Miti del Nord” di Neil Gaiman, e alla serie tv “Vikings”. Tuttavia le fonti originali, tra cui le importantissime “Edda poetica” ed “Edda in prosa”, restano le più fedeli al mondo nordico antico.
La cosmogonia e la cosmologia nell’Edda degli antichi
Una domanda che tutti noi ci poniamo prima o poi, a partire dalla notte dei tempi: com’è nato l’universo? La cosmogonia – cioè il modo in cui è nato il cosmo – degli antichi nordici comincia come molte altre religioni: dal caos primigenio nacque il mondo. Oggi vi sono diverse fonti che raccontano la creazione del mondo secondo i norreni, tra cui gli “Edda poetico” ed “Edda in prosa”,”L’Inno di Caedmon”, il “Beowulf” e la “Voluspa”. Nell’ “Edda in prosa” di Snorri Odino parla con il re svedese Gylfi della nascita e della fine del mondo; nell’ “Inno” Caedmon, un monaco sogna la creazione del mondo e impara nel sonno i versi che raccontano “l’inizio delle cose”; nel “Beowulf”, poema in 3182 versi allitterati, un poeta narra l’origine del mondo in un’atmosfera di festa; nella “Voluspa”, una volva, ovvero una profetessa, ricorda le antiche narrazioni sulla nascita del cosmo. L’universo nacque dal caos, in antico nordico chiamato “Ginnungagap“, da cui prese vita il gigante primordiale Ymir. Egli si nutre del latte della mucca Audhamia, la quale a sua volta si nutre leccando pietre ghiacciate e salate. Ella, durante la terza notte genera un essere umano, Buri, che ha un figlio, Borr, il quale prende in sposa Bestla. La coppia ha tre figli: Odino, Vili, Vè. I tre uccidono Ymir: il suo corpo forma Midgard aka la Terra; il suo sangue i laghi, i fiumi e il mare; dai suoi capelli si originano gli alberi, e, infine, il suo teschio, posto dai tre fratelli sopra il Ginnungagap, diventa così la volta celeste.
La cosmologia germanica è rappresentata da Yggdrasil, l’albero cosmico, che collega i nove mondi tra di loro: Midgard, che letteralmente significa “giardino di mezzo” cioè la Terra; Asgard, il mondo degli Asi, e Vanaheimr, il mondo dei Vani, si trovano nella parte superiore; invece i nani abitano a Nidavellir; i giganti del ghiaccio a Jotunheim, quelli del fuoco a Muspellheim; mentre gli elfi della luce vivono ad Alfheim e quelli oscuri a Svartalfheim; e infine c’è Hel, il regno degli Inferi.
Gli dei tra “Miti del Nord” e mondo Marvel
Gli dei erano figure piuttosto enigmatiche. Odino è il dio più saggio di tutti, e i fan di “Thor” della Marvel avranno notato che gli manca un occhio. Vi sono diverse versioni per questa storia, Neil Gaiman nei “Miti del Nord” si rifà a una leggenda raccontata nelle fonti antiche. Si racconta che Odino andò a Joutunheim, il mondo dei giganti del ghiaccio, cercando Mimir, il gigante che ricorda tutto, il saggio per eccellenza. Giunto nel mondo dei giganti del ghiaccio, il dio gli chiese ciò che agognava tanto: la saggezza. Mimir rispose che c’era un prezzo da pagare: avrebbe dovuto sacrificare il suo occhio per essere al corrente di tutte le cose, e così Odino fece.
Che dire invece di Loki e Thor? Il dio del tuono, in realtà, era sposato con Sif, dea bellissima dalla chioma bionda dorata (non come Natalie Portman). Una leggenda, che racconta anche Neil Gaiman nel suo libro, racconta di come Loki rubò i capelli a Sif. Loki, un dio un po’ dispettoso, una notte decide di rubare la bella chioma della moglie di Thor, il quale ovviamente va su tutte le furie, e lo obbliga ad andare dai nani costruttori, inducendoli a gareggiare per chi fabbricherà i capelli più belli. I nani fabbricano diversi tesori per gli dei, tra cui il martello Mjolnir, invincibile arma del dio Thor.
Anche le dee non mancavano nella mitologia nordica: Freya era la dea dell’amore, della bellezza e dell’oro. Nella mitologia gli antichi la descrivevano come una donna bellissima, dai capelli lunghi e biondi, che si muoveva su un carro, a sua volta accompagnato da due gatti. Nel libro di Gaiman la dea è una figura molto decisa e forte, come emerge da alcuni miti che ci racconta lo scrittore.
Ragnarok: la fine del mondo dei norreni
“Thor: Ragnarok” è il terzo capitolo della trilogia Marvel e (spoiler) racconta la distruzione di Asgard. In realtà, Ragnarok è la fine del mondo, l’apocalisse seguita poi dal giudizio universale. Quando il mondo si regge ancora in piedi, i guerrieri valorosi vanno nel Valhalla, trasportati dalle Valchirie; ma qui il mondo si distrugge del tutto. Ragnarok è, inoltre, un concetto affascinante tutt’ora, tanto da raccontarlo nelle serie tv odierne: in “Vikings” i personaggi diventano cupi e tenebrosi quando se ne parla, ma finalmente Lagherta, l’eroina femminile dello show, lo racconta. Nell’antichità vi sono diverse fonti che lo raccontano, tra cui il “Muspilli“, scritto in antico alto tedesco, che narra la distruzione del mondo. “Muspilli” è simile al nome “Muspellheimr“, il mondo dei giganti del fuoco. Vi è un collegamento etimologico, come se il mondo cadesse nelle fiamme. Quando Ragnarok soccomberà, verrà un inverno terribile, della durata di tre anni, dopodiché le relazioni tra le persone si romperanno, ci saranno guerre e carestie e poco a poco tutte le fonti di luce si spegneranno: il sole, la luna e le stelle. Così, il mondo cadrà nell’oscurità. In seguito, dalle ceneri, il mondo risorgerà e i figli degli dei prenderanno il posto dei loro genitori.