Il rapporto tra Achille e Patroclo e la pederastia greca
La canzone di Achille racconta di un amore puro tra due ragazzi che non aveva nulla di scandaloso per l’antichità, basta pensare a come venivano educati gli spartiati…
La canzone di Achille
Madeline Miller pubblica dopo dieci anni di ricerche, bozze e perfezionamenti la sua opera d’esordio: La canzone di Achille che le permette di vincere l’Orange Prize. Questo libro racconta l’incredibile storia d’amore e d’amicizia tra Patroclo e l’eroe Achille, destinato a diventare un dio, prima e durante la guerra di Troia. Il suo è stato un lavoro di analisi approfondita sugli scritti attribuiti ad Ovidio, Omero, Eschilo, Platone, Apollonio Rodio, Sofocle e Virgilio.
Achille, tra i tanti ragazzi che vivevano e si allenavano nel suo palazzo, scelse Patroclo come suo consigliere e guardia d’onore. Un ruolo a cui tutti ambivano. E il ragazzo gracile e poco attraente rimase sorpreso da tale decisione. Iniziarono a frequentarsi, a passare più tempo insieme, diventarono un’anima sola e la penna della Miller ci racconta di un amore intenso, puro e vero, che si scaglia contro il giudizio della madre Teti. Interessante è il fatto che la storia venga narrata proprio dal punto di vista di Patroclo che non è altro che un esule, un ex principe, un orfano, che a dieci anni raggiunge Ftia ed incontra per la seconda volta il re Peleo che vive nella sua dimora con suo figlio: il semidio concepito in seguito ad una violenza ai danni della ninfa del mare Teti. Lo sguardo pieno d’ammirazione, d’amore e di lealtà di Patroclo riempie, colma e descrive gli spazi vuoti attorno alla figura del giovane e poi dell’eroe adulto Achille.
Eravamo come dei all’alba del mondo e la nostra felicità era così abbagliante che non potevamo vedere altro che noi
Pederastia greca
Il rapporto tra i due combattenti è stato a lungo studiato ed analizzato proprio perchè non era chiaro fino a che punto si spingesse: erano solo buoni amici, parenti (come li presenta il film Troy) o qualcosa di più? Nell’Illiade Achille si dimostra apertamente e veramente interessato alla salute ed alle idee della sua guardia d’onore, al tempo stesso però appare come arrogante ed insensibile nei confronti di tutti gli altri personaggi, che siano alleati o nemici. I pareri sono molto controversi, dove la Miller vede una bellissima storia d’amore tra due ragazzi, altri scrivono solo di una fortissima amicizia virile.
Bisogna però analizzare questa relazione all’interno della logica e della cultura greca del V secolo a.C. in cui era presente il fenomeno della pederastia greca, ovvero un vincolo codificato e ritualizzato fra due uomini di età diversa, tra un ragazzo più giovane ed un uomo adulto. Era un rapporto spesso erotico ed era naturalmente riconosciuto ed accettato pubblicamente.
Sparta è stata una delle prime città-stato a regolare questa pratica con delle leggi, attraverso il Codice di Licurgo, considerandola come parte importante dell’agoghé (il sistema educativo spartano), dell’esercito e dell’intero sistema politico vigente. A Creta o ad Atene il consenso del fanciullo non era obbligatorio (anche se era preferibile) a Sparta invece lo era, infatti l’adulto doveva avere l’affetto del ragazzo prima di instaurare una solida amicizia.
Eva Cantarella e la sua analisi
La relazione con Patroclo era assai diversa da quella che Achille aveva con Briseide. Lei era una schiava concubina e, come è noto nella tradizione umana, le schiave sono sempre state delle partner intercambiabili. Agamennone stesso sostituisce velocemente Criseide, la sua schiava che gli era stata sottratta, con quella di Achille, il quale si offende dopo questo gesto.
Eva Cantarella, scrittrice, storica, sociologa e giurista italiana, analizzando questo fatto scrive nel suo libro Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico:
Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell’eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patroclo, deve prendere moglie “come giusto che sia”. Un rimprovero, forse? La prova che Teti rimproverava l’amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l’eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l’esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell’amore omosessuale.