Il 25 settembre del 1943 l’ammiraglio Colombo salpa per il suo nuovo secondo viaggio, ecco i retroterra.

Cristoforo Colombo è riconosciuto per i suoi famigerati viaggi e per la sua esperienza nella navigazione. Grazie ai suoi viaggi, infatti, non solo è riuscito ad inserire una vera e propria cesura nella storia moderna, ma permise, a quei tempi, l’avvio di nuovi commerci con il cosiddetto “Nuovo Mondo”, stabilendo dei nuovi assetti economici.
I progetti di Colombo
L’idea di Colombo di viaggiare per l’oceano, non nacque da un giorno all’altro. Egli, infatti, nel 1483 propose al re Giovanni II del Portogallo un piano per un viaggio verso ovest, viaggio che avrebbe avuto come fine ultimo, quello di trovare una via per le Indie. Invero, le cose non andarono come prospettato.
Innanzitutto il re Giovanni II prima di approvare il progetto di Colombo ne parlò con i suoi consiglieri che, però, non si pronunciarono favorevoli. Ma come mai? Colombo stimava che per potere arrivare alle Indie bastassero circa 3900 km, ma tale distanza, non fu considerata esatta dai suddetti, poiché troppo breve rispetto alla realtà.
Sebbene il no fosse stato categorico, Colombo non abbandonò mai il suo piano. Purtroppo in quegli anni perse anche la moglie e decise di andare a Siviglia, insieme al figlio. Tra coloro i quali potevano finanziare la sua impresa c’era Enrique Pérez de Guzmán y Meneses, ma non avendo precedentemente avuto Colombo l’aiuto della corona, si trovò costretto a rifiutare a sua volta. Fu il duca di Medinaceli a convincere, per parte, Isabella di Castiglia, che acconsentì ad un incontro con Colombo. Nonostante i lunghi tempi di attesa, nemmeno questo tentativo andrà in porto e nemmeno i successivi. L’esito positivo arriverò dopo anni, nel 1942, quando finalmente i reali si convinsero ad accettare la sua proposta.
Il primo viaggio di Colombo
È qui che si può collocare la cesura storica di cui si parlava precedentemente. Quando i reali accettarono e firmarono la proposta di Colombo era il 17 aprile del 1492. Si trattava di un contratto dal nome Capitolaciones che assicurava a Colombo una serie di fruttuosi vantaggi. Il 12 maggio dello stesso anno, Colombo lascia la città.
Le navi, le tanto famose tre caravelle di Colombo, erano la Nina, la Pinta e la Santa Marìa. Insieme ai rifornimenti e a tutto ciò che serviva, Colombo scelse anche 90 marinai. La navigazione non fu semplice e il diario di bordo fu perso. Nonostante le intemperie si riuscì comunque a navigare, sebbene si possano contare dei periodi molto duri, periodi in cui i marinai non videro terra ferma per circa un mese. Il 12 ottobre, la ciurma trovò un luogo dove sbarcare: Colombo era arrivato nel Nuovo Mondo.
Il secondo viaggio
Meno di un anno dopo del suo primo viaggio, il 25 settembre del 1493 Colombo salpa per il suo secondo viaggio, questa volta da Cadice. Partì con 17 navi e circa 1200 uomini. Dopo una settimana arrivò alle Canarie, ma la rotta prospettata era più a sud rispetto a quella del primo viaggio. L’obiettivo era quello di portare quanto più oro possibile, ma le cose, ancora una volta, non andarono come previsto. Furono mandate una dozzina di navi cariche di pochissimo oro e se ne chiedevano, in cambio, altre poche navi piene di viveri freschi e medicine, dato che in molti si erano ammalati per il cibo indigesto e le condizioni in cui versavano. L’esplorazione continuò per mesi e Colombo si convinse che quel posto, Cuba, fosse un continente.
Il ritorno, peggio del previsto. Colombo aveva già deciso di ritornare in Europa, ma un uragano si schiantò contro le imbarcazioni. Rimase utilizzabile solo la Nina delle caravelle a disposizione, ma sebbene ci fossero state delle perdite durante il tragitto, quella sola caravella non sarebbe bastata per riportare a casa tutti gli uomini. Venne chiesta la costruzione di un’altra caravella e dopo che questa fu conclusa, il 10 marzo del 1496 partirono per Cadice, per poi arrivare in Europa l’11 giugno.