Sole: cosa ci nascondi ancora?

Quando Icaro si avvicinò troppo al sole, le sue ali di cera si sciolsero e per lui non ci fu nulla da fare. Ad Icaro non mancò l’esperienza, bensì il rivestimento in fibra di carbonio, spessa 12 centimetri, e un rivestimento contro le particelle ad alta energia provenienti dal sole. Ovviamente ai tempi non avevano abbastanza tecnologia per una resistenza maggiore, ma il nuovo satellite della NASA sì, ed è pronto ad orbitare intorno al sole!

L’innovazione tecnologica dei satelliti

Dal primo satellite lanciato in orbita dai sovietici, lo Sputinik 1, ne è passata di acqua sotto i ponti, o per intenderci meglio, corrente nei circuiti. Le nuove tecnologie hanno portato alla creazione di diversi tipi di satelliti come quelli per le telecomunicazioni, metereologici o per la navigazione (GPS). I satelliti di tipo scientifico, invece, hanno cominciato a prendere piede anche in questi periodi, ed inseguito sono state costruite le prime sonde, come Voyager 1 e 2. Da sempre il compito di queste sonde è quello di studiare e fotografare  i corpi del nostro sistema solare, come la sonda Cassini per Saturno o la sonda Venera 9 atterrata su Venere. Uno dei corpi più complicati da studiare è da sempre stato il Sole per via delle alte temperature in un’orbita vicina e delle particelle energetiche provenienti da esso. Ma adesso, con la sonda Parker (targata NASA) sarà possibile affrontare uno studio della nostra stella.

La sonda Parker

Data la sua vicinanza al sole, la sonda avrà bisogno di un’orbita fortemente ellittica, la quale sarà data dai potenti razzi Delta IV Heavy: per dirigersi verso il Sole, infatti, avrà bisogno di un’energia 55 volte superiore a quella necessaria per raggiungere Marte. Essa, inoltre, raggiungerà una velocità di oltre 600.000 chilometri orari, conquistando il record del veicolo spaziale più veloce della storia! La sonda Parker arriverà ad una distanza record di 6,3 milioni di chilometri dal Sole: sarà immersa nella corona solare, dove le temperature raggiungono picchi di 1.377 gradi. Le immagini ultra dettagliate che scatterà ci aiuteranno a capire cosa accelera il vento solare e le particelle energetiche, in modo da permettere previsioni sempre più accurate delle tempeste solari e del meteo spaziale. Per resistere al calore, questo sarà protetta da uno scudo spesso quasi 12 centimetri e realizzato con un materiale composito a base di carbonio. Inoltre potrà contare su efficienti sistemi di raffreddamento che abbasseranno la temperatura interna per consentire il normale funzionamento degli strumenti di bordo. Qualche pericolo in più potrebbe arrivare dall’enorme flusso di particelle energetiche emesse dal Sole. La sonda è stata progettata nei minimi dettagli proprio perché il flusso di particelle potrebbe distruggere l’elettronica di bordo, ridurre l’efficienza dei pannelli solari e disorientare il satellite colpendo i suoi giroscopi.