Sapevate che esiste un veliero che porta lo stesso nome di uno dei più noti esploratori di tutti i tempi? Ecco, pochi giorni fa l’Amerigo Vespucci ha attraccato a Tokyo.
Tutti (o quasi) conoscono Amerigo Vespucci, il navigatore fiorentino che ha dato il nome alle Americhe. Dopo la celeberrima missione di Cristoforo Colombo, infatti, le esplorazioni nautiche finanziate dai reali di Spagna e Portogallo sono continuate, portando moltissime novità in Europa; prima fra tutte, il fatto che Colombo non sia mai arrivato in India, ma che con le tre fantomatiche caravelle sia sbarcato a San Salvador, la prima terra “scoperta” del nuovo continente. Il 25 agosto 2024, più di cinquecento anni dopo, l’Amerigo Vespucci, storico veliero della Marina Militare italiana, è arrivato in Giappone dopo aver attraversato tutto il Pacifico.
Il giro del mondo in due anni dell’Amerigo Vespucci
È questa la durata prevista per il viaggio in mare del “veliero più bello del mondo“, varato quasi un secolo fa a Castellammare di Stabia come nave scuola per gli allievi dell’Accademia navale di Livorno; oggi vanta il record come la più antica imbarcazione della Marina Militare Italiana ancora in servizio. Direi che è in ottima forma, visto che ha appena raggiunto il porto di Tokyo, dove il suo equipaggio si fermerà fino al 30 agosto.
Il tour mondiale dell’Amerigo Vespucci è iniziato lo scorso 1 luglio 2023, quando ha lasciato il porto di Genova, ed è già alla ventiduesima tappa su trentuno; tra le città in cui è sbarcata nell’arco di poco più di un anno abbiamo Marsiglia, Rio de Janeiro, Buenos Aires, Los Angeles e, ultima in ordine cronologico, Tokyo. Al termine di questa lunga trasferta, previsto per febbraio 2025 a La Spezia, il veliero avrà toccato le coste di trentuno paesi situati in cinque continenti diversi. Alle diverse tappe, studiate in lungo e in largo per il globo terrestre, si alternano periodi di navigazione anche molto prolungati, che possono estendersi a mesi interi per i tragitti più lunghi, come quello che ha portato il veliero da Honolulu, capitale delle Hawaii, al Giappone. Adesso l’equipaggio se la dovrà vedere con la tratta Indo-Pacifica, potenzialmente insidiosa quanto affascinante e ricca di sorprese. Esatto, proprio quella dove Colombo credeva di essere finito.
Amerigo Vespucci: la nascita di una leggenda
Amerigo Vespucci è uno dei personaggi storici più famosi di tutti i tempi. Condivide insieme a Cristoforo Colombo il merito di aver ridisegnato confini del mondo fino ad allora conosciuto – almeno in ottica eurocentrica, che è quella su cui si fondano le nostre conoscenze storiche basilari. La paternità della scoperta delle Americhe è infatti attribuibile a entrambi i navigatori italiani: se da un lato Colombo ha inaugurato la nuova rotta attraverso l’Atlantico, Vespucci ha avuto la brillante intuizione che le terre dove Colombo era approdato una decina d’anni prima di lui non fossero le “Indie”, come l’ammiraglio genovese sosteneva, ma che si trattasse a tutti gli effetti di un continente nuovo e inesplorato. In ogni caso, le scoperte di Colombo e Vespucci hanno segnato il definitivo passaggio dal medioevo all’età moderna, rivoluzionando la concezione del mondo e dell’uomo in rapporto ad esso.
L’avventura di Vespucci inizia a Siviglia, dove si trova per affari. È infatti il rampollo di una delle più ricche famiglie fiorentine, all’epoca in cui Firenze, governata dalla famiglia Medici, era una delle città più influenti d’Europa. Nel giro di tre anni, tra il 1499 e il 1502, compie una serie di viaggi ricalcando la tratta percorsa da Cristoforo Colombo, nel corso dei quali elabora le prime accurate descrizioni delle località e delle popolazioni in cui lui e il suo equipaggio si imbattono di volta in volta.
L’origine del nome “America”
La prima spedizione a cui Vespucci partecipa inizia nel maggio 1499. Dopo quasi un mese di navigazione, le quattro navi dell’equipaggio arrivano nell’attuale Guiana francese; da lì, Vespucci decide di proseguire in solitaria verso sud, giungendo fino all’estuario del Rio delle Amazzoni. Due anni dopo salpa nuovamente in direzione di quelle regioni misteriose, che già sospettava non appartenere al continente asiatico; stavolta arriva fino all’estremità del Cile, e conclude definitivamente di essere al cospetto di qualcosa di mai visto prima.
Alle nuove terre viene dato il nome “America” (“terra di Amerigo”), in onore del suo scopritore. Tale denominazione compare per la prima volta nella “Cosmographiae Introductio” di Martin Waldseemmüller, che per primo diffonde le scoperte di Vespucci. Inizialmente, si riferisce solo alla parte centro-meridionale dell’America, vale a dire quella esplorata dal navigatore fiorentino; più avanti, viene esteso ad entrambi i continenti oggi separati dal Canale di Panama, le Americhe.
Quando Vespucci torna in Europa, presso la corte del re di Spagna, viene ricoperto di gloria e incarichi prestigiosi; in particolare, diventa mentore di una nuova generazione di navigatori e cartografi, e disegna le prime mappe ufficiali delle nuove terre insieme alle coordinate nautiche per raggiungerle.