Le persone ormai sono costantemente esposte a radiazioni provenienti da cellulari, dal microonde, dalla televisione, dalla radio e dal Wi-Fi. La continua esposizione a tali radiazioni dipende dal fatto che ormai le sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza sono ormai onnipresenti.
A causa di questa costante esposizione si sono diffusi dubbi circa la loro sicurezza per la nostra salute. Ricerche passate hanno evidenziato che alcune radiazioni sono dannose per la nostra salute, come i raggi ultravioletti: danneggiano il DNA ed aumentano il rischio di sviluppare melanomi.

Una delle tante credenze popolari afferma che i dispositivi elettronici, come i cellulari o il microonde, possano causare tumori cerebrali. A smentire tale credenza uno studio recentemente condotto e pubblicato su Environment International. Quest’ultimo afferma di non aver trovato alcun legame tra i tumori cerebrali ed i campi magnetici ad alta frequenza. Lo studio, condotto su un campione costantemente esposto a tali radiazioni per ragioni di lavoro, ha escluso (almeno per ora) il legame con il glioma ed il meningioma.
Sul sito dell’AIRC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) i campi elettromagnetici sono stati classificati come “cancerogeni di gruppo 2B”, quindi come sospetti cancerogeni. Questo significa che c’è “una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani ed un’insufficiente prova di correlazione nei modelli animali”. Si tratta di una classificazione cautelativa perché non è possibile sapere quanto ciascun individuo è esposto quotidianamente a queste radiazioni. Per il momento quindi non esistono studi scientifici che abbiano evidenziato un legame causale diretto tra queste radiazioni ed i tumori cerebrali.

I risultati emersi dallo studio sono stati confrontati con altri di uno studio condotto in precedenza chiamato INTERPHONE. Questo studio aveva l’obiettivo di comprendere la relazione tra la comparsa di tumori cerebrali e l’uso dei cellulari. Le persone che hanno partecipato a questo studio provenivano da 7 nazioni diverse e svolgevano lavori differenti, inclusi le telecomunicazioni e l’ingegneria di radar. Ad essere analizzate sono la quantità di radiofrequenze e di microonde (da 10 MHz a 300 GHz), ma anche di campi a frequenza intermedia (da 3 KHz a 10 MHz, quelle emesse dai computer). In entrambi i casi non è emersa alcuna relazione tra queste due radiazioni e l’elevata possibilità di sviluppare gliomi e meningiomi.
La ricerca su questo tema non può dirsi conclusa. Sarà necessario approfondire la relazione tra queste radiazioni ed il rischio di sviluppare un tumore, così come deve essere approfondita la relazione tra il rischio di sviluppare tumori e la reazione chimica ai campi elettromagnetici ad alta frequenza.