Da sempre le civiltà del Sud America sono state oggetto di studi, resi ostici dalla scarsità di ritrovamenti archeologici e dalla difficoltà a interpretare ciò che già è stato trovato. Tuttavia moltissimi film, libri e serie tv hanno preso spunto da queste culture. Uno forse dei più famosi è Apocalypto, diretto da Mel Gibson e uscito nel 2006. Quanto abbiamo visto di realistico sui Maya in quel film così brutale?

Geograficamente, i Maya abitavano l’attuale Messico e le zone adiacenti, in particolare nella penisola dello Yutacan. Il loro dominio si estendeva per 350.00 km quadrati.
L’inizio della loro cultura è datato intorno al 2600 AC. Mentre nel resto del continente buona parte della popolazione iniziava a capire come funzionasse la convivenza in piccoli nuclei urbani, i Maya costruivano templi e si lanciavano in arti quali la ceramica, la filosofia, la letteratura. Il loro periodo di splendore massimo è quello classico, datato intorno al 250-950 DC. Al loro arrivo nel 1500 gli spagnoli troveranno però una società già ai limiti del collasso.
I riti scarificali e la mitologia
Se è risaputo che in tutto il Sud America ci fosse una tendenza al sacrificio umano, forse è meno facile chiarire quale civiltà fosse la più cruenta. Sicuramente i Maya non si possono escludere dalla classifica. Secondo le ultime ricostruzioni un sacrificio riservato alle vittime più importanti era davvero strappare il cuore ancora pulsante dal petto del condannato. Testimonianze del XVI secolo confermano quindi che Mel Gibson non si è confuso con gli Aztechi: i Maya erano una società complessa ed evoluta che faceva anche sacrifici umani.

Probabilmente i prigionieri di guerra terminavano la loro vita dopo grandi cerimonie ed il sangue versato era donato agli dei. Alcuni sacerdoti praticavano invece il sacrificio spontaneo o l’autoflagellazione. Tuttavia il pantheon maya raccoglieva moltissime divinità anche pacifiche che prendevano spunto dall’ambiente circostante.

La sparizione dei Maya
Le ultime ricerche fatte su questa società hanno permesso di togliere ogni dubbio sulla scomparsa della civiltà. Se è vero che gli spagnoli giocarono un ruolo notevole nella (quasi) estinzione dell’etnia Maya, innegabile rimane che questa popolazione fosse in declino già da secoli. In precedenza ogni genere d’ipotesi si era fatta, nutrita anche da speculazione di tipo extraterrestre o sovrannaturale. Le ultime ricerche hanno dimostrato che i Maya causarono da soli la loro fine: le motivazioni principali furono una guerra interna per il potere politico, una siccità prolungata e le conseguenze della sovrappopolazione sull’ambiente. Apocalypto forse non rende pienamente le ultime speculazioni ma rispecchia una verità storica. I maya erano già molto indeboliti e si trovarono impreparati di fronte a una minaccia organizzata come quella spagnola.

Per quanto riguarda le profezie invece il film rispecchia solo parzialmente la realtà. Per quanto vero che i maya seguissero con attenzione i fenomeni celesti nessuno di loro aveva previsto l’arrivo di una minaccia. Al contrario, era stato profetizzato il ritorno di un dio, Quetzalcóatl, una figura dalla pelle bianca e la barba scura. La storia narra di un Cortes talmente astuto da aver approfittato di questa leggenda per essere accolto a braccia aperte a corte.
In definitiva, possiamo dire che la regia di Mel Gibson abbia rappresentato correttamente la società Maya, anche se evidenziandone solo i tratti più violenti e naturalmente, mettendo in risalto i punti più accattivanti ai fini della trama. Non sapremo mai fino a che punto possa essere un ritratto veritiero ma sicuramente non è incosciente dal punto di vista storico.
