Dopo anni di lavori, riapre al pubblico il Complesso monumentale della Pilotta nel centro storico di Parma.
Dopo sei anni di lavoro torna a risplendere uno dei monumenti più iconici della città, oggetto di un progetto di restauro, riqualificazione e riallestimento delle esposizioni che ha interessato una superficie di 30.000 metri quadrati.
LA “PILOTTA” NELLA STORIA
Il palazzo della Pilotta o semplicemente “La Pilotta” è un complesso di edifici situato nel centro storico di Parma. Il nome particolare deriva dal gioco della pelota basca, gioco derivante dalla pallacorda, praticato dai soldati spagnoli nel cortile del Guazzatoio, originariamente detto appunto della pelota.
Costruito attorno al 1580, durante gli ultimi anni del ducato di Ottavio Farnese, duca di Parma e e Piacenza, l’edificio si sviluppa attorno al Corridore, un lungo braccio rettilineo su pilastri, che univa la “Rocchetta Viscontea” al Palazzo Ducale. Unico artista documentato nei lavori è il toscano Giovanni Boscoli, ma è probabile che il progetto sia dell’architetto militare Francesco Paciotto, uomo vicino al duca, che lo richiamò a Parma proprio nel 1580. Nel 1618 Ranuccio I incaricò l’architetto Giovan Battista Aleotti, detto l’Argenta, di trasformare la grandiosa sala d’armi del palazzo in teatro di corte: il celeberrimo Teatro Farnese.
L’insieme di edifici si sviluppa così in tre cortili, chiamati rispettivamente di San Pietro Martire (oggi meglio noto come cortile della Pilotta), del Guazzatoio (originariamente detto “della pelota”) e quello detto della Rocchetta. Nella Pilotta dovevano così trovar posto un gigantesco Salone (trasformato poi nel Teatro Farnese), una grande scuderia, le abitazioni degli stallieri, il maneggio, la stalla dei muli, la rimessa per le carrozze, il guardaroba, la Sala dell’Accademia e una serie di gallerie a delimitare i grandi cortili. Questo insieme di edifici doveva contenere tutti i servizi affiancati dalla vera residenza, cioè il Palazzo Ducale.
PARMA NEL XVI SECOLO
Nel 1545 papa Paolo III istituì con propria bolla il Ducato di Parma e Piacenza, destinandolo in feudo al figlio Pier Luigi Farnese con il quale iniziò un periodo di splendore per la città. Con la firma della pace di Cateau-Cambrésis, nell’aprile 1559 il ducato di Parma e Piacenza fu assegnato definitivamente ai discendenti che lo governarono, con brevi interruzioni, fino al 1731.
Sotto il loro dominio Parma, scelta come capitale, divenne oggetto, dal 1560 di un ambizioso progetto di rinnovamento urbanistico, affidato ad artisti di gran fama. La magnificenza dei duchi favorì la progettazione e la realizzazione di opere architettoniche, che conferirono a Parma il suo caratteristico aspetto attuale e durante gli ultimi anni del ducato di Ottavio Farnese si avviò la costruzione del Palazzo della Pilotta.
LA NUOVA PILOTTA
La “nuova Pilotta”, rappresenta un grande progetto di riqualificazione, risistemazione e ricomposizione che ha permesso di riportare alla sua originaria unità un’importantissima collezione di documenti, beni culturali, artistici e librari, riunendo istituti nati insieme e smembrati nell’Ottocento. La struttura, rimasta chiusa per sei anni, è stata ripensata secondo i criteri scientifici più innovativi e strutturata su un nuovo percorso espositivo dipanato tra collezioni di reperti preistorici, capolavori locali di età romana e tardo antica, ceramiche etrusche, e una sezione egizia.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo alla sua inaugurazione ha considerato il palazzo come “uno scrigno di tesori”. I soli restauri infatti, hanno coinvolto 62 opere della Galleria Nazionale, 102 cornici, 185 manoscritti e volumi della Biblioteca Palatina, 550 reperti archeologici. Reperti che vanno dalle arti figurative della Galleria Nazionale alla stampa con le preziose testimonianze del Museo Bodoniano, dallo spettacolo nel Teatro Farnese alle collezioni librarie della Biblioteca Palatina: l’inestimabile patrimonio culturale custodito in questo museo ha finalmente piena dignità e giusta valorizzazione.