Chiunque pensa di aver fatto una grande avventura probabilmente non ha mai letto il “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”. Un diario scritto da Charles Darwin durante i cinque anni trascorsi a bordo del Beagle, il “brigantino di sua maestà”. Noi tutti crediamo di essere avventurosi, e ce ne convinciamo ancora di più quando torniamo dalle vacanze che abbiamo trascorso nello stesso posto dove le ha passate il nostro vicino di casa. I viaggi all’epoca erano ben diversi e quella di Darwin fu un’avventura nel vero senso della parola. Ha visto di tutto, e ha anche sofferto tanto. Non è molto saggio mettersi in viaggio per cinque anni a bordo di una nave consapevoli del fatto che si soffre il mal di mare. In cinque anni non mancarono, ovviamente, i colpi di scena. In una pagina del diario del 6 dicembre del 1632, dopo un anno dalla partenza, Darwin racconta che «Una sera, mentre eravamo a circa dieci miglia dalla baia di San Blas, un grandissimo numero di farfalle, in sciami di infinite miriadi, si stendeva a perdita d’occhio. Anche col cannocchiale non era possibile trovare uno spazio che ne fosse libero. I marinai dicevano che “nevicavano farfalle” e tale infatti era l’impressione». Poco tempo prima invece, il 12 ottobre, Darwin, che trascriveva proprio tutto, ci descrive un esperimento che volle fare vedendo la quantità di zanzare che lentamente volavano disturbando intorno a lui. Si trovava in Sud America, nelle vicinanze del Rio de la Plata, e precisa che l’atmosfera era quasi tropicale e che il termometro segnava 26°. Il clima perfetto per le zanzare. Darwin, incuriosito, si decise a provare un esperimento: «Esposi la mano per cinque minuti, e ne fu presto nera; suppongo che non fossero meno di cinquanta e tutte occupate a succhiare». Il naturalista non dedicò, però, cinque anni dedicandosi solo a questo tipo di esperimenti. Era impegnato in studi destinati a generare una delle rivoluzioni scientifiche più importanti della storia.
Le basi dell’evoluzionismo![viaggio](http://ilsuperuovo.it/wp-content/uploads/2018/07/images-39-1.jpg)
Darwin è conosciuto da tutti per aver scritto l’ Origine delle specie, che venne pubblicato, però, più di venti anni dopo il rientro dal viaggio. E’ durante la sua avventura che inizia a maturare le idee base per la formulazione della teoria dell’ evoluzione, iniziando a dubitare del fissismo. La grande quantità di specie differenti sparse per il mondo che vide, i reperti fossili che riuscì a recuperare e le stratificazioni rocciose che osservò e studiò, nelle coste dei vari continenti, costrinsero Darwin a porsi qualche domanda. Arrivò, in seguito, il momento in cui capì che sarebbe stato necessario sovvertire l’impianto teorico del fissismo e del creazionismo per gettare le basi di una teoria che rispettasse le evidenti leggi di natura. Si trovò di fronte a delle evidenze empiriche, che potevano essere anche sperimentate, così chiare da non poter essere ignorate. Come mai se Dio, secondo il racconto della Bibbia interpretato dai fondamentalisti, aveva creato le specie (idea del creazionismo) e queste specie erano inoltre fisse, non cambiavano durante il corso del tempo (idea del fissismo), non si trovavano più in natura? Come mai devono morire? E soprattutto, come mai questi animali, che non esistono più, sono molto simili agli animali che vediamo noi oggi, come se fossero collegati fra loro? Questi sono alcuni dei quesiti che più insospettirono Darwin e che lo portarono a cercare delle risposte sempre più convincenti.
L’arcipelago delle Galapagos
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Il 15 settembre del 1835 Darwin approdò sulle isole Galapagos. Fu una sosta molto breve, si trattenne poco più di un mese, fino al 20 ottobre dello stesso anno. E’ qui che, come si racconta spesso, il naturalista inizia a maturare le sue idee rivoluzionarie. La flora e la fauna del posto erano, e sono ancora oggi, una vera miniera d’oro di informazioni per ogni evoluzionista. Per cominciare le tartarughe, da cui l’arcipelago prende il nome (galapago in spagnolo significa tartaruga), possono fornire importanti indizi. Ogni isola contiene le sue particolari specie di flora e fauna, ed è possibile capire da dove proviene una tartaruga analizzando la forma e le dimensioni della sua corazza. Inizialmente Darwin registrò sul suo taccuino le informazioni in modo un po’ confuso, dovette rimettere mano agli appunti, organizzandoli meglio, per capire quanto fosse significativo questo fatto. Dopo un anno, verso la fine dell’estate del 1836, Darwin inizia a sospettare che le tartarughe con cui aveva avuto a che fare nelle Galapagos erano delle «variazioni», uno dei concetti chiave dell’evoluzionismo, maturando il concetto di antenato comune. Una cosa simile accadde con i famosi fringuelli di Darwin. Quando si trovava sulle Galapagos non rimase particolarmente stupito dalle varie specie di uccelli che incontrava. Tanto da commettere lo stesso errore. Non registrò l’isola di provenienza dei vari fringuelli che analizzò, raccogliendoli in maniera disordinata. Dovette aspettare il ritorno in Inghilterra, 2 ottobre 1836, per capire quanto fossero importanti quegli uccelli, al fine della ricerca. L’ornitologo John Gould, quando analizzò i campioni portati da Darwin, contò ben tredici specie diverse e individuò le piccole variazioni. Il naturalista rimase sorpreso, e si accorse che quei fringuelli rappresentavano una prova inconfutabile. Si inizia a pensare che da una quantità discreta di specie di fringuelli si siano evolute, col tempo, le suddette varietà. Ci vollero più di venti anni per riordinare le idee e pubblicare la sua opera più importante. Tutto però iniziò durante questo viaggio, un’avventura destinata a cambiare per sempre lo scenario scientifico mondiale.