Un fisico e una neurobiologa entrano in un bar
Non è una barzelletta, ma l’inizio della storia d’amore tra Sheldon Cooper ed Amy Farrah Fowler. Per chi non lo sapesse, Sheldon ed Amy sono due protagonisti della serie televisiva “The Big Bang Theory” ; entrambi emarginati sociali, i due si incontrarono la prima volta grazie ad un appuntamento combinato in seguito all’iscrizione ad un sito di incontri che li riteneva affini. Da quel primo appuntamento, avvenuto in un bar, il rapporto tra Amy e Sheldon continua e si sviluppa in vero e proprio legame di coppia.
In psicologia esiste una teoria molto interessante che riguarda la nascita di un amore. Stiamo parlando della Scala triangolare dell’amore di Robert Sternberg. Secondo questo modello, l’amore “completo” si può collocare al centro di una piramide i cui vertici sono formati dalle dimensioni di intimità, impegno/decisione e passione. Quando tutte e tre le dimensioni sono presenti nel legame di coppia, secondo Sternberg, si può parlare di vero amore, quello che quasi tutti sognano e vorrebbero avere. Visti i quozienti intellettivi e gli interessi accademici di Sheldon ed Amy senza alcun dubbio entrambi conoscono perfettamente questa teoria, ma forse ce n’è un’altra che apprezzerebbero di più: un modello secondo il quale il legame di coppia viene associato al sistema neurale delle ricompense.
Un studio neurobiologico spiega il legame di coppia
Definiamo innanzi tutto cosa s’intende per “legame di coppia”. Solitamente questi termini sono utilizzati come sinonimi di amore romantico, ma nello studio condotto da Walum e Young, la definizione di legame di coppia si avvicina ad una spiegazione che potrebbe dare Sheldon: una relazione tra due individui inseriti in una coppia riproduttiva monogama. Questo studio ritiene che il legame di coppia abbia origine da un insieme di stimoli ed informazioni inerenti al partner, che dopo essere stati codificati vengono posti in relazione al sistema cerebrale della ricompensa. Secondo i ricercatori questa specifica relazione tra stimolo e sistema di ricompensa, avviene in seguito a processi di plasticità sinaptica, resa possibile dall’intervento di diversi neuromodulatori, tra cui l’ossitocina.
L’ossitocina è un ormone che gioca un ruolo importante quando si parla di interazioni sociali; favorisce l’empatia, i comportamenti generosi e altruistici; ma ha molta importanza anche durante la gravidanza, il parto e l’allattamento per questo oltre ad essere conosciuta anche come “ormone dell’amore”, l’ossitocina è spesso definito come “ormone delle cure parentali”.
Tra le oltre cose, l’ossitocina sembra essere in grado di migliorare il modo in cui il nostro bulbo olfattivo capta gli stimoli olfattivi riguardanti l’identità del partner durante l’accoppiamento. Queste informazione raggiungono l’amigdala e qui acquisiscono una valenza emotiva. In questo modo si forma una vera e propria memoria dedicata al partner. Quando i segnali registrati in questa memoria si ripresentano e vengono percepiti, non fanno altro che stimolare la secrezione di dopamina, che a sua volta attiva i circuiti cerebrali della ricompensa. In parole povere, il legame di coppia si instaura in modo molto simile a quello con cui si sviluppa una dipendenza da sostanza psicotrope! In questo modo nel nostro cervello si forma un “percorso” di risposta neurale dedicato al partner, percepito come uno stimolo gratificante.
Una dichiarazione d’amore sviluppata su queste basi neurobiologiche sarebbe perfetta per Amy, ma per alcuni potrebbe togliere l’alone di romanticismo che si associa ad un rapporto di coppia. Se fate parte della seconda categoria, pensate a questo: c’è niente di più romantico del sapere che il nostro partner ci ama così tanto da aver sviluppato un sistema di risposta cerebrale dedicato solamente a noi?
Valentina Brina