Globalizzazione: più unisce, più allontana

Il termine globalizzazione è un neologismo che nasce nel mondo economico. Se vogliamo definire l’espressione “globalizzazione” possiamo dire che oggi, con essa, intendiamo  un processo attraverso il quale tutti gli individui presenti sulla terra vengono integrati in un’unica rete globale di relazioni economiche. È quindi  un sistema economico caratterizzato da un mercato senza ostacoli o frontiere, i cui protagonisti principali appaiono le grandi imprese

Il fenomeno e le sue cause

Le definizioni di globalizzazione sono varie, ma di base hanno tutte lo stesso concetto: un fenomeno causato dall’intensificazione degli scambi su scala mondiale, con la conseguenza di una interdipendenza sempre più grande tra le economie nazionali.  La globalizzazione moderna, che si avvicina molto a quella dei giorni nostri, nasce come risultato della Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, portando dietro di sé aspetti positivi o negativi e anche cambiamenti sociali, culturali, economici e tecnologici. Nel secolo successivo la connessione tra culture ed economie aumentò, rallento successivamente a causa delle guerre, ma riprese a pieno ritmo negli anni ‘80/’90.

Ma quali sono le cause della globalizzazione?

Una di esse è sicuramente il declino dell’ideologia marxista, sconfitta da un capitalismo sempre più forte ed evidenti. In secondo luogo vi è il maggior sviluppo tecnologico che permette una maggior valorizzazione delle conoscenze tecniche rispetto al semplice lavoro, a seguire si trova il miglioramento delle comunicazioni, che non solo abbassa i costi di transizione, ma favore l’integrazione tra i vari Stati (questo processo si sviluppò anche grazie alla pressione da parte di vari stati per liberalizzare i movimenti  di capitale).

Effetti negativi e positivi sulla vita dell’uomo

Come abbiamo detto, la globalizzazione porta dietro di sé forti cambiamenti, principalmente culturali e sociali, che hanno vari riscontri sulla vita dell’uomo.  Tra gli aspetti positivi vi è una maggior conoscenza dell’altro, del “diverso” ,di conseguenza una maggior circolazione di idee e l’indebolimento di appartenenza ad un territorio in favore del cosmopolitismo.  Per i giovani vi sono più esperienze possibili, più modi per muoversi e per conoscere. Questo processo, però, ad oggi si è ingrandito così tanto da essere più negativo che positivo. I dibattiti su questo tema sono dominati da temi riguardanti il rispetto per l’ambiente e per il lavoro. Quest’ultimo ha subito con la globalizzazione un enorme cambiamento: sparisce sempre di più il lavoro a tempo indeterminato, sostituito da attività temporanee. Vi è quindi un nuovo modello economico non più centrato sul lavoro, ma sulla conoscenza e il sapere; i lavoratori non specializzati posso non trovare facilmente lavoro.

Infine, se da una parte vi è lo sviluppo del cosmopolitismo, dall’altra vi è la tendenza all’omologazione culturale, ad un unico pensiero di massa. Le società vivono una situazione di stallo tra la globalizzazione e il localismo, generando una crescita dell’ ineguaglianza tra persone all’interno della stessa nazione o tra diverse nazioni.

 

 

 

 

Davanti a una prospettiva del genere, anche se i grandi del sistema economico tendono a dare una visione di stabilità e benessere, il risultato è un totale senso di instabilità, di sicurezze e una mancanza di speranza in un futuro più roseo.