Lo smartphone oggi è uno strumento comune a tutti. Hanno imparato ad usarlo i più anziani, e i più giovani si addentrano sempre più precocemente in questo mondo tecnologico. La sua presenza nelle nostre vite, però, può sfociare in dipendenza.
La nascita dello smartphone
Con l’incremento dei modelli di cellulari, oltre che dei servizi offerti, si assiste alla crescita di fenomeni che in alcuni paesi sono stati già definiti come telefonino dipendenza o cellulare addiction. Inizialmente il cellulare era uno strumento essenziale, alla portata di pochi, il cui possesso permetteva una rintracciabilità in tempo reale di utenti socialmente impegnati e importanti. Ben presto il cellulare ha alimentato il bisogno comune di vicinanza, superando i confini dello spazio e del tempo. Così hanno iniziato a moltiplicarsi le funzioni tecniche e con esse anche le funzioni sociali e psicologiche. Il cellulare è uno strumento che accompagna ogni momento della giornata, ci permette di gestire la nostra vita: il lavoro con agende, sveglie e rubriche, lo svago con giochi e fotocamera.
Le funzioni psicologiche del cellulare
La principale funzione psicologica è quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni. Grazie a questo strumento, infatti, ci si può avvicinare o allontanare dagli altri, gestendo così gli impatti emotivi. La seconda funzione è legata allo smartphone come strumento per gestire la solitudine e l’isolamento. Il cellulare diventa simbolo della presenza dell’altro, un’entità sempre a portata di mano. Da ciò consegue un eccessivo investimento affettivo del telefonino, sfociando in una dipendenza. La terza funzione è rappresentata dallo smartphone come mezzo per vivere e dominare la realtà, attraverso le sue molteplici funzioni, l’illusione di immortalare il presente accompagnata a un sentimento di onnipotenza.
La dipendenza
La dipendenza dal cellulare è ormai una realtà. Uno studio importante, che ha inviato un segnale d’allarme, è stato quello di Deloitte. Nel 2016 ha condotto uno studio in 31 paesi con quasi 50 mila persone coinvolte. I risultati sono allarmanti. Il 57% delle persone controlla il telefono entro 22 minuti dal risveglio, l’83% legge le email di lavoro durante la notte e sempre di notte il 37% controlla le notifiche. Il 92% utilizza il cellulare a lavoro e il 59% lo controlla più di 200 volte al giorno. Infine l’80% si addormenta con il telefono in mano e il 21% lo usa per guardare film. Questi dati sembrano avvisarci del fatto che non si tratta più di iper-connessione ma si sfocia nella patologia.
Delfina Ruggero