Da Catone a Salvini, Umberto Eco ci spiega perchè la società ha bisogno di costruirsi nemici.

Sempre più spesso la cronaca ci mette davanti alla cruda realtà: il popolo italiano si è costruito un nemico, il migrante. Il clima di odio fomentato dalle destre populiste offusca la vista delle persone che vedono nell’uomo oltre il Mediterraneo, un nemico da evitare. La cronaca infatti è fittissima di articoli i cui titoli sembrano troppo spesso accorpare reati e nazionalità. Alcune delle più importanti testate giornalistiche utilizzano titoli come “Senegalese pirata della strada” o “Nigeriano uccide la compagna” come ad attirare l’ attenzione sulla nazionalità del criminale e non sul crimine. Questa tendenza è incarnata da figure di populisti che in nome di una presunta superiorità, e sotto slogan come “prima gli italiani” cavalcano l’ onda dell’ odio. La tendenza a crearsi un nemico non nasce oggi, ma è un retaggio culturale antichissimo, come rileva Umberto Eco nel suo saggio Costruire un nemico.

Umberto Eco, Costruirsi il nemico.

Il saggio Costruire un nemico si rifà a una conferenza tenuta da Eco nel 2008. Durante un  soggiorno a New York si trovò a discutere con un tassista riguardo i nemici del popolo italiano. Da qui Eco deduce quanto sia importante per un popolo avere dei nemici e di come sia oltremodo importante riuscire a crearne uno in alternativa. “Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità, ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurarci rispetto al nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro.” scrive Eco. Il nemico è fondamentale perchè ci permette di avere un identità nazionale, ci unisce a dispetto di uno straniero che riteniamo sia diverso da noi. Colui che vive oltre il Mediterraneo ha diversi costumi, diverse usanze e ha un tratto che facilmente lo rende riconoscibile, il colore della sua pelle proprio per questo, è il nemico perfetto.

Catone e Cartagine.

La tendenza a crearsi un nemico però ha origini molto più antiche e chiama in causa politici e letterati di ogni tempo. Questa può essere incarnata nella figura di Marco Porcio Catone (vissuto intorno al 200 a.C) politico e generale romano, reso celebre dalla sua affermazione “Delenda Carthago” ovvero”Cartagine deve essere distrutta”. I Cartaginesi infatti furono per un lungo periodo identificati come un grande nemico per Roma da parte di Catone che oltre all’arte retorica, usò vari espedienti di condanna. Si dice che un giorno egli tirò fuori da sotto la tunica un cesto di fichi provenienti da Cartagine, volendo così dimostrare che se un frutto delicato come il fico poteva resistere al viaggio da Cartagine a Roma, questa era troppo vicina e andava distrutta. Questa mania era infondata data la schiacciante superiorità dei romani nei confronti dei cartaginesi.

Salvini e le eredità populiste.

Davanti a un popolo come quello italiano, costantemente travagliato da lotte interne dai tempi dei guelfi contro i ghibellini arrivando oggi all’ironica distinzione tra ‘polentoni’ e ‘terroni’, Matteo Salvini si è preso il compito di dare all’ Italia un identità nazionale. Per farlo però necessitava di una sorta di fierezza che il popolo italiano non ha, questo probabilmente è il principale motivo che ha portato il leader del carroccio a identificare nel migrante, il nemico. Salvini ha cercato di creare un nemico su quale scaricare paure e ansie della popolazione: se non c’è lavoro è colpa del migrante, se viene compiuto un crimine è colpa del migrante, se ci sono attentati terroristici è colpa del migrante. Purtroppo lo stesso Eco identifica la creazione del nemico, come la più facile via per generare una società coesa, infatti “la società ha necessità di odiare perchè costruire una società senza un nemico necessita di intelligenza e eroismo“. Abbiamo dimostrato nel corso della storia di mancare di entrambe.

Jacopo Sammassimo

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.