Alcuni scienziati hanno cambiato, in modo più o meno netto, la visione delle cose. Basti pensare ad Isaac Newton, con la legge della gravitazione universale, oppure alla teoria della relatività di Albert Einstein. Ce n’è uno, invece, che ha completamente stravolto la concezione della vita sulla Terra: è Charles Darwin, celebre naturalista inglese. Egli infatti, grazie alla sua opera L’origine delle specie, introdusse il concetto di selezione naturale e approfondì l’evoluzione, fino ad allora quasi sconosciuta.
Genesi dell’opera di Charles Darwin
Charles Darwin salpò a bordo del Beagle all’età di ventidue anni in qualità di naturalista di bordo. In questo modo ebbe occasione di esplorare luoghi allora misteriosi, come la Terra del Fuoco e le Galapagos. Proprio qui la sua ricerca vide una svolta: egli infatti notò che i fringuelli avevano dei becchi dalla forma molto diversa tra loro. Questo lo portò a pensare che fosse un adattamento dovuto all’alimentazione degli individui. Le specie inoltre si assomigliavano molto tra loro, facendo pensare a Darwin che non fosse un caso. Il viaggio a bordo del Beagle finì nel 1836, e da lì lo scienziato ha cominciato a riflettere su quanto osservato. Dopo anni di ricerche, nel 1859 la sua opera più importante, ovvero L’origine delle specie, venne pubblicata.
Un’accoglienza contrastante
Ad un primo impatto l’opera di Charles Darwin suscitò molta curiosità e pareri discordi. L’interesse fu tale che la prima edizione, consistente in 1250 copie, andò esaurita in un giorno. La pubblicazione dello scritto di Darwin creò delle controversie poiché si scontrava con quanto diceva la Chiesa, ovvero la teoria del creazionismo. Ai tempi infatti ci si atteneva alla lettera ai testi sacri. Addirittura il teologo Charles Hodge rimproverò a Darwin di negare l’esistenza di Dio, non riconoscendo l’uomo come un’opera divina. La comunità scientifica, invece, in un primo momento si ritrovò divisa tra chi accettava le teorie darwiniane e chi le rifiutava.
La situazione al giorno d’oggi
Attualmente la teoria darwiniana è accettata pressoché ovunque. Persino la Chiesa, col tempo, ha riconosciuto la validità dell’opera del naturalista inglese. Nonostante tutto, però, c’è chi crede ancora nel creazionismo rigettando quanto fatto da Charles Darwin. In alcuni stati degli USA, infatti, lo scetticismo in merito ha la meglio e i pregiudizi di matrice religiosa regnano sovrani. Addirittura in stati come il Texas i bambini imparano il creazionismo a scuola. I creazionisti sostengono che le prove dell’evoluzione non ci siano, o che siano incomplete. Uno dei casi più celebri è quello del cosiddetto anello mancante: queste persone non capiscono che l’evoluzione non è un processo lineare, ma si basa su forme di transizione. Tutto questo, ad ogni modo, non intacca la grandiosità e la rivoluzione che l’opera di Charles Darwin ha portato.
Matteo Trombi