L’immigrazione cinese in America ambientata a San Francisco e raccontata durante le guerre Tong.

La Cina non è sulla Bibbia“, questa è la frase che meglio riassume le condizioni dei cinesi negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo.

Arrivo

L’immigrazione cinese in America si concentrava alla fine del XIX a San Francisco, più precisamente nella Chinatown, la prima del paese. Questa serie analizza molto bene quel momento storico, fatto di violenza, razzismo, corruzione e intolleranza. Volendo fare una regressione su questo fenomeno, in quel periodo in Cina la seconda guerra dell’oppio imperversava, molti cinesi fuggivano verso gli Stati Uniti per fuggire da povertà e miseria. I cinesi che arrivavano erano in gran parte maschi adulti, non a caso, perché i cinesi non emigravano con l’intento di restare, ma con l’intento di fare fortuna e poi tornare a casa. Appena sbarcati venivano venduti e mandati a lavorare per ripagare il debito di viaggio. La forte crisi che c’era nel paese, faceva preferire la manodopera cinese a quella bianca perché a basso costo. Da qui nacquero i primi sentimenti sinofobici.

Le Tong e Chinatown

Tu sei una cavolo di cipolla” . E’ la frase che si sente dire il protagonista della serie Ah Sahm, appena sbarcato in America, in cerca della sorella scappata dalla Cina anni prima. Una sorta di sogno americano al contrario, ritrovare una persona cara per poi tornare insieme a casa. Chinatown in quel periodo era in mano alle varie TongChee KongHip Yee, Kwong Duck (nella serie sono rispettivamente Hop Wei, Long Zii e Fung Hai) che si occupavano di varie attività, quali il gioco d’azzardo, prostituzione, pizzo ma il business principale era la vendita di oppio nelle fumerie, tutte con un propria zona. Queste Tong erano come delle famiglie mafiose che controllavano il territorio, agivano con il consenso delle autorità, questo perché facevano rimanere i cinesi all’interno dei confini.

Il protagonista della serie Ah Sahm

Il razzismo

Il razzismo è uno degli elementi centrali della serie (tema ancora oggi centrale nel dibattito pubblico americano), viene raccontato in modo crudo e molto attuale. La sinofobia crescente nella popolazione bianca, porta nel 1882 al Chinese Exclusion Act, per mano del presidente all’ora in carica, Chester A. Arthur. Quest’atto decretava il divieto di immigrazione per tutti i lavoratori cinesi . Questo razzismo verso i cinesi era talmente radicato nella società americana che venne abolito solo nel 1952 con il Nationality Act. Nella serie vengono considerati individui senza diritti e senza identità: “John Chinaman” è come viene identificato il protagonista quando viene arrestato, a sancire come per la società bianca siano un problema e non degni di far parte della società americana. Anche dall’altra parte non c’è identificazione: i cinesi indicano i bianchi con l’appellativo “anatre”  e  San Francisco stagno” , a testimonianza del muro fra le due parti.

Violenza

Violenza era l’elemento centrale nella vita a Chinatown. Essendo scritto da Bruce Lee, non poteva mancare una buona dose di Karate. Trattato come altro elemento divisivo, mentre polizia e bianchi adottavano uno stile di combattimento classico i cinesi adottavano lo stile delle arti marziali, tipicamente orientali. Vediamo sempre utilizzare dai membri delle Tong armi bianche, a dimostrazione del proprio predominio. Warrior racconta molto bene la vita cinese in America a quel tempo, una vita fatta di dolore, sofferenze e sfruttamento. “Questa è Chinatown, qui no regole, qui solo sopravvivenza