Toronto: uomo fa fuoco sulla folla. 3 morti e 14 feriti

Notte di terrore per le strade di Toronto: alle 22.00 locali (circa le 4 del mattino in Italia), nei pressi del quartiere greco della città compreso tra Danforth e Logan Avenues, una pioggia di proiettili ha colpito una quindicina di passanti, tra i quali una bambina di 8 anni ricoverata in ospedale in condizioni critiche. Secondo il bilancio provvisorio sarebbero tre le vittime accertate – tra cui lo stesso killer – insieme a 14 feriti. Dubbia la matrice terroristica.

Toronto
Credit: ilgiornale.it

A far esplodere le pallottole sarebbe stato uno sconosciuto vestito completamente di nero, con un cappellino e una bandana per mascherare la propria identità e da ultima – come riportato da Andrew Mantzios, testimone dell’inizio della tragica sparatoria mentre sorseggiava un caffè nella piazza canadese – “un’espressione orribile stampata in viso”.
Stando al bilancio provvisorio delle ultime ore, oltre alle 14 persone ferite durante il conflitto armato, gli innocenti morti per mano del killer sono due: la prima sarebbe una donna dichiarata morta già nel luogo della sparatoria, mentre ancora non sono trapelate informazioni circa la seconda vittima dell’omicida. Tra i defunti si annovera infine anche lo stesso fautore della sparatoria, nonostante non sia ancora chiaro se la sua morte sia stata un disperato gesto volontario o piuttosto una conseguenza del successivo scontro a fuoco avvenuto con le forze dell’ordine.
Ancora aperti restano invece i dubbi circa le motivazioni di tale gesto: a detta del portavoce Mark Pugash è infatti troppo presto per asserire se la sparatoria sia legata o meno a finalità terroristiche, e sulla stessa linea di pensiero si è dichiarato il capo della polizia di Toronto, Mark Saunders, che ha sottolineato come “in questo momento sia fondamentale evitare speculazioni”.

Toronto tra la voce delle vittime e l’eco di solidarietà del web

Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni e dai racconti dei testimoni, l’attacco si è verificato proprio quando i locali limitrofi alla strada erano maggiormente affollati: approfittando di questo lo sconosciuto in ‘total black’ si sarebbe diretto verso un ristorante, aprendo il fuoco sia verso il suo interno che in direzione di Danforth Avenue. “C’è stata una pausa, poi altri colpi. Poi un’altra pausa e poi un’altra sparatoria. In totale, saranno stati 20 o 30 colpi” hanno confermato alcuni spettatori spaventati, aggiungendo che – oltre al numero di persone in fuga in preda al panico – una donna a terra sarebbe stata vittima di 2 o 3 bossoli sparati a bruciapelo dal killer.

Nel frattempo sui social non sono mancati i messaggi di solidarietà e vicinanza per le vittime del tragico episodio. Tra questi anche il ‘tweet’ del premier dell’Ontario Doug Ford, che sulla piattaforma virtuale recitava: “il mio cuore si rivolge alle vittime dell’orrendo atto di violenza armata a Toronto e ai loro familiari. Grazie a tutti i primi soccorritori per aver agito rapidamente in modo da aiutare tutti coloro che sono stati colpiti”.

La calma (apparente) del Canada

Nonostante il Canada mostri livelli di violenza armata tendenzialmente bassi – soprattutto se paragonati a quelli degli USA – la sparatoria verificatasi ieri sera in quella che può essere definita la più popolosa tra le sue metropoli (nonché capoluogo della regione dell’Ontario) è solo la numero 220 di quelle avvenute quest’anno.
Stando ai dati forniti dalla polizia cittadina di Toronto, il numero di scontri a fuoco rispetto allo stesso periodo del 2017 sarebbe infatti salito del 12%, per un totale di 286 vittime. La spaventosa crescita di queste cifre è però osservabile da molto prima: se nel 2014 le sparatorie erano arrivate “solo” a quota 177, tre anni dopo tale numero era infatti raddoppiato, salendo esponenzialmente a 395.
Abbiamo un problema legato alle armi” ha dichiarato il sindaco della città John Tory, in carica ormai da quattro anni, mentre alle sue spalle si staglia il drammatico quadro delle statistiche relative alle vittime da armi da fuoco, aumentate del 53% rispetto al 2017.

Francesca Amato