Prima di partire è necessario fare una precisione di linguaggio: verrà usata la parola embrione trattando i primi due mesi di gestazione, quindi otto settimane, per gli altri sette invece verrà usato feto.
L’inizio
Tutto ha origine quando uno dei 250 milioni di spermatozoi riesce a compiere un viaggio a ritroso lungo l’utero e le tube per fecondare un ovocita (il gamete femminile). Qui l’unione dei due genomi, materno e paterno, decide gran parte delle nostre caratteristiche. In primis, viene determinato il nostro sesso, maschio se lo spermatozoo porta il cromosoma Y, femmina se porta il cromosoma X. La cellula che si forma prende il nome di zigote. Essa in realtà non è una vera e propria cellula (con nucleo e organelli vari), ma un momento di passaggio da due entità separate ad una unica e nuova. Questa specie di cellula iniziale inizia a dividersi in modo esponenziale, prima 2, 4, 8 etc., fino a quando ad una settimana dal concepimento si figura un evento critico: l’impianto. Infatti, come detto, la fecondazione avviene nella tuba e le cellule in divisione avanzano verso l’utero. Qui, l’ormai embrione, in quanto struttura già lievemente differrenziata, deve entrare nella parete dell’utero, impiantarsi appunto, per sopravvivere. E’ l’evento più critico ma necessario ad uno corretto sviluppo dell’embrione stesso. Circa due terzi degli embrioni non superano questo ostacolo, la causa più frequente di aborti.
Lo sviluppo
Se l’impianto è avvenuto correttamente, l’embrione può iniziare a svilupparsi e tramite successive differenziazioni, si possono formare gli organi. Già dopo 22 giorni dalla fecondazione, inizia uno degli eventi che dà più significato alla vita e forse ne conferisce l’origine: il cuore comincia a battere. Dopo quattro settimane si sviluppa il volto, probabilmente la caratteristica visiva che ci rende umani e unici. A otto settimane, lo sviluppo è completo (tranne alcune parti del sistema nervoso), solo che la misura è di pochi mm (un fagiolo insomma). Si parla quindi di feto, il cui compito è quello di crescere sempre di più. A 11 settimane, il feto inizia a muovere le mani e qui viene deciso se sarà mancino o destro (1 su 10 è mancino). Nelle settimane successive, grazie all’interazione con l’ambiente, ovvero il liquido amniotico, si forma un altro tratto caratteristico: le impronte digitali. A 15 settimane, viene deciso il sesso, ma da un punto di vista psicologico. Una dose di testosterone, prodotta dai testicoli, stimola il cervello e quindi contribuisce a dare origine al cosiddetto maschio (in assenza di esso quindi femmina). Curiosità: i bambini esposti ad un elevata dose di testosterone hanno un anulare più lungo dell’indice.
E’ ora
Durante tutte le settimane successive, il feto continua a crescere e a caratterizzarsi sempre di più, grazie anche all’ambiente che lo circonda: sua madre. Infatti, le abitudini materne (dieta, stress) influiscono in modo determinante sul bambino, andando ad apportare piccole modifiche chimiche sul DNA che lo segnano definitivamente. A 9 mesi, se tutto è andato nel verso giusto, il bambino è pronto e non vede l’ora di affrontare il mondo.
Alberto Martini