Via al progetto taser. La sperimentazione è gia in atto in 12 città italiane, al Viminale la concretizzazione e la messa in atto di precauzioni come questa non dispiace, in poco tempo potrebbe divenire un fenomeno quotidiano.
Se l’efficacia dello strumento sarà positiva, le forze dell’ordine avranno una fondina anche per il taser. Le lamentele non mancano, si teme perla salute dell’elettrizzato, si temono incidenti spiacevoli: con la corrente non si scherza! Casi di morte da taser se ne contano, e non bastano due mani… Amnesty International ne ha registrate oltre mille in meno di vent’anni. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza tranquillizza con tutta una serie di precauzioni che il detentore dell’arma dovrà prendere prima di premere il grilletto, come se ci fosse il tempo per pensare a come, quando, perché e dove sparare durante un faccia a faccia con il presunto colpevole. E’ necessario analizzare i motivi che hanno spinto a radicalizzare i mezzi di sicurezza, evidenziare le matrici di un provvedimento apparentemente molto serio come questo.
Un problema sociale
Dando un’occhiata alle statistiche, il tasso di criminalità in Italia, al contrario di quanto verrebbe da pensare, è diminuito rispetto agli anni precedenti, ciò che è aumentato d’altra parte è il terrore generale che si dispiega nella nostra società. Colpa vuoi dei media, vuoi della politica o del passaparola, fatto sta che abbiamo paura; abbiamo paura dello straniero, del malvestito, del vicino di casa. Ci armiamo di diffidenza e pregiudizi e percorriamo una vita alimentata da stereotipi ed etichette, comoda e conveniente. Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo polacco, ha parlato di società liquida per definire la nostra condizione, per liquida intende inconsistente, effimera, la società dell’individualismo, dell’egoismo e dell’apparenza, apparenza che ha assunto l’aspetto di un valore, forse l’unico realmente considerato. L’alterità è un ostacolo, a meno che non funga da mezzo per raggiungere uno scopo, la distinzione amico/nemico poggia ormai sui cardini dell’utile e ciò che conta è il garantirsi un posto in questo caotico gioco di supremazia. In tutto ciò è importante evidenziare l’atteggiamento delle neo-generazioni, che non riescono più a metabolizzare il concetto di gerarchia della quale il rifiuto garantisce loro il procedere nell’acquisizione di fama e considerazione da parte dei coetanei.
Valori confusi
La ribellione, l’ignoranza, la repulsione, sono diventate virtù a causa dell’interiorizzazione di luoghi comuni sbagliati e della diffusione di valori contaminati. Non sono i delinquenti che ci fanno paura, non i clandestini, la xenofobia che si respira è da intendere come terrore dell’altro, perché l’altro ha terrore di noi. Nella prima metà del seicento Thomas Hobbes riprende nel De Cive, dall’Asinara di Plauto, il concetto di homo homini lupus, una condizione di guerra perpetua, tutti contro tutti, nel tragico giogo dell’egoismo. Un passato da non sentire poi troppo lontano.
Samuele Beconcini