Quei bravi ragazzi del massacro del Circeo lo erano davvero? Scopriamo cos’è la personalità machiavellica

“Il massacro del Circeo è uno dei più brutali fatti di cronaca nera accaduti in Italia negli anni ’70. Esso ha visto coinvolte due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, di cui una delle due ne fu vittima.”

Fonte: DaBitonto

I loro uccisori erano ragazzi, all’incirca dell’età delle giovani donne e che, apparentemente, sembrava non avanzassero nulla di preoccupante anzi, apparivano come dei bravi ragazzi, educati e gentili.

Una pagina nera: il massacro del Circeo

Tale avvenimento fu uno dei più sconvolgenti che l’Italia ha vissuto nella seconda metà del ‘900. Vide come protagonisti in prima linea i tre ragazzi: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira che torturarono e violentarono le due ragazze per ben 36 ore, causando la morte di Rosaria Lopez, al tempo 19enne.
Tutto cominciò in maniera molto casuale, le due ragazze conobbero i tre tramite un amico in comune di nome Carlo che poi si scoprì essere estraneo all’intero fatto. La conoscenza avvenne pochi giorni prima del delitto, le due si incontrarono il giorno dopo con gli amici di Carlo ovvero Guido e Izzo che dissero loro che avrebbero dovuto raggiungere Carlo ad una festa a Lavinio. Dal racconto di Donatella, l’unica sopravvissuta, si evince che a Lavinio non arrivarono mai perché con l’inganno, Guido ed Izzo portarono le ragazze nella villa di Ghira, situata nei pressi del Circeo.
Arrivati lì i due ragazzi esortano Rosaria e Donatella ad avere rapporti sessuali con loro ma, in seguito alle numerose avances, le ragazze rifiutarono. Iniziano così le minacce armate da parte dei due che si definiscono appartenenti alla banda dei Marsigliesi e, l’indomani, insieme a Ghira, le due amiche vengono separate in due stanze differenti e violentate fisicamente e sessualmente.
Rosaria Lopez muore, Donatella Colasanti invece si finge morta nella speranza di poter sopravvivere e paradossalmente ciò si avvera. I due corpi vengono trasportati in macchina e, nel momento in cui i tre si allontanano, Donatella grida aiuto attirando l’attenzione di un passante che avverte una volante vicina. Donatella così riuscirà a salvarsi.

Fonte: Virgilio Notizie

I Goodfellas del Circeo

Una volta compiuto il delitto, sembra quasi paradossale il fatto che sin dall’inizio non sia trapelato nemmeno un minimo indizio riguardo le intenzioni dei tre criminali. Ciò è spiegabile tramite il concetto della “personalità machiavellica”.

Essa è un costrutto psicologico che indica l’indole a manipolare ed a sfruttare gli altri. Tale personalità comporta l’adozione di atteggiamenti e strategie di manipolazione come l’inganno o il raggiro nelle relazioni interpersonali. Questi soggetti si distinguono per essere dei mentitori abili.
Il mentitore abile è colui che è in grado di far trasparire il falso come verosimile e non mostra differenze nella comunicazione sia quando dice il vero che quando mente, si caratterizza infatti per essere sempre molto calmo e naturale.
Tutto ciò lo si riscontra nell’accaduto in quanto, al momento del primo incontro, i ragazzi apparivano molto educati e gentili al punto tale che Rosaria e Donatella simpatizzarono anche per loro. La medesima cosa nell’incontro seguente in quanto Guido e Izzo convinsero le due ragazze a farsi accompagnare in macchina dicendo che avrebbero raggiunto la villa a Lavinio dove vi era il loro amico in comune, Carlo.
Il loro atteggiamento era molto calmo, classico di un mentitore abile ed è stato così efficace da convincere le due povere ragazze a fidarsi di loro, senza sapere a cosa andassero incontro.

Fonte: Donna Moderna

Donatella: il risultato di un inganno disastroso

L’obbiettivo del mentitore abile è persuadere la propria vittima predestinata al fine di manipolarla per i suoi interessi. Era infatti l’intento dei tre assassini del Circeo, quello di raggirare due ragazze per poi ucciderle ma il loro piano non risultò completato del tutto.
Donatella era l’eccezione, l’unica sopravvissuta a quel clamoroso inganno che poi sarebbe passato alla storia come uno dei più grandi crimini della storia italiana.
Da una menzogna non ci si riprende mai del tutto e questo caso ne è la prova, a maggior ragione del fatto che la vittima in questione era una sua amica. Dalle dichiarazioni infatti si evincerà che la donna non si riprenderà mai del tutto e fino alla fine si combatterà per l’arresto di Andrea Ghira, latitante e considerato morto in seguito al ritrovamento di un corpo che si presume sia dello stesso e di Angelo Izzo, lasciato in libertà e colpevole di ulteriori crimini postumi alla scarcerazione.
Tale vicenda non avrà un lieto fine nemmeno nel privato di Donatella in quanto, in seguito al delitto, la donna morì per un tumore al seno nel 2005.

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