La torre di Pisa pende davvero? Scopriamolo nell’anniversario della sua costruzione

Inizia la costruzione di uno dei più storici e famosi simboli Italiani: è il 9 agosto 1173.

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Il campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta è successivamente diventato famoso in tutto il mondo per la sua pendenza come: Torre di Pisa. Il monumento nel 1987 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

La torre di Pisa

Viene chiamata Torre Pendente o Torre di Pisa, ma in realtà non è mai servita per la difesa della città; è solo una parte del complesso religioso della Piazza del Duomo e, in particolare ne è il campanile. Svolgeva una funzione attiva nella scansione del tempo, umano e divino, per mezzo delle sue sette campane – tante quante sono le note musicali – la più grande delle quali, fusa nel 1655, pesa tre tonnellate e mezzo. È conosciuta in tutto il mondo per la bellezza della sua struttura architettonica, per la singolare pendenza che ne fa un vero miracolo di statica e per il fatto che si trovi nel contesto della celeberrima Piazza dei Miracoli, di cui è il gioiello. Nel dettaglio si mostra con:

  • Altezza: 58,36 metri
  • Diametro esterno alla base: 15,483 metri
  • Campane: 7 (Assunta, Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza e Vespruccio)
  • Stile: Romanico
  • Piani: 9

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La storia del Campanile

La torre di Pisa è una delle più belle icone dell’arte europea medievale. Secondo il progetto iniziale doveva essere molto più alta degli attuali 54,47 metri, una vera colonna imperiale. La torre di Pisa è frutto di rarissime conoscenze per l’epoca, complessi calcoli matematici e geometrici, una abilità architettonica e costruttiva senza eguali a quel tempo, ma la torre di Pisa è anche il simbolo dell’orgoglio di un comune tra i più potenti del medioevo europeo, tale da ritenersi in quegli anni, la vera erede di Roma. I lavori iniziarono il 9 agosto 1173. Le fondamenta vennero lasciate a riposare per un anno intero. L’architetto pisano Diotisalvi ne avviò i lavori, successivamente continuati da di Simone e Pisano. La prima fase dei lavori fu interrotta a metà del terzo piano, a causa del cedimento del terreno su cui sorge la base del campanile. La cedevolezza del terreno, costituito da argilla molle normal-consolidata, è la causa della pendenza della torre e, sebbene in misura minore, di tutti gli edifici nella piazza. I lavori ripresero nel 1275, sotto la guida di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano, aggiungendo alla costruzione precedente altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare la torre, i tre piani aggiunti tendono a incurvarsi in senso opposto alla pendenza. Il campanile fu completato alla metà del secolo successivo, aggiungendo la cella campanaria. Nel corso dell’Ottocento il campanile fu interessato da importanti restauri, che portarono, ad esempio, all’isolamento del basamento della torre. I lavori, effettuati sotto la direzione di Alessandro Gherardesca, contribuirono a sfatare definitivamente la teoria, sostenuta da alcuni studiosi dell’epoca, secondo la quale il campanile sarebbe stato pensato pendente sin dalla sua origine. I saggi del terreno effettuati durante i restauri portarono alla luce la presenza di una notevole quantità di acqua sotterranea che rendeva cedevole il terreno. Per far fronte a questo problema, ne vennero aspirate grandi quantità dal sottosuolo con l’ausilio di pompe, ma ciò favorì il fenomeno della subsidenza e il conseguente aumento della pendenza della torre. La torre di Pisa è parte di un insieme di monumenti di grandissimo valore architettonico e artistico che si trovano su quello che è chiamato “il prato dei miracoli“, definizione inventata dal poeta Gabriele D’Annunzio che in un suo romanzo del 1910 “Forse che sì, forse che no” presenta i due protagonisti che sorvolano Pisa su un piccolo aereo e rimangono incantati dal “prato dei miracoli”, da quel momento in poi questa definizione è diventata di uso comune per chiamare la piazza del Duomo di Pisa.
D’Annunzio per “miracoli” non intendeva la miracolosa pendenza della torre di Pisa ma “I miriabilia Urbis“, “cose che bisogna ammirare”, incarnate da: la Cattedrale, la Torre, il Battistero, il Camposanto e il Museo delle Sinopie.

Torre di Pisa: biglietti, orari e informazioni utili per la visita - Toscana.info

 

Pisa, un museo a cielo aperto

Cosa vale dunque la pena vedere a Pisa, oltre al famoso Campanile pendente?

  • La Cattedrale di Pisa, dedicata a Santa Maria Assunta, è l’esempio più significativo dell’arte romanica pisana. L’architetto Buscheto, fondendo la tradizione classica ad elementi dell’arte normanna, bizantina, paleocristiana e araba, ha dato vita ad uno stile originale che ha anticipato il Rinascimento fiorentino.
  • Il Battistero di Pisa, un altro degli edifici che formano il complesso monumentale di Piazza del Duomo, è il più grande battistero in Italia.
  • Il Camposanto Monumentale di Pisa, un luogo sacro perché i crociati portarono qui la terra santa presa sul monte Golgota, appena fuori Gerusalemme.
  • La Chiesa di Santa Maria delle Spine, ubicata sul Lungarno Gambacorti, Prese questo nome nel 1333 quando accolse la reliquia di una spina della corona di Cristo.
  • Nel 1989 di passaggio a Pisa, Keith Haring lascia alla città una straordinaria opera d’arte: è il murales “Tuttomondo”, dipinto sulla facciata posteriore del convento dei frati “Servi di Maria” della chiesa di S. Antonio. Questo murales è una delle sue ultime opere. I personaggi che lo animano sono 30, incastrati come in un puzzle, ed ognuno rappresenta un aspetto di un mondo in pace. Ci sono le forbici “umanizzate” che sconfiggono il serpente-male che stava divorando la testa della figura accanto. Poi c’è la maternità, rappresentata dalla donna con in braccio il bambino, la natura con i due uomini che sorreggono il delfino, e così via. Haring usò colori tenui, come forma di rispetto per la bellezza di Pisa.

Il murale pisano di Keith Haring in un libro per bambini | Sky Arte - Sky

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