La Disney invita a riflettere sulla condizione della donna, vittima di una politica esclusivamente maschile, con il personaggio di Jasmine, che ricorda la forza delle eroine tragiche.
Il nuovo live action della Disney Aladdin ha approfondito la psicologia della principessa Jasmine rispetto al classico che noi tutti abbiamo conosciuto da bambini. Nella nuova versione la storia d’amore è affiancata dal problema della condizione della principessa, contro cui Jasmine è determinata a ribellarsi. La sua lotta contro una “storia scritta prima che lei nascesse” (come recita la sua canzone) non può non ricordarci quella di Antigone.
Antigone simbolo di ribellione
Antigone è un personaggio della tragedia greca che gode ormai da secoli di grandissima fortuna. Lo stesso Hegel la porta ad esempio nell’Estetica per spiegare il contrasto fra legge familiare e legge dello Stato. Ancora oggi la figura di Antigone è oggetto di studio nelle università non solo nell’ambito della letteratura e del teatro, ma anche in filosofia del diritto. Nell’immaginario collettivo Antigone è invece diventata simbolo della lotta contro le leggi ingiuste e contro i totalitarismi. Il personaggio è ovviamente complesso e drammatico e nella tragedia di Sofocle muore dentro una grotta in cui è stata imprigionata.
Ma donde mai gloria piú fulgida acquistare potrei, che al mio fratello dando sepolcro? E lode a me darebbero tutti costoro, se terror le lingue non rinserrasse: privilegi ha molti la tirannide; e questo anche fra gli altri: che dire e far ciò ch’essa vuole può.
– Antigone a Creonte, Sofocle
La colpa di Antigone è apparentemente quella di aver seppellito il fratello contro la volontà del re Creonte, ma la problematica è più ampia. Non solo Creonte vede trasgredito un suo ordine e quindi delegittimato il suo ruolo di sovrano, ma soprattutto lo turba che a disubbidirgli sia una donna. Nella realtà politica dell’Antica Grecia vige una forma di patriarcato (sistema sociale in cui il potere è appannaggio esclusivo degli uomini), pertanto la donna doveva essere sottomessa alla volontà dell’uomo. Antigone non accetta però l’imposizione, per l’affetto che la lega al fratello.
Jasmine contro una politica per soli uomini
Una eroina bella, determinata, intelligente, forte, che sogna la rivoluzione, ma senza cadere nel cliché.
– Raffaella Serini, Vanity Fair
Nel classico Disney la condizione di Jasmine è difficile in quanto le si impone un matrimonio con un pretendente di stirpe regale, senza possibilità di scelta. Così, la principessa scappa. Nel live action Jasmine non fugge, poiché desidera invece occuparsi del suo popolo. Ritiene di essere in grado, come suo padre, di governare e addirittura di essere sultano. Come Antigone, Jasmine vuole ribellarsi alla legge per affetto. Un affetto che la lega al suo popolo. Non solo, quindi, desidera sposare una persona che ama, ma proprio non ritiene strettamente necessario un matrimonio con un uomo che diventi sultano, in quanto lei stessa può esserlo. D’altra parte il Gran Visir Jafar pronuncia una frase emblematica della condizione che la donna è costretta a subire, ma che non vuole assolutamente accettare:“Voi siete fatta per essere guardata, non per essere ascoltata”. La politica della fittizia Agrabah infatti vede la donna in questo modo, solo come un oggetto, che deve tacere e basta ed essere bella da vedere.
Il monologo di Jasmine: “La mia voce”
A differenza di quanto le viene imposto dalle convenzioni, Jasmine vuole invece esprimere la sua opinione, vuole parlare anzi, vuole urlare, come recita il suo lungo monologo dal titolo “La mia voce” (Speechless in originale).
Mi hanno cresciuta in modo ch’io fossi
Lì al mio posto e zitta
Ed è da prima che io nascessi
Che questa storia è scritta
Lo sai, se accetti non hai scampo
E tu non potrai umiliarmi così mai più
Io voglio urlare
Forte come il mare
Tu non mi puoi fermare
Questa voce nessuno la spegne.
Questa canzone, che rappresenta l’unica novità musicale del live action rispetto al classico, dà voce al problema socio-politico dell’esclusione della donna a favore del predominio maschile. In tal senso questa nuova versione di Aladdin ha avuto il pregio di focalizzare l’attenzione sulla psicologia del personaggio di Jasmine e sul suo dramma personale, inevitabile simbolo di una più ampia questione sociale. Si è andati oltre il semplice problema del ragazzo povero che per sposare la principessa deve fingersi nobile, approfondendo importanti aspetti della condizione della donna. L’esempio emblematico è proprio questo intenso monologo musicale, che ci trasmette tutta la forza con cui Jasmine intende lottare, ma soprattutto mette in evidenza quanto sia importante non stare in silenzio di fronte all’ingiustizia. Tale esempio è sicuramente utile in un’epoca in cui spesso siamo portati ad arrenderci alle convenzioni ed imposizioni sociali ed a tacere per omertà, comodità o timore. La Disney riesce ancora una volta a offrire un importante spunto di riflessione: bisogna lottare per un principio? Sappiamo da tempo cosa risponderebbe Antigone e, adesso, anche cosa direbbe Jasmine, o meglio, con quanta forza lo urlerebbe a gran voce.
Silvia Argento ©