Ipertofia muscolare: come avere il fisico di Johnny Bravo

Quando ci si iscrive in palestra ognuno di noi ha i propri obiettivi: perdere peso, migliorare le abilità in un certo sport o semplicemente ricercare l’ipertrofia muscolare. Ma in che modo il muscolo è in grado di crescere in seguito ad un periodo di allenamenti in palestra?

L’ipertrofia muscolare è uno degli obiettivi più diffusi tra coloro che si iscrivono in palestra. Molti di questi puntano ad una forma estetica sempre migliore, tanto che a volte può diventare una vera ossessione (come raccontato qui). Uno dei personaggi più famosi molto fissato con l’estetica è Johnny Bravo, il protagonista di una serie animata di Cartoon Network. Johnny è un ragazzo molto vanitoso e sicuro di sé, in continua ricerca della ragazza dei suoi sogni. Ogni suo tentativo di corteggiamento finisce in modo fallimentare e spesso finisce nei guai non rendendosi conto di ciò che gli succede. Le sue caratteristiche principali sono il fisico palestrato, il ciuffo biondo e gli occhiali neri che tiene addosso in ogni situazione, anche quando nuota. In che modo funzionano i meccanismi biologici che portano alla crescita di un muscolo?

Fisiologia di un muscolo

Prima di parlare del meccanismo con cui si raggiunge l’ipertrofia, si deve spiegare della fisiologia del muscolo. A differenza degli altri tessuti, quello muscolare ha la capacità di contrarsi, ovvero di accorciarsi e allungarsi per consentire il movimento. Esistono tre tipi di tessuti muscolari:

  • Liscio: tipico dei muscoli che non dipendono dalla propria volontà, come quelli che ricoprono gli organi (stomaco, intestino, ecc.).
  • Striato scheletrico: caratteristico dei muscoli che ci consentono il movimento e quindi dipendono dalla nostra volontà.
  • Cardiaco: è un tessuto striato ma che non dipende dalla nostra volontà.
Ipertrofia
Struttura di un muscolo

Con l’allenamento in palestra si va a stimolare la muscolatura striata. Questa è costituita da cellule dette fibre muscolari che possono essere lunghe anche qualche centimetro. Queste sono disposte longitudinalmente rispetto all’asse del muscolo e contengono più di un nucleo a differenza delle altre cellule. Si definisce striata perché presenta delle bande scure e chiare alternate. Le fibre possono essere distinte in bianche e rosse, sia in base al colore che alla loro funzione. Le fibre bianche sono più veloci e meno resistenti, le fibre rosse hanno una maggiore efficienza ma minore forza (per maggiori informazioni cliccare qui e qui).

All’interno del citoplasma, queste contengono dei filamenti detti miofibrille, che possono essere di miosina (filamenti più grossi) o di actina (quelli più sottili). Queste a loro volta sono costituite da bande scure (bande A) e bande chiare (bande I). Nel mezzo della banda I c’è una linea scura (linea Z) detta anche sarcomero. Il sarcomero è il responsabile della contrazione del muscolo sfruttando l’uso di ATP.

L’ipertrofia muscolare

L’ipertrofia del muscolo è l’aumento di volume di tutte le componenti di esso (fibre, miofibrille, ecc.). Ogni elemento del muscolo risponde in modo diverso allo stimolo che gli viene fornito con l’allenamento in palestra. Questi stimoli portano ad un aumento delle dimensioni e del numero di proteine contrattili (actina e miosina) detta ipertrofia miofibrillare o funzionale. Con l’allenamento si può anche avere un aumento del liquido sarcoplasmatico che porta ad una maggiore diffusione del tessuto connettivo del muscolo (ipertrofia sarcoplasmatica, o non funzionale). La crescita del muscolo deriva da un processo multidimensionale in cui viene stimolata la sintesi proteica e bloccato il catabolismo delle stesse. Questo processo è dovuto ad una sinergia tra diversi sistemi, quali il sistema immunitario, gli ormoni, le cellule satelliti (o staminali) e i fattori di crescita (proteine che stimolano la differenziazione tra le cellule).

Sono tre i fattori che portano all’ipertrofia, stimolando la risposta dell’organismo:

  • Stress meccanico: direttamente proporzionale ai carichi impiegati in palestra.
  • Danno muscolare: attiva una fase infiammatoria (i cosiddetti DOMS) che permettono di avviare la crescita del muscolo tramite le cellule satelliti.
  • Stress metabolico: alcuni sottoprodotti del metabolismo anaerobico attivano una risposta ormonale in grado di stimolare la crescita del muscolo.

Michele Sciamanna

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