Imagine di John Lennon: canzone nietzscheana contro i confini nazionali e l’assolutismo religioso

Il brano

Imagine è un brano musicale di John Lennon pubblicato nel 1971. È la canzone più celebre e rappresentativa dell’autore tra quelle realizzate durante la sua carriera.
Varie poesie di Yōko Ono incluse nel suo libro Grapefruit del 1964 ispirarono Lennon per la scrittura del testo di Imagine.
Viene scritto spesso interpretato come un inno alla pace, tratta infatti di una società laica in cui non trionfino i valori del materialismo, dell’utilitarismo e dell’edonismo. Lennon affermò che il brano era “anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista“. Yōko Ono disse che il messaggio di Imagine si poteva sintetizzare dicendo che “siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo“.

Contro i rigidi confini nazionali

Imagine there’s no countries  
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace

Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace

Nietzsche condurrà un’esistenza solitaria da “apolide“. Rifiuta la cittadinanza tedesca e si definisce appunto un “senza patria“, un apolide. Prende le distanze dal nazionalismo tedesco e da tutti i nazionalismi in generale percependosi come cittadino del mondo.  Si propone come una figura che trascende i confini, il “limes” di ogni stato.

Contro l’assolutismo religioso

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today….

Immaginate che non ci sia alcun paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immaginate  tutta le gente
Che vive solo per l’oggi

L’istituzione della chiesa e la moralità in generale si presentano come “miglioratori di umanità”. Tuttavia secondo Nietzsche non fanno altro che assoggettare e addomesticare gli uomini. Attraverso norme e dogmi assoluti li privano della possibilità di estrinsecare la loro volontà di potenza, tutti gli impulsi più umani vengono soppressi. La religione è nemica della pulsione, della passione, dell’istinto e dell’elemento dionisiaco precosciente che fa parte di noi. Il sacerdote della tradizione ebraico-cristiana ha solamente fomentato il risentimento dei deboli.

Vivere l’oggi

Il più grave errore della religione è la pretesa di aver trovato un senso alla vita. La terribile sofferenza della vita, i dolori e le pene del mondo sembrano non avere un senso e questo è ciò che spaventa di più gli uomini. La vacuità e l’insensatezza della vita sono l’abisso a cui l’uomo si rifiuta di guardare. Per questo si lascia addomesticare dalla religione e dalla morale, che trovano un senso alla sofferenza che prima era ingiustificata: la salvezza, la vita eterna, Dio. La malattia della religione è l’incapacità di comprendere che la vita non ha un senso e che il caos che temiamo va accettato e fatto proprio per poter vivere all’espressione massima della nostra potenza. Quindi anche per Nietzsche dobbiamo immaginare un mondo senza religioni, smettendo di dire no alla vita. Dobbiamo uscire dall’orizzonte del problema del senso, vivendo a pieno ogni attimo, vivendo l’oggi.

Elena Bellinello 

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