Idealizzazione e fantasia d’amore in “Midnight in Paris”: cosa le distingue? Ecco come risponderebbe Shakespeare

La sindrome dell’epoca d’oro è la mitizzazione di un glorioso passato ormai perduto. Come “l’amore di fantasia”, è solo un’illusione.

Nella “fantasia d’amore”, concetto tratto dal libro di G. Pulli, La trasparenza di Elena, Clinamen, Firenze, 2006, l’oggetto d’amore non è ciò che si sogna ma ciò che fa infinitamente sognare. E il sogno stesso, l’aprirsi di un mondo immaginario è il sigillo dell’autenticità dell’amore.

Idealizzazione e fantasia d’amore in “Midnight in Paris”

Annoverato tra i maggiori successi di Allen, “Midnight in Paris” è una commedia romantico-fantastica ambientata a Parigi. Il protagonista del film, Gil, uno sceneggiatore hollywoodiano con aspirazioni da scrittore si trova con la sua futura sposa Inez e con gli invadenti genitori di lei in vacanza a Parigi. Gil è da sempre affascinato dalla Ville Lumière, in cui era già stato e nella quale ama camminare solo, di notte. Lo sarà ancor di più quando una sera, a mezzanotte, dopo aver perso l’orientamento si troverà catapultato nel passato, in un contesto del tutto straordinario: una festa organizzata per Jean Cocteau, piena di importanti personaggi della Parigi degli anni Venti. Per sfuggire dalla banalità dei suoi giorni Gil proverà a fare in modo che il miracolo si ripeta ogni notte e miracolosamente (l’ho già detto?) ci riuscirà. Perdendosi in quelle fughe notturne in compagnia (tra gli altri) di Hemingway, Fitzgerald, Picasso e specialmente Adriana, affascinante musa di Picasso e di Modigliani, penserà di aver trovato rifugio in un’epoca perfetta. L’idealizzazione non riguarda soltanto il passato perduto, l’epoca d’oro che avrebbe potuto fornirgli ispirazione per il suo romanzo e in cui sarebbe potuto essere felice, ma anche Adriana, la donna di cui Gil si invaghisce. Una donna dallo charme irresistibile nei cui confronti lo scrittore prova un “amore di fantasia” che lo porta a mettere in dubbio il suo futuro matrimonio nel tempo presente. Ed è ancora Adriana, che prova un senso di insoddisfazione per quegli anni Venti che invece lui ha mitizzato, che aiuta il protagonista a fargli comprendere l’importanza di vivere e capire il presente, nel quale ritorna per vivere davvero la sua vita. L’incontro con Gabrielle gli mostrerà che esiste anche un presente piacevole da poter vivere.

La fantasia d’amore e l’amore di fantasia

Nota: Le considerazioni che seguono sono tratte dal foglio di lavoro del corso di Psicologia dell’arte e della letteratura tenuto dal Professore Gabriele Pulli presso l’Università degli Studi di Salerno.

Per amore di fantasia si intende il fenomeno dell’idealizzazione dell’oggetto d’amore. Nell’idealizzazione viene prima la fantasia e poi l’amore. La fantasia eleva le caratteristiche del soggetto per poterlo amare. Nell’ambito dell’idealizzazione, il rapporto fra amore e immaginazione si presenta nella forma di un problema insolubile perché si pone nei termini di una coincidenza impossibile fra le caratteristiche effettive dell’essere amato e la loro rappresentazione immaginaria. Attraverso l’idealizzazione, come afferma Freud nell’Introduzione al narcisismo “l’oggetto […] viene amplificato e psichicamente elevato”. Ed elevare delle caratteristiche significa immaginarle diverse da come sono effettivamente. In conseguenza di ciò, l’essere amato non potrà mai sostenere l’idealizzazione di cui è fatto segno, anche quando impegnasse tutto se stesso in quest’impresa. Quand’anche ci riuscisse, prima o poi sarebbe esso stesso a ribellarsi e a rivendicare il diritto di essere amato per quello che è. Nella fantasia d’amore, invece, viene prima l’amore, un amore radicato nelle caratteristiche che l’essere amato effettivamente possiede, e poi la fantasia: un mondo immaginario che è il prodotto di tali caratteristiche, un immaginario fatto di ricordi, di dettagli talvolta minimi, di atmosfere più o meno decifrabili e remote. E tale mondo non è chiamato a coincidere con alcuna realtà. Roland Barthes nei Frammenti di un discorso amoroso ha osservato: “Dall’essere amato emana una forza che niente può fermare”.

L’amore di Ippolita e Teseo in “Sogno d’una notte di mezza estate” di Shakespeare

È necessario, a questo punto, risolvere il problema costituito dalla differenza di natura dell’immaginario dal reale, dall’impossibilità del reale di corrispondere all’immaginario. È possibile non rinunciare né all’immaginario, né alla realtà effettiva dell’essere amato? La risposta a questa domanda è racchiusa nella celebre commedia di Shakespeare Sogno d’una notte di mezza estate. La questione fondamentale dell’opera è capire di quale amore Teseo deve amare Ippolita affinché le nozze possano essere felici. L’amore di Teseo per Ippolita prima del suo compimento nelle nozze è un amore di fantasia. Come anche, prima del compimento, l’amore di ciascuno dei quattro giovani di cui si racconta. Le complesse e strane vicende del racconto, che non è possibile qui ricostruire, trasmutano tutti questi amori di fantasia in fantasie d’amore. La vicenda che ruota attorno al personaggio della giovane Ermia è importante per l’evoluzione della condizione vissuta da Teseo e Ippolita. All’inizio del racconto Teseo aveva appena comunicato alla giovane Ermia quale sarebbe stato il suo destino se non avesse obbedito al padre: morte o clausura. Dinanzi al coraggio di Ermia, che avrebbe accettato di morire piuttosto che obbedire al volere di un padre despota, Ippolita non può non chiedersi quale sia l’idea che Teseo ha dell’amore, quella che ispira il suo amore per lei. All’amore di Teseo manca qualcosa che Ermia possiede e le nozze potranno svolgersi felicemente solo dopo che Teseo lo avrà acquisito. Il significato profondo della commedia è racchiuso nell’espressione originale “Transparent Helena!”, tradotta con “Elena trasparente!” “Trasparente” è la parola d’amore per eccellenza. Che Elena sia trasparente, vuol dire che fa trasparire al di là di sé qualcosa che ella non è, dunque un mondo, rispetto a lei, immaginario, ma lo fa in virtù delle sue caratteristiche effettive. Sicché quel mondo è il suo immaginario, l’immaginario che da lei, e solo da lei, traspare. È in questo momento che avviene il passaggio dall’amore di fantasia alla fantasia d’amore.

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