Crispi ascoltava Caparezza: la questione meridionale spiegata in “Vieni a ballare in Puglia”

Dalla Destra Storica a “Vieni a ballare in Puglia” analizziamo i motivi per cui ancora oggi si parla di questione meridionale.

Gruppo di briganti le cui azioni porteranno il governo a discutere sul fenomeno del brigantaggio. Fonte: istitutoeurarabo.it

Il divario tra Nord e Sud Italia sembra non conoscere più una tregua e la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che accentuare le problematiche che affliggono il Meridione da anni, dagli ospedali che non sono riusciti a far fronte all’emergenza sanitaria fino ad aumentare il tasso di mortalità. Ciò nonostante, in molti continuano a scegliere il Sud come meta per le loro vacanze, incrociando in aeroporto invece coloro che nel Mezzogiorno vi sono nati e che non vedono l’ora di salire su quell’aereo che li porterà via.

“VIENI A BALLARE IN PUGLIA” NON È UNA CANZONE DA MATRIMONI

In preda allo sconforto nel vedere uno dei suoi brani più famosi diventare un grande misunderstanding, è stato davanti alle telecamere di Fanpage che Caparezza ha voluto parafrasare uno dei suoi brani più celebri, ovvero Vieni a ballare in Puglia, sottolineando come quel ballare significhi in realtà morire. Ma di cosa parla il brano? Il messaggio che vuole lanciare il testo è quello di raccontare con un velo di ironia le condizioni di arretratezza di natura socioeconomica in cui versa la regione Puglia, terra che ha dato i Natali allo stesso Caparezza, originario di Molfetta, città metropolitana di Bari. Nonostante anche quest’anno la Puglia sia stata meta di migliaia di turisti, Caparezza non distoglie l’attenzione dalle problematiche della sua regione che spesso viene martoriata dalle politiche di chi la governa:

“Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste acceseTurista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paeseDove quei furbi che fanno le imprese, no, non badano a spesePensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese.”

Nonostante il titolo del brano possa far mettere in confusione gli ascoltatori facendo credere che Caparezza li stia davvero invitando a trascorrere una vacanza nei litorali pugliesi, in realtà il testo del brano acquisisce molto più senso nel momento in cui, per l’appunto, il termine ballare viene sostituito con morire:

“Vieni a ballare in Puglia, Puglia, PugliaDove la notte è buia, buia, buiaTanto che chiudi le palpebre e non le riapri piùVieni a ballare e grattati le palle pure tuChe devi ballare in Puglia, Puglia, PugliaTremulo come una foglia, foglia, fogliaTieni la testa alta quando passi vicino alla gruPerché può capitare che si stacchi e venga giù.”

Le tematiche su cui Caparezza pone maggiormente il focus sono le morti sul lavoro, il disastro ambientale, il lavoro in nero, la situazione sanitaria precaria (si registra una maggiore mortalità di cancro nella provincia di Taranto, dove sorgeva l’ex ILVA) e la criminalità organizzata il cui dominio è ancora predominante su tutto il territorio pugliese.

Caparezza.

UN’ITALIA DIVISA ANCOR PRIMA CHE NASCESSE LA REPUBBLICA

L’espressione questione meridionale venne coniata nel 1873 dal deputato radicale lombardo Antonio Billia, termine che verrà poi riportato nelle maggiori testate, nelle prime inchieste sulla vicenda e nelle opere di tanti letterati meridionali. Quando la Destra Storica salì al potere, ad aver votato furono soltanto il 2% della popolazione, ovvero 200.000 su 22 milioni di abitanti. I seggi venivano distribuiti in modo che vi fossero più seggi al Nord e meno a Sud, il cui processo di piemontizzazione sembrava in alcun modo non aver toccato il Meridione. La popolazione cominciò a soffrire per la presenza della Destra Storica al governo, soprattutto per quella tassa sul macinato che andava a colpire la fonte di alimento principale soprattutto di tanti meridionali. Furono i Borboni allora a cominciare a dare delle armi al meridione, dando il via al fenomeno del brigantaggio. I briganti, ovvero ex militari appartenenti all’ex esercito borbonico, cominciarono a distruggere opere pubbliche e archivi, seminando il terrore su tutto il territorio di quell’Italia ancora in fasce. Ciò portò allo Stato italiano ad agire e nel 1864 venne emanata la legge Pica, con cui vennero mandati più di 120.000 uomini contro i briganti che vennero arrestati. Per tale ragione si dimostrò fondamentale la scelta dell’accentramento amministrativo in modo tale che lo Stato potesse avere un controllo migliore sul territorio, ma questa serie di dinamiche portarono a delineare una corrente culturale e politica che prenderà il nome di Meridionalismo, dibattito che vedrà come obiettivo la crescita economica e politica del Mezzogiorno, oltre che a discutere delle dinamiche che hanno visto il Sud Italia nel mirino. Tali dinamiche verranno descritte da Fraschetta e Sonnino, storici esponenti della Destra Storica, ne l’Inchiesta in Sicilia. La loro indagine vedrà la guerra doganale con la Francia condotta da Crispi, primo Presidente del Consiglio meridionale, le cui conseguenze furono devastanti per la Sicilia, la Puglia e tutte le altre regioni del Meridione. Le colture di esportazione e, soprattutto, la viticoltura, furono grandi vittime del protezionismo. I numerosi scioperi agrari che interessarono l’inizio del novecento, rappresentano l’espressione più elevata del malessere delle masse contadine del Sud. Un massiccio processo di esodo lasciò quel Mezzogiorno solo con i suoi problemi. Al drammatico appuntamento con la prima guerra mondiale, il Sud Italia si presentò impreparato, solo e condannato. Dopo la fine delle guerre sembrava che l’Italia potesse avere l’occasione di risollevarsi, ma a questa ribalta il Meridione partecipò a puntate.

LE DUE ITALIE: QUELLA INDUSTRIALE E QUELLA AGRICOLA

I piani per risollevare il meridione dove, nel mentre, cominciava a farsi strada anche la piaga della mafia, furono principalmente due: nel 1946 nasceva la SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno) mentre la decisione più rilevante fu l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, con la legge del 10 agosto 1950. Disoccupazione ed esodi crebbero ugualmente, ma a sollevarsi fu anche il Meridione attraverso un processo di rimodernamento.È di pochi giorni fa l’allarme di Save The Children durante la presentazione della XIII edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) 2022,  la cui analisi ha parlato di come le bambine nate in Calabria possiedano 15 anni di aspettativa di vita in meno rispetto al Trentino. A pesare sulla salute e sul benessere psicologico dei minori sono povertà e disuguaglianze, che si sono accentuate soprattutto dopo la pandemia. A giovare al quadro già critico non è stato nemmeno la situazione di precarietà causata dal sistema sanitario. Vista la scarsa possibilità di lavoro e di possibilità di vita sono molti giovani scoraggiati che abbandono la propria casa per trasferirsi al Nord, il cui animo a fatica riesce ad omologarsi ad una nuova dimensione che, a differenza dell’altra, promette un futuro:

“Oh Puglia Puglia mia tu Puglia miaTi porto sempre nel cuore quando vado viaE subito penso che potrei morire senza teE subito penso che potrei morire anche con te”

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