Come affrontare un lutto? L’ironia di Ricky Gervais e la consapevolezza di C. S. Lewis

La perdita delle persone a noi care fa parte della vita. Siamo mortali e dobbiamo accettarlo, ma è comunque terribile superare un lutto. Un libro di C. S. Lewis e la serie Netflix After Life riflettono proprio su questo. 

Sappiamo tutti che prima o poi dovremo dire addio a qualcuno a cui teniamo, poiché siamo consapevoli di non essere eterni. Chiaramente, desideriamo che quel momento giunga più tardi possibile, ma quando arriva rimaniamo scossi, spiazzati, trafitti dal dolore. È ciò che è successo all’autore C. S. Lewis quando ha perso la moglie, come racconta nel suo libro Diario di un dolore. La stessa sorte è toccata a Tony, un personaggio fittizio della serie After Life interpretato da Ricky Gervais, che perde la moglie a causa di una brutta malattia. Lewis con profonda riflessione filosofica e Rocky Gervais con la sua solita ironia, dipingono un quadro intenso e affascinante del lutto, della perdita e del modo di superarla.

Diario di un dolore

C. S. Lewis è un personaggio noto al grande pubblico in quanto autore del ciclo di romanzi fantasy Le cronache di Narnia. Come spesso accade, tuttavia, dietro al fantasy di questo autore vi è molto di più. Lewis è infatti soprattutto un filosofo, il cui pensiero è estremamente complesso. Oltre alla saga che lo ha reso famoso, fra la sua produzione si annovera un breve libro dal titolo Diario di un dolore. In questo diario, Lewis narra la sua vita in seguito alla morte della moglie.

Queste sono cose che tutti superano. Ma sì, me la caverò. Ci si vergogna di ascoltare questa voce, ma per un po’ gli argomenti sembrano persuasivi. Poi, d’un tratto, la stilettata rovente di un ricordo, e tutto quel “buonsenso” svanisce, come una formica nella bocca di una fornace.

– Diario di un dolore, cap. I

Lewis soffre costantemente per la sua perdita, ha nostalgia di sua moglie e pensa che questo dolore non finirà mai. A volte i suoi amici e conoscenti lo consolano e sul momento si sente meglio, ma poi ritorna subito a tormentarlo il ricordo. Tutto il libro è una sorta di fenomenologia della sofferenza, in quanto viene analizzato ogni sintomo anche fisico di questa orrenda sensazione, ogni pensiero ed ogni ricordo. Il taglio filosofico dell’opera si evince dal fatto che spesso l’autore rimandi a Dio e cerchi, in ogni modo, di definire quanto più possibile la propria condizione psicologica.

Ma che verrà dopo? Solo questa apatia, questa mortale piattezza? Arriverà il momento in cui non mi chiederò più che cosa ha trasformato il mondo in un vicolo grigio perché troverò normale il suo squallore? Il dolore si acqueta dunque in una noia soffusa di una vaga nausea?

– Diario di un dolore, cap. III

Ciò che sembra arrivare dopo il dolore, più che una ripresa, è una rassegnazione ed apatia totale. Lewis sembra intrappolato in un tunnel senza uscita, ma è la sua consapevolezza del dolore e la riflessione filosofica a permettergli di sfogarsi. Involontariamente ha trovato nella scrittura e nel suo riflettere riguardo al proprio dolore, un modo per affrontare la sua grave perdita.

After Life

After Life è una serie Netflix uscita a Marzo di quest’anno, ideata dallo stand up comedian Ricky Gervais, che veste anche i panni del protagonista. I monologhi di questo famosissimo comico sono caratterizzati da sarcasmo pungente, ironia ed autoironia e spesso molto cinismo e black humour. Gervais ha affermato più volte durante i suoi spettacoli di essere sicuro che la chiave per vivere bene sia la capacità di ridere di ogni situazione.

Nella serie tv di cui è protagonista e creatore Gervais tiene fede a questi suoi principi. Infatti, in After Life interpreta un uomo la cui moglie è morta a causa del cancro, che si ritrova a dover affrontare la perdita. Il dolore sfocia in una depressione che lo spinge più volte a pensare al suicidio e ad essere scontroso con chiunque cerchi di aiutarlo. Tuttavia il suo modo di rispondere in maniera assurda e sgarbata ai suoi cari è comunque divertente, in quanto caratterizzato da sarcasmo e battute taglienti.

Dopo un lungo percorso, Tony supera il suo cinismo e capisce anche che la sua capacità di fare ridere la gente può essere un pregio. La sua intuizione è che non deve pensare solo a se stesso ed alla sua perdita, ma anche agli altri, a cosa può fare per loro. Non deve farsi intrappolare dal suo dolore e dal lutto, ma a ciò che può dare al prossimo. Ciò che Tony cerca per sopravvivere non è Dio, in quanto materialista ed ateo (che entra in polemica in modo brillante con una collega credente), ma il bene che c’è nella sua vita e nella sua capacità di ironizzare.

Ridere ad un funerale

Durante il suo spettacolo dal titolo Humanity, Gervais ha ribadito il principio che già ho esposto secondo cui bisognerebbe saper ridere di ogni cosa. Nella fattispecie, ha concluso lo spettacolo raccontando un aneddoto personale: durante il funerale di sua madre, per far ridere i fratelli, suo fratello diede al prete il nome sbagliato di uno di loro. Così, ogni volta che durante la messa il prete pronunciava il nome sbagliato del fratello, tutti loro ridevano. Se si può ridere perfino a un funerale, allora che cosa significa? Che non si sta prendendo seriamente nemmeno la morte della propria madre? Certo che no. Gervais intende dimostrare come il fatto che nella vita ci siano cose serie e avvengono cose dolorose, non significa che esse vadano affrontate sempre con totale cupezza. Certo la serietà è necessaria, difatti Tony come Lewis è perfettamente consapevole della propria condizione, ma arriva ad una conclusione diversa. Comprende che può ridere di se stesso e degli altri e trovare il buono anche nel dolore. L’ironia è un’arma potente che può permetterci di affrontare la vita in modo meno pesante, non per questo in modo superficiale.

La perdita di una persona cara rappresenta senza dubbio uno dei dolori più grandi che si possono vivere. La serie After Life vuole mostrare proprio quanto il legame con qualcuno, se spezzato dalla malattia e in generale dalla morte, possa distruggere chi rimane in vita al punto da uccidere anche lui in un certo senso. Tuttavia la serie insegna anche come sia giusto provare dolore, ma sia sbagliato chiudersi in esso. Lewis scrivendo della sua esperienza ha dato voce da bravo scrittore al dolore che tutti noi proviamo ogni giorno, sottolineando quanto sia importante essere consapevoli di noi stessi e di ciò che proviamo, senza timore di manifestarlo. Gervais, d’altra parte, ci insegna a mantenere viva la speranza in modo meno banale del classico “queste sono cose che tutti superano”, che lo stesso Lewis condanna.

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