Sviluppo: come la morale e l’emotività si intrecciano

Uccidere per necessità è ammissibile o no? Quando possiamo legittimare l’uso della violenza? l’aborto è da legittimare o da considerarsi omicidio? Queste sono tutte questioni etico-morali. Ma come facciamo a sviluppare la morale? Sembra sempre di più che l’empatia, nel corso dei nostri anni di sviluppo, ricopra un ruolo fondamentale, intrecciandosi anche con la teoria dell’attaccamento. 

Sviluppo Morale
I genitori ovviamente hanno un ruolo primario nell’educazione e nella formazione morale dei loro figli

I dilemmi morali sono molti, e li affrontiamo quotidianamente (o quasi). Tutti fanno riferimento a quell’insieme di valori e ideali, interiorizzati da ciascuno di noi, che guidano i nostri comportamenti e la nostra predisposizione al mondo. A lungo si è anche dibattuto su come questa si sviluppi, e oggi più che in passato attribuiamo un ruolo primario all’emotività e alle nostre capacità empatiche.

Lo sviluppo morale in psicologia

Ovviamente lo sviluppo morale è stato tema centrale nella storia della psicologia. Già Freud aveva incominciato a parlare di Super-io e dell’interiorizzazione dei divieti genitoriali in fase edipica. Ma è soprattutto Piaget a porre per primo l’attenzione sullo sviluppo morale nei bambini. Come per il resto del suo corpus, adotta una visione stadiale, in cui all’inizio vengono semplicemente accettate le regole imposte da altri. Successivamente si analizzano le azioni in base al loro risultato, e si accettano le regole emanate dall’autorità (morale eteronoma). Solo alla fine le regole vengono messe in discussione e interiorizzate, accettando una maggiore variabilità. Le azioni vengono poi giudicate a seconda delle intenzioni soggiacenti, arrivando così a una morale autonoma.

Piaget e lo sviluppo
Jean Piaget fu un pioniere della Psicologia dello Sviluppo. Per quanto ormai le sue formulazioni siano superate o imprecise, il suo contributo fu preziosissimo e portò al fiorire di questa branca della psicologia

Sarà poi Kohlberg a specificare e ad aggiungere la dimensione prettamente emotiva ed empatica, con particolare attenzione al senso di colpa. Furono queste due teorie le prime a porre l’attenzione sulla dimensione non solo cognitiva, ma anche emotiva dello sviluppo morale.

Il ruolo dell’empatia

Empatia e sviluppo morale
La capacità di immedesimazione e di condivisione degli stati emotivi risulta fondamentale nei processi di sviluppo morale

Secondo diversi autori, nel corso dello sviluppo morale risulta fondamentale provare alcune delle emozioni empatiche. Per empatia ovviamente si intende la capacità innata e naturale dell’uomo di intuire, percepire e condividere i vissuti emotivi altrui. In fase di sviluppo risultano fondamentali la simpatia e il dispiacere empatico (da cui ha origine il senso di colpa). Inoltre, bisognerebbe anche sperimentare il distress, ovvero il dispiacere per la sofferenza altrui. Non che questo comporti direttamente un comportamento pro-sociale: il tutto è influenzato da fattori individuali, quali fattori temperamentalisocializzazione genitoriale

La dimensione dell’attaccamento

Anche in questo campo la dimensione dell’attaccamento risulta fondamentale. La teoria sviluppata da Bowlby si applica facilmente a diverse dimensioni di sviluppo, e quella morale non fa eccezione. Ed in questo caso non dovremmo considerare solo il tipo di attaccamento, ma soprattutto il ruolo del genitore nella vita del figlio, specie nei primi delicati anni di sviluppo cognitivo, emotivo e morale.

Sviluppo morale e attaccamento
Tabella riassuntiva principali tipi di attaccamento secondo la teoria di Bowlby

Il genitore non dovrebbe essere una figura eccessivamente autoritaria per il figlio, così come non dovrebbe incombere sempre il peso e il timore della punizione. In breve, il genitore dovrebbe essere ‘valued, not feared’ (stimato, non temuto). I valori morali vengono quindi interiorizzati non attraverso l’identificazione con la punizione ma con una sempre maggiore capacità di autoregolazione, acquisita attraverso la qualità supportiva delle interazioni genitore-bambino (Bretherton, 1985). Attraverso l’interiorizzazione degli “standard interiorizzati” (MOI) i bambini possono essere guidati da principi morali già a partire dai 7 mesi di età (precocissimamente). E solo uno stile genitoriale basato su un modello empatico e di ‘perceptive talking’ può portare al pieno e consapevole sviluppo morale. 

La morale dei supereroi

Come abbiamo detto, la questione della corretta morale è un campo minato. Essendo principi interiorizzati, di fatto possiamo attribuire un valore positivo o negativo a tutto. Ma in luce di quanto sopra, forse possiamo capire perché figure come quella di Batman hanno una caratterizzazione psicologica, morale e personale così peculiare. Orfano, con la propria battaglia da combattere, e con soluzioni morali quantomeno dubbie. Ma forse piace così tanto perché dà voce ad una parte di noi che altrimenti rimarrebbe muta

batman e sviluppo morale

Matteo Sesia    

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