Ringiovanire: Google verso l’immortalità

L’obiettivo è raggiungere l’immortalità. Scienziati e imprenditori attaccano la morte. Da Google a Cambridge si studiano le cellule del corpo umano e come farle ringiovanire. Aubrey de Grey afferma che le prime terapie arriveranno nel 2035. Larry Page continua a investire sulla ricerca medica.

Ringiovanire
Riusciremo a ringiovanire costantemente fino a diventare immortali? (https://pixabay.com/photo-3604685/)

Google non vuole morire

Google, nel 2013, fonda Calico. Calico è stata creata per volontà di Larry Page, il fondatore di Google, con lo scopo di creare un pool di ricerca sull’invecchiamento. La popolazione occidentale invecchia sempre di più: le pensioni e il sistema sanitario gravano sui bilanci degli stati poiché devono prendersi cura di un numero sempre maggiore di malattie legate all’avanzamento della vita. Parallelamente a questo numerosi scienziati puntano ad allungare ancora di più l’esistenza, combattendo l’invecchiamento e i disagi della tarda età.
Sergey Brin, co-fondatore della grande G, ha commentato una frase presente nel saggio sul futuro dell’umanità “Homo Deus” di Yuval Noah Harari. L’autore scrive che probabilmente le odierne tecnologie non faranno in tempo a svilupparsi abbastanza velocemente per rendere lui e gli altri imperatori del digitale immortali. In risposta Brin dice “Sì, ho saputo che sono stato individuato per morire. Ma no, ora come ora non ho in progetto di morire“. Nonostante i miliardi investiti nel progetto, non mancano i critici.

Ringiovanire secondo Aubrey de Grey

Aubrey de Grey, matematico e biologo, ha una sua visione dell’immortalità. L’invecchiamento è una malattia, e come tale può essere curata. Il problema, afferma, sta nei telomeri. I telomeri sono la parte terminale dei filamenti di DNA contenuti nel nucleo delle cellule. Ogni volta che la cellula si riproduce sdoppiandosi questi telomeri si accorciano un pochino. Così, a un certo punto, la cellula non riesce più a riprodursi e muore. L’accumulo di cellule spazzatura porta all’invecchiamento dei tessuti e dunque alla morte: bisogna trovare il modo di far ringiovanire le cellule.
Lo scienziato, oltre ad aver delineato per primo questo percorso di ricerca, ha introdotto il concetto di velocità di fuga della longevità. La velocità di fuga solitamente indica la velocità a cui un oggetto deve muoversi per sfuggire a un’attrazione cui è soggetto, per esempio un’astronave che vuole uscire dall’orbita della Terra. Le prime cure contro l’invecchiamento non saranno sufficienti a riparare tutti i danni e saranno sempre meno efficaci a ogni somministrazione per l’accumularsi di rifiuti. Serviranno secoli per far sì che il progresso delle tecnologie anti-aging permettano di ringiovanire affinché non si diventi troppo vecchi per poter beneficiare delle successive terapie.

Una nuova frontiera

Intanto, le università cercano di stare al passo. Nell’ultimo numero della rivista Ageing la ricercatrice Lorna Harries descrive un nuovo modo che il suo team ha utilizzato per far ringiovanire le cellule. L’obiettivo era colpire le cellule vecchie che inquinano i tessuti e portano al loro decadimento. Gli scienziati, perciò, hanno iniettato delle piccole quantità di acido solforico nell’organismo. Questa molecola è presente naturalmente nei nostri corpi ed esperimenti sugli animali hanno dimostrato capacità di mitigare le malattie dovute all’invecchiamento. Il problema è che è tossica se risulta eccessiva. I ricercatori dunque hanno indirizzato la molecola nei mitocondri, che sono il centro energetico della cellula. Si è visto che in questo modo, una volta che la cellula tornava a dividersi, più della metà dei campioni aveva la tendenza a ringiovanire. La molecola, e altre simili, hanno affermato gli autori dello studio, dà il combustibile necessario alle cellule per funzionare correttamente.

Mattia Grava