L’olfatto è il senso più sottovalutato. Spesso non percepiamo quando si mette in funzione, non ne comprendiamo l’utilità. Ma se ci fermiamo a riflettere per un momento, ci rendiamo conto che questo senso è veramente formidabile. Pensando ai cavoletti di Bruxelles è molto probabile che la prima sensazione che vi viene in mente sia il loro odore. E lo stesso accade se pensiamo a quella torta che la nostra nonna faceva ogni domenica per il pranzo in famiglia. Di cosa profumava la casa? Che sensazioni vi suscita questo ricordo?
Il profumo dei ricordi
L’olfatto è un senso telecettore; significa che come l’udito e la vista è sensibile non solo a stimoli vicini al copro, ma anche a stimoli lontani. E anche se non ne siamo consapevoli, questo senso integra le informazioni che riceve ed elabora nelle cortecce cerebrali con le informazioni derivanti dagli altri sensi. In questo modo è in grado di esercitare la propria influenza su molti aspetti della nostra vita; un esempio riguarda la formazione delle impressioni. In un esperimento ad un gruppo di uomini è stato chiesto di valutare una serie di fotografie che ritraevano delle donne. Durante la valutazione ai soggetti era chiesto di indossare due mascherine: la prima era imbevuta di un profumo a base di agrumi, la seconda di profumi floreali o speziati. Nella valutazione con la prima mascherina, gli uomini valutavano le donne più giovani; nel secondo caso invece stimavano un peso corporeo minore di quello reale.
Un fattore molto affascinante, ma spesso ignorato sull’olfatto è la sua dimensione legata al ricordo. L’olfatto ha una propria memoria, chiamata appunto memoria olfattiva. Questo tipo di memoria è più affidabile e precisa di quella cosciente semplicemente perché è più primordiale, più legata agli istinti. Basti pensare che proprio grazie alla memoria olfattiva, un neonato subito dopo il parto è in grado di riconoscere l’odore della madre e, se non viene immediatamente separato da lei per le cure e la pulizia post-natale, è in grado utilizzando l’olfatto di raggiungerne in capezzolo per potersi sfamare. Gli odori forniscono indicazioni sulla salute, il sesso e anche sulla stabilità emotiva degli altri. Per questo motivo infatti anche la scelta dei partner sessuali viene (in parte) determinata dalla memoria olfattiva; allo stesso modo essa ci salva dall’ingestione di cibi che potrebbero danneggiare l’organismo, ci fa avvicinare ai cibi che grazie al loro profumo risultano più appetitosi, ma ci aiuta anche ad immergerci nei ricordi (esattamente come succede quando pensiamo alla torta della nonna) e a rivivere le emozioni ad essi legate.
Fiutare le emozioni
Chi ha visto il film d’animazione “Inside Out” probabilmente ricorderà che Disgusto nasce quando Riley vede la prima volta i broccoli. Quest’associazione non è affatto casuale!
Infatti il nostro naso è in grado di distinguere due tipologie di odori: quelli “buoni” e quelli “cattivi”. Questa distinzione è data dall’attribuzione emotiva che ognuno di noi da ad un odore specifico. L’odore di broccoli è solitamente spiacevole e per questo viene associato a qualcosa di disgustoso e non salutare. Il sistema olfattivo attraverso la corteccia olfattiva primaria, raggiunge le aree coinvolte nella gestione delle emozioni (amigdala, ippocampo e sistema limbico). Per questo motivo, senza esserne consapevoli, il nostro comportamento è influenzato dagli odori che percepiamo.
Gli odori ci aiutano a controllare gli impulsi
In uno studio recente l’Università del Sussex ha voluto indagare le abilità olfattive (sensibilità agli stimoli olfattivi e discriminazione degli stessi) di un gruppo di volontari, per comprendere se esse influenzassero le capacità di regolare gli impulsi. Dopo aver raccolto i punteggi dell’impulsività relativa alla non pianificazione dell’azione (indicati dagli stessi soggetti sulla Barratt Impulsiveness Scale – BIS-11) ed i punteggi dell’impulsività motoria (ottenuti tramite Stop Signal Task), i ricercatori hanno testato le abilità olfattive dei soggetti sperimentali utilizzando gli Sniffin’ Sticks’ Test. Se pensiamo alle emozioni forti che si provano quando si percepisce l’odore del partner o del cibo che preferiamo, potremmo essere portati a pensare che lo studio abbia evidenziato che più si è sensibili agli stimoli olfattivi più sarà difficile inibire gli impulsi. Dai risultati sembra emergere che l’abilità olfattiva sia una componente predittiva del controllo dell’impulsività. Più nello specifico del controllo della risposta motoria, la cui inibizione era risultata maggiore nei compiti di Stop Signal e legata a bassi punteggi nella scala BIS-11.
Questi risultati sono un piccolo passo per farci comprendere quanto il nostro olfatto influenzi la vita quotidiana attraverso la modificazione dei nostri comportamenti. La memoria olfattiva, la rievocazione di un ricordo attraverso un odore, l’emozione che un semplice profumo può suscitare sono tutte sfaccettature di questo senso ancora poco conosciuto.
Valentina Brina