Oggi, 22 Luglio 2018, si festeggia il “World Brain Day“. L’edizione di quest’anno, indetta come sempre dalla Federazione mondiale di neurologia, si vuole concentrare sui rischi che l’inquinamento rappresenta per la salute del nostro cervello. Sempre più evidenze e prove neuroscientifiche dimostrano infatti che l’esposizione ad agenti inquinanti, soprattutto quelli atmosferici, non solo compromette massivamente le vie respiratorie ma può portare all’insorgenza di malattie neurodegenerative o di natura infiammatoria.
L’inquinamento che compromette la salute
«L’inquinamento atmosferico consiste nella contaminazione diffusa, spesso invisibile, di bioaerosol nocivi contenenti polline, spore, particelle e sostanze tossiche. Gli inquinanti possono derivare da fonti naturali o essere dovuti all’attività umana». Così si è espresso il professor Jacques Reis responsabile del gruppo di lavoro di medicina ambientale della World Federation of Neurology. Mohammad Wasay, responsabile della giornata ha poi aggiunto: “Uno studio condotto dal Global Burden of Disease, che ha coinvolto un team internazionale di 188 paesi, ha scoperto che fino al 30% dei casi di ictus a livello globale sono causati dalla contaminazione atmosferica. È per questo che abbiamo scelto di dedicare la giornata all’inquinamento”.
Recenti stime portano a pensare che i decessi dovuti all’inquinamento siano circa 9 milioni, di cui 467mila solo in Europa, secondo il rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente EEA. L’OMS ha persino annunciato che il 90% della popolazione mondiale si troverebbe a respirare aria inquinata, motivo a cui si fa risalire circa il 10% di tutti i decessi. Sempre il professor Mohammad Wasay afferma che la presenza di agenti inquinanti nell’aria sarebbe all’origine di circa il 30% di tutti gli ictus.
I danni dell’inquinamento sul cervello
Negli ultimi anni gli scienziati hanno cercato di indagare i vari effetti che gli agenti inquinanti esercitano sul cervello, arrivando a sostenere che siano profondamente coinvolte nell’eziologia di varie patologie neurologiche. “Le sostanze inquinanti entrano nel corpo per via respiratoria e alimentare. In seguito causano risposte infiammatorie e raggiungono il cervello attraverso il flusso sanguigno o il tratto respiratorio. Ciò può anche danneggiare il microbiota intestinale e il cervello” ha spiegato Reis. Questo può portare a patologie quali arteriosclerosi, compromissione della barriera emato-encefalica, stress ossidativo, danneggiamento dei vasi sanguigni e aumento della pressione, oltre a danni al sistema cardiaco (che a sua volta può avere ripercussioni a livello cerebrale). A livello cellulare gli agenti inquinanti interferiscono soprattutto con il normale funzionamento mitocondriale, e quindi anche con il materiale genetico.
Un problema arginabile
Il prospetto non è dei più felici, ma il nostro destino non è deciso irreversibilmente. “Bisogna intraprendere un’azione a livello sociale per prevenire i disturbi neurologici causati dagli agenti inquinanti. Specialmente quando sono causati dall’uomo. Questi sono importanti fattori di rischio per le malattie che colpiscono i vasi sanguigni nel cervello e causano condizioni neurodegenerative – ha affermato Wolfgang Grisold, Segretario Generale della Federazione- questa minaccia alla salute pubblica richiede efficaci strategie di politica ambientale e sanitaria volte a ridurre l’inquinamento atmosferico. Non è solo una questione di salute polmonare, ma la salute dell’organo stesso che ci rende umani: il nostro cervello”.
Anche per questo l’attenzione ai problemi ambientali, dramma del nostro secolo, dovrebbe essere al centro della nostra attenzione.