La dipendenza dalle sostanze psicoattive è una realtà che da molto tempo costituisce una delle molteplici facce della società. Alcuni, tra cui la mafia, hanno sfruttato l’effetto di queste sostanze, utilizzandolo come fonte di lucro. Ci si chiede: da cosa scaturisce la tossicodipendenza? La risposta si trova dietro un interessante meccanismo che permette la comunicazione tra neuroni, le strutture che costituiscono il sistema nervoso degli esseri umani. La trasmissione delle informazioni avviene attraverso delle piccole molecole, chiamate Neurotrasmettitori. Per poter comprendere da cosa scaturisce la dipendenza occorre, innanzitutto, scoprire come avviene questa comunicazione tra neuroni.
Le sinapsi chimiche e la trasmissione
Le sinapsi di cui il cervello umano è dotato sono caratterizzate da un bottone presinaptico e un bottone postsinaptico. È affascinante notare che le sinapsi non sono, nella realtà dei fatti, connesse, bensì sono separate da uno spazio detto fessura sinaptica, attraverso il quale avviene la trasmissione del segnale. Si possono distinguere due tipi di sinapsi: quelle elettriche e quelle chimiche. In questa sede si analizzeranno nello specifico
unicamente le seconde, dal momento che le sinapsi chimiche utilizzano i neurotrasmettitori per la trasmissione del segnale. Le sinapsi chimiche sono caratterizzate da uno spazio sinaptico ampio e da una zona attiva, nella quale sono presenti le vescicole sinaptiche, importanti per il fatto che in esse sono contenuti i neurotrasmettitori. La trasmissione del segnale avviene quando un segnale proveniente dall’ambiente esterno stimola il neurone, generando un segnale che sarà tradotto in impulso elettrico. Dopo questo processo, detto Trasduzione, gli impulsi elettrici vengono raccolti a livello del soma, il corpo del neurone. La sommatoria di questi segnali, definita Potenziale d’Azione (PdA), verrà poi trasmessa a sua volta all’assone, la struttura adibita a trasmettere il segnale all’altro neurone. Il PdA stimolerà l’apertura dei canali per gli ioni Calcio, che a loro volta stimoleranno la vescicola ad avvicinarsi alla fessura presinaptica che porterà, infine, ad un meccanismo chiamato Esocitosi, il quale causa la definitiva liberazione del neurotrasmettitore nella fessura sinaptica. Questo verrà, poi, captato dai suoi recettori. Vi sono diverse vie attraverso le quali un neurotrasmettitore viene sintetizzato. Inoltre, ne esistono diversi. Uno di questi è la Dopamina, la responsabile del processo che innesca la dipendenza.
La Dopamina e i suoi effetti
La Dopamina deriva dall’aminoacido Diidrossifenilalanina (DOPA), un derivato della Tirosina, l’aminoacido che accomuna tutte le catecolamine, un sottogruppo dei neurotrasmettitori denominati Monoamine. Vi sono tre vie, nel particolare, che usufruiscono di questo
neurotrasmettitore, che vengono denominate, per questo motivo, dopaminergiche, ma quella sulla quale ci si focalizzerà in questa sede è quella che origina dal Tegmento Ventrale del Mesencefalo, una struttura del Tronco Encefalico. Questa via è adibita al meccanismo della ricompensa, oltre che all’organizzazione del comportamento e nel movimento. Proprio per il meccanismo legato alla ricompensa, la Dopamina è implicata nella dipendenza dalle sostanze psicoattive. Tuttavia, bisogna andare a vedere in che modo questa proprietà, fornita dalla Dopamina, influisce.
La tossicodipendenza
Come è stato appena esposto, la Dopamina viene rilasciata nel momento in cui vi è un meccanismo legato alla ricompensa. I centri che elaborano questo tipo di informazione sono il nucleo accumbens nel cervello e la Corteccia Cerebrale. La sostanza psicoattiva agisce sugli stessi circuiti nei quali opera la Dopamina, quindi, quando entra in circolo, imita i meccanismi di ricompensa naturali, incentivando, in questo modo, il rilascio di Dopamina. Essendosi creato un flusso continuo di Dopamina nel sistema nervoso, quello che si viene a creare è un meccanismo di ricompensa di gran lunga più potente rispetto a quello fornito dalle sostanze naturali. Fornendo, dunque, una sensazione decisamente più soddisfacente, incentiva il corpo ad un apprendimento patologico, secondo il quale l’individuo comincerà a sentire un’esigenza fisica relativa all’assumere quella determinata sostanza. Ciò porta alla dipendenza.
Gli effetti distruttivi
Questa forma di apprendimento è senza dubbio pericolosa. Anche dopo la completa disintossicazione l’individuo potrebbe essere soggetto a ricadute, avendo un persistente desiderio di riassumere quella determinata sostanza, sempre legato al senso di soddisfazione fornito. È importante sottolineare che l’abuso di sostanze stupefacenti porta, a lungo andare, dei danni permanenti al corpo, che portano inevitabilmente alla morte. Si prenda in esempio la cocaina. È stato visto che l’abuso di questa sostanza provoca Ictus, attacchi di cuore e disturbi respiratori quali la perdita dell’olfatto, nel caso in cui essa dovesse essere assunta per via aerea, e sanguinamento dalle narici. Inoltre potrebbe causare problemi ad ingerire, ma anche cancro all’intestino, dovuto ad una mancanza di afflusso sanguigno.
A questo punto, è chiaro che l’utilizzo di droghe è assolutamente deleterio e distruttivo per l’organismo ed essendo, ormai, a conoscenza del meccanismo attraverso il quale si sviluppa una dipendenza e delle conseguenze che questa può avere sull’organismo, è naturale pensare che occorra una prevenzione al fine di salvaguardare la popolazione dal consumo di queste sostanze. Gli effetti delle dipendenze sono assolutamente distruttivi, trasformano completamente il corpo e la mente dell’individuo, che diventa, inevitabilmente, schiavo del suo stesso corpo.
Alice Tomaselli