Ecco cosa succede al tuo corpo durante una sbronza

Chi non ha mai goduto dell’ebrezza alcolica, scagli la prima pietra! Ok, a molti potrà non essere successo, dato che secondo la World Healt organization il 48% della popolazione mondiale non ha mai toccato alcool. Le bevande alcoliche tuttavia, fanno parte della storia dell’uomo quanto l’agricoltura. Argomento trasversale, dalla letteratura alla filosofia, è però spesso oscuro come funzioni. D’altro canto, l’alcool è una sostanza organica estranea, e nel corpo si comporta come tale.

Le fasi dell’alcool

Ogni xenobiotico passa attraverso varie fasi. La prima fase è l’assorbimento. L’alcool viene assorbito da subito nello stomaco, ma l’80% entrerà dall’intestino. Una volta dentro, si scioglie facilmente in una sostanza acquosa come il sangue, e prende a viaggiare nell’organismo. Questo segna la seconda fase, ovvero la distribuzione. Dato che è anche una molecola molto piccola, non ha bisogno di trasportatori che gli offrano un passaggio all’interno delle cellule. Gli effetti dell’etanolo, il suo nome elegante, sono più importanti in fegato e nel sistema nervoso, dove avvengono le altre fasi.

Alcool: piccolo e solubile in acqua. Pessima accoppiata

L’organismo non ha una difesa specifica contro l’alcool. A dispetto del nome, l’alcool deidrogenasi (o ADH), ha un’azione molto ampia, e si prende in carico le prime dosi di etanolo.  L’ADH non aumenta la sua attività in risposta ad un’eccessiva quantità d’etanolo. Al contrario di qualche mito popolare, lo sviluppo di una resistenza all’alcool non è dovuto a lui, ma al citocromo 450. Il citocromo 450, che si trova nelle cellule del fegato, come l’ADH, ed è una delle armi di difesa più forti contro i veleni. Al contrario della deidrogenasi, il citocromo è inducibile, e aumenta in seguito a ripetute assunzioni di alcool. Questa prima fase di metabolizzazione è purtroppo vana: l’etanolo in entrambi i casi viene trasformato in acetaldeide che deve essere a sua volta metabolizzata ed espulsa dai reni.

Continuate a bere. E ora?

Nonostante la sofisticatezza di questi sistemi, nulla possono contro i fiumi di alcool di un sabato sera. Abbandonati quindi allo spirito dionisiaco, continuate a bere oltre le capacità del vostro corpo. Mentre il vostro fegato lavora duramente per farvi stare bene, l’alcool che sfugge comincia a viaggiare, fino a raggiungere il vostro cervello. Molte sostanze sono bloccate dalla barriera ematoencefalica, che blocca la maggior parte delle sostanze esistenti. Ma l’etanolo è una molecola piccola e la attraversa senza problemi. Qui l’etanolo si lega ai neuroni GABA, che rallentano fortemente l’attività nervosa. La coordinazione diventa un optional, i pensieri diventano lenti e i sensi appannati. L’etanolo ha anche un effetto direttamente tossico sulla parte dei neuroni che forma la rete neurale. Ma niente paura: sono delle zone facilmente rigenerabili, e basterà dare tregua pochi giorni al vostro corpo per rinnovare i vostri dendriti.

Struttura del neurone. Alla lettera (a) troviamo i dendriti

Fame chimica

Presi dallo stesso spirito dionisiaco, vi fiondate su qualsiasi cosa sia commestibile. Oltre ad abbassare i freni inibitori, la causa è anche fisiologica. L’effetto depressore dell’etanolo fa rilassare i muscoli del vostro stomaco facendovi venire fame. Quando l’alcool viene fatto a pezzi libera una grandissima quantità di energia. L’aumento di energia inganna il corpo, che abbassa immediatamente l’attività di tutti gli altri metabolismi. Quelle patatine che avete ordinato al bar di fiducia, invece di essere utilizzate come energia, verranno immagazzinate come grasso. A stomaco vuoto è anche peggio: l’aumento di energia libera comunica al corpo che nel sangue non c’è più bisogno di zucchero. La glicemia nel sangue crolla, i vostri neuroni si spengono e tutto diventa nero. Se vie siete ripresi dallo shock ipoglicemico e siete fortunati, vi risvegliate con le facce preoccupate dei vostri compagni di bevuta, altrimenti con una brillante luce al neon da ospedale.

La mattina dopo

Buongiorno! Avete evitato l’ospedale anche questa volta, ma come prevedibile, state uno schifo. Questo è dovuto all’accumulo di acetaldeide, il primo prodotto della metabolizzazione dell’alcool. Questa sostanza è altamente tossica per il corpo, e agisce sia a livello neuronale, con quel piacevole mal di testa, che gastrico, con la nausea. L’aldeide deidrogenasi nel vostro fegato lavora duramente per il suo smaltimento. Un altro alleato nel post sbronza è il glutatione, un antiossidante tutto fare. In questa fase vi dovete prendere il vostro tempo, e non vi buttate giù un antiinfiammatorio per farvi passare i sintomi! Il vostro fegato ne ha già subite abbastanza. L’unica speranza per diminuire gli effetti è bere molto e sperare che la sera prima via siate mangiati qualcosa che contenesse cisteina, come uova, zucca, legumi o broccoli. Potrebbe essere infatti uno dei pochi modi che avete di non svuotare le vostre riserve di glutatione.

 

fonti (e letture per approfondire)

Il dionisiaco di Nietzsche | Tossicocinetica | Rapporto WHO alcool 2014 | Effetti dell’alcool sulla singola cellula | Glutatione e alcool | Regolazione del glutatione |

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