Alcuni ricercatori della John Hopkins University pensano che sia arrivato il momento di cambiare la classificazione della sostanza contenuta nei funghi allucinogeni, da pericoloso narcotico privo di valore medicinale, a possibile rivoluzione per il trattamento della depressione.
Dal 1970, le autorità considerano la psilocibina un narcotico di Tipo I, e ciò significa che ha un alto potenziale di abuso e nessuno uso medico riconosciuto. Secondo i ricercatori — che hanno condotto decine di studi sui funghi — nessuna di queste premesse è vera. Quattro ricercatori — Matthew Johnson, Roland Griffiths, Peter Hendricks e Jack Henningfield — affermano che è ora che la FDA (Food and Drug Administration) americana prenda in considerazione l’idea di far diventare i funghi allucinogeni una sostanza di Tipo IV — ciò significherebbe che si tratta di una sostanza con basso potenziale di abuso e bassi rischi di dipendenza. Se la classificazione cambiasse, i dottori potrebbero prescrivere i funghi allucinogeni in determinate circostanze.
Negli ultimi anni, in alcuni trial clinici i ricercatori hanno usato la psilocibina per trattare con successo sia la depressione che alcune forme di dipendenza. In uno studio del 2016, lo stesso team di ricercatori della John Hopkins University ha somministrato dei funghi allucinogeni a dei malati terminali di cancro con l’obiettivo di alleviare la loro ansia da morte e depressione. “Gli studi hanno mostrato che la psilocibina ha causato una riduzione clinicamente significativa nei sintomi di depressione e di ansia che è durata per sei mesi dopo la somministrazione della psilocibina”, spiega lo studio recentemente pubblicato.
La pubblicazione
Il paper da 24 pagine sintetizza i diversi percorsi di ricerca sulla psilocibina al fine di dare alla FDA le informazioni di cui ha bisogno per capire se essa debba, o non debba, essere ri-classificata. Per determinare il Tipo di una sostanza, le autorità prendono in esame otto diversi fattori incluso l’effettivo o relativo potenziale di abuso, il rischio per la salute o il potenziale di dipendenza psicologico o fisiologico.
La relativa sicurezza dei funghi allucinogeni, quando viene paragonata ad altre sostanze, è incredibilmente alta. La psilocibina arriva ultima quando classifichi le sostanze in termini di potenziale di danno all’individuo o più in generale alla società. “Questo valore non cambia neanche se ci butti in mezzo del tabacco o dell’alcol”, ha spiegato Johnson, dottore di scienze comportamentali alla John Hopkins University.
Ha anche spiegato che il potenziale di abuso della psilocibina è basso. “Nessuno sente il bisogno con sintomi da astinenza per la sua prossima dose di psilocibina”, ha detto. CIò non significa che i funghi allucinogeni non abbiano un potenziale di abuso. Molte persone hanno preso i funghi allucinogeni a scopo ricreativo per anni e non saranno certo loro a fermarsi ora, ma a differenza della cocaina o dell’eroina, la psilocibina non è una sostanza con cui la maggior parte degli utilizzatori sviluppi una dipendenza.
Il futuro di questa ricerca
Anche il percorso verso la riclassificazione non è né facile né garantito. “La rimozione dal Tipo I può succedere soltanto se un prodotto medicinale contenente una sostanza di Tipo 1 viene approvare per uso terapeutico come farmaco dall’FDA,” spiega lo studio — Ciò significa che una terza parte dovrà creare della psilocibina per uso medico, inviare quel prodotto all’FDA e fare lobbying per ottenere la riclassificazione.
Il processo sembra complesso, ma Johnson è speranzoso. “Si tratta di scienza ad alti livelli e i risultati sono molto promettenti per diversi tipi di disordine”, ha detto. Anche se nessuna grossa azienda farmaceutica ha ancora chiesto alla John Hopkins University informazioni circa i funghi, alcune no-profit lo stanno facendo, incluso l’Usona Institute nel Winsconsin. L’Usona, o qualche altro gruppo, potrebbero inviare delle semplice pillole di psilocibina per l’FDA e richiederne l’approvazione per il trattamente della depressione, attivando così un processo di revisione per la classificazione. Se e quando questa cosa accadrà, è ancora tutto da vedere.
-Valto