Circolazione atlantica: un rallentamento che scotta

La circolazione atlantica meridionale, che porta l’acqua calda verso Nord e quella fredda verso Sud, sta rallentando. Lo dice uno studio condotto da un gruppo dell’Università di Washington coordinato da Ka-Kit Tung. I risultati sono stati poi pubblicati sulla rivista Nature. Secondo questo studio, il rallentamento della circolazione oceanica porterebbe ad un riscaldamento del clima durante i prossimi vent’anni. Il picco negativo più recente risale al periodo tra il 2004 e il 2010, con un indebolimento 10 volte maggiore del previsto.

L’Oceano Atlantico visto da una spiaggia di Cuba

Dinamica della circolazione atlantica

La circolazione atlantica funziona come un nastro trasportatore. La corrente più interessata da questo fenomeno è la Corrente del Golfo, che va dal Messico alla Groenlandia. L’acqua calda parte dal Golfo del Messico e si dirige verso Nord, raggiungendo il Circolo Polare Artico. Arrivata a questo punto, l’acqua si raffredda e sprofonda. La massa di acqua fredda, dopodiché, effettua il percorso inverso e va dal Circolo Polare Artico al Golfo del Messico. Una volta tornata alla base l’acqua si riscalda ed emerge, ricominciando il ciclo. Il fenomeno per cui l’acqua più calda sale facendo sprofondare quella più fredda è detto convezione moto convettivo. Gli effetti della Corrente del Golfo sono molto estesi e si sentono su molti Paesi europei. Questa corrente infatti mitiga notevolmente il clima delle nazioni che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Alcuni esempi in tal senso sono Spagna, Gran Bretagna e i Paesi scandinavi.

L’Oceano Atlantico in Bretagna (Francia)

Parola agli esperti

L’oceanografo Alessandro Crise ha parlato della circolazione atlantica. Egli infatti dice che l’indebolimento di questo meccanismo ha a che fare con la riduzione dell’anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. Le acque fredde infatti assorbono la CO2 prima di sprofondare. C’è una stima interessante: circa il 50% dell’anidride carbonica che si trova negli oceani è stata assorbita in questo modo. Ciò rende l’idea dell’importanza della circolazione oceanica per il clima. Il gruppo di ricerca che ha condotto il lavoro, invece, dice di non preoccuparsi: è naturale infatti che le correnti oceaniche perdano la loro intensità.